San Marino. Crisi, Csir: “Sono 1.467 i frontalieri licenziati negli ultimi 6 anni”

crisi-lavoroSono quasi 1.500, “1.467” per la precisione, “su 1.960 posti di lavoro” dei frontalieri andati ufficialmente in fumo sul Titano dal 2008 a dicembre 2014. Questo è il primo dato sottolineato da Ivan Toni (Csdl), presidente del Consiglio sindacale interregionale San Marino-Emilia Romagna-Marche, durante l’incontro con i giornalisti tenutosi ieri mattina alla presenza di Gianluca Montanari (Cdls), Lora Parmiani (Cgil) e Giuseppina Morolli (Uil Rimini).

Prima della crisi i frontalieri erano “6.588”, mentre lo scorso dicembre il loro numero è sceso a “5.121”. Il Csir chiede dunque lo stop alle discriminazioni di trattamento dei lavoratori sulla base della loro residenza, sia che si tratti di differenze legate al regime fiscale, normativo, sia relative al sistema di sicurezza sociale.

Sono quasi 1.500 i frontalieri che hanno perso il lavoro negli ultimi sei anni, “1.467” per la precisione, “su 1.960 posti andati ufficialmente in fumo sul Titano dal 2008 a dicembre 2014”.

Il Csir chiede dunque lo stop alle discriminazioni di trattamento dei lavoratori sulla base della loro residenza, sia che si tratti di differenze legate al regime fiscale, normativo, sia relative al sistema di sicurezza sociale. Il Csir inoltra la richiesta di parità dei diritti dei frontalieri al governo di San Marino, all’ambasciata italiana sul Titano, alle Regioni Emilia Romagna e Marche, allegata alla volontà di organizzare incontri per illustrare il proprio documento programmatico.

“I lavoratori frontalieri, in gran parte, sono assoggettati a contratti a tempo determinato, dato che il processo di stabilizzazione è stato interrotto nel 2011 e non riattivato, nonostante le pressanti richieste del sindacato sammarinese e dell’intero Csir – riporta la nota del Consiglio -. Molte sono le penalizzazioni a cui in generale sono soggetti i lavoratori frontalieri. Se da un lato hanno diritto ad un periodo di Cassa integrazione per tre mesi, dall’altro hanno scarsissime possibilità di essere ricollocati nelle imprese sammarinesi. Lo Stato italiano da parte sua non riconosce ai frontalieri, terminata la mobilità a San Marino, l’indennità di disoccupazione”. È quindi “necessaria”, secondo il Consiglio sindacale interregionale San Marino-Emilia Romagna-Marche, “un’armonizzazione” delle due normative “per garantire anche a questi lavoratori lo stesso percorso dei colleghi residenti”. (…) La Serenissima