SAN MARINO. CRISI BANCARIE E TITOLI “ESTERNI” ALLA BANCA: LUNGAGGINI INGIUSTE ED INGIUSTIFICATE di Achille Campagna – avvocato
CRISI BANCARIE E TITOLI “ESTERNI” ALLA BANCA: LUNGAGGINI INGIUSTE ED INGIUSTIFICATE
di Achille Campagna – avvocato
Avv. Achille Campagna
San Marino, 06 giugno 2019
Un tema soprendentemente trascurato: la sorte degli investimenti, fatti dai clienti, in titoli esterni alla banca, cioè non emessi dalla banca, nei casi di commissariamento o procedure simili.
Se io investo in titoli di Stato è vero che devo passare attraverso la banca per fare l’investimento, però è altrettanto vero che i titoli non sono di sua proprietà, sono miei, la banca è solo un custode (cd. risparmio amministrato riferibile a raccolta indiretta). Stesso discorso nelle gestioni patrimoniali seppur la banca ha un maggiore controllo sugli investimenti, in tal caso.
Ora, poiché i titoli sono miei, a differenza dei soldi nei conti – che invece sono solo un mio credito nei confronti della banca – perché mai mi dovrei preoccupare di perderli in caso di default?
Accantonando questa “preoccupazione” dobbiamo a questo punto domandarci anche che senso ha bloccare i dossier-titoli dei clienti, ossia bloccare anche la restituzione di ciò che è sempre stato di proprietà loro e non della banca.
Se in un primo momento possiamo anche accettare che si facciano delle verifiche, dopo svariati mesi non si giustifica più la permanenza del blocco sui titoli, e si pensi soprattutto alle ultime due procedure su Asset Banca e Banca Cis.
Il cliente, che si è visto bloccare il saldo del conto, ha un’esigenza estrema di poter almeno rientrare in possesso dei titoli, per venderli e ottenere la liquidità che gli è stata momentaneamente sottratta, ma quel che più conta è che non c’è nessun motivo di trattare i titoli esterni come le passività della banca, e continuare a privare ingiustamente il cliente dei suoi beni.