San Marino. Crisi Cvb, “La responsabilità è di tutti”. Marcella Michelotti chiama in causa la precedente gestione, la politica ed i soci privati

IMG_9347La mia gestione è stata molto avveduta sull’ordinario dopo di che con la mostra su Leonardo sono state prodotte una serie di perdite importanti. Ma questa è un’altra cosa rispetto all’attività congressuale”. Marcella Micheloni, presidente dimissionario del Convention & visitors bureau, non ci sta a passare da unica responsabile per il dissesto della società che si occupa di congressi e della gestione del centro Kursaal.

Ad accendere le polemiche anche politiche è stata la scelta del governo di coprire per intero il buco di bilancio della società, quei 300 mila euro di cui i soci privati, che in totale possedevano il 48% del Cvb, non si sono accollati per nulla.

La proposta estiva

Tutto nasce nel corso dell’assemblea dei soci del 6 agosto scorso in cui il governo, intenzionato a sistemare una volta per tutte la situazione, diede agli altri soci 2 possibilità: ripianare il bilancio in proporzione alla quota posseduta e mantenere le proprie azioni oppure regalare le proprie azioni allo Stato. Nell’ultima assemblea del 6 novembre la risposta: nessuno dei soci ha voluto pagare per cui l’Eccellentissima Camera è diventata proprietaria del 100% delle quote ma si è dovuta accollare i 300 mila euro mancanti.

Il peso di Leonardo

“Di questi 300 mila euro – spiega la Michelotti – ben due terzi sono da addebitare alla mostra su Leonardo che ha avuto difficoltà particolari”. Difficoltà che “si potevano risolvere tutti insieme ma sistema paese non ha risposto”. Per cui di per sé quei 300 mila euro non sono “un indice per definire la mia amministrazione buona o cattiva”.

Il buco da 100 mila euro ereditato “Quindi – continua – la perdita di fatto per l’attività del Cvb è di 100 mila euro. Di questi una parte consistente è relativa a perdite pregresse al 2012”, ovvero lasciate dalla precedente gestione, quella guidata da Riccardo Vannucci, oggi presidente dell’Usot che vorrebbe gestire insieme ad altri la neonata azienda statale.

“Quando ci siamo insediati a fine 2012 – spiega ancora la Michelotti – ci siamo trovati davanti a una perdita superiore ai 100 mila euro, seppure nel complesso l’azienda fosse ben organizzata”. Il buco è stato sì ripianato dallo Stato che però ha sottratto la somma dai finanziamenti annuali per le attività. Rubinetti chiusi

“All’inizio la prospettiva era quella di un potenziamento della società – racconta – ma nella realtà nel 2013 e nel 2014 i contributi statali sono stati di 55 mila euro invece che dei 110 mila previsti. Quindi si è creato debito per mancanza di entrate”.

Se a questo aggiungiamo il “momento di crisi fortissima, la black list, la riduzione delle risorse da parte dei soci, la concorrenza spietata sia in territorio (come quella del Palace Hotel, ndr) che fuori territorio diviene scontato capire non abbiamo avuto vita facile”.

“Non si fanno utili”

Secondo il presidente Michelotti il problema del finanziamento è fondamentale perché “il congressuale non crea utili. L’avrò scritto mille volte ai soci – rac- conta sconsolata -: questa società crea indotto nel territorio e promozione ma non crea utili. L’attività congressuale – continua – è un volano di immagine che non va perso ma va compreso che non è un’attività a scopo di lucro”.

Ricavi scarsi

I ricavi del Cvb- dettaglia la Michelotti- provengono soltanto dalla vendita dei servizi come l’allestimento, il catering o l’intrattenimento che non possono essere venduti a prezzi troppo alti per restare sul mercato. Mentre tra i costi c’è quello del personale, oggi composto da due addetti, e la gestione del Kursaal. Nelle strutture come il Palace Hotel ai servizi si aggiungono gli introiti dei posti letto che nel caso del Cvb finiscono negli alberghi privati. “Usot riempiva gli alberghi – lamenta il presidente – ma non ha messo molti soldi per il Cvb”.

Lavori gratis per lo Stato

Il dirigente poi sottolinea che la società ha lavorato molto per lo Stato “senza ricevere compensi” come per la visita del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano “a cui abbiamo lavorato un mese” oppure per i convegni come quello sul turismo accessibile che si è concluso nei giorni scorsi. “È stato un lavoro di sei mesi – racconta – che ad un privato avremmo potuto far pagare sui 30 mila euro. Invece noi l’abbiamo fatto gratuitamente per contribuire all’immagine del Paese”.

Soldi pubblici indispensabili
La Michelotti critica in particolare l’atteggiamento della politica. “I Cvb in tutto il mondo ricevono contributi pubblici per portare indotto al paese. Perché la Camera di Commercio o la Tv di Stato – si domanda- ricevono finanziamenti mentre il Cvb no? Se la società avesse ricevuto il 10% della Giochi del Titano come la Camera di Commercio non staremmo a parlare di ripianamento di perdite”.

La “sorpresa” dei privati

Il presidente si dice poi “sorpresa” dalla proposta di gestione avanzara alla segreteria dagli ex soci Usot, Consorzio San Marino 2.000 e Anis. “Perché – si domanda amareggiata – gli stessi che non hanno investito nell’azienda prima, ora vorrebbero gestirla? Probabilmente è un’operazione a sostegno all’attività delle loro aziende ma – ammonisce – difficilmente arriveranno a pareggio”. Secondo il presidente “sulla base dello storico e della situazione infrastrutturale i numeri, come sanno tutti, non possono reggere un pareggio di bilancio. Attendiamo comunque di vedere i risultati dei prossimi tre anni”.

“Tutti responsabili”

Infine una risposta al segretario Lonfernini che aveva lamentato in una dichiarazione di inizio settimana che “il problema è figlio di una situazione per cui tutti sono responsabili e nessuno è responsabile”. “Non è vero che non c’è un responsabile -commenta la Michelotti – ma è vero che tutti lo siamo, il pubblico come il privato”.

Davide Giardi, La Tribuna