Ma di quale governo si sta parlando? Di quel gruppo litigioso di dilettanti allo sbaraglio che invece di pensare al Paese cura le sue poltrone e coltiva i suoi orti elettorali raccontando favole? Di quel gruppo arrogante e incompetente, in finta verifica continua, al servizio della cricca, che ha creato disoccupazione, crollo economico, deturpazione dell’immagine della Repubblica, “dispotismo democratico”, copertura del malaffare e protezione degli uomini di regime chiamati ora alla sbarra?
Il governo è in crisi da molto tempo, non solo perché è nato dal voto di scambio, dalle tangenti e dal clientelismo. E’ in crisi perché ha colpito duramente le famiglie, ha accumulato una montagna di debiti, ha falsificato i bilanci, ha aggredito il sistema previdenziale, ha regalato centinaia di milioni alle banche, agli evasori, ai furbetti della monofase, agli amici di merende, ha dato la stangata fiscale a tutti i cittadini.
E’ in crisi da anni perché è privo di una politica economica e occupazionale, di una politica estera dignitosa, messa in mano a diplomatici ricercati dalle polizie di tutto il mondo. Ha rifiutato il cambiamento mantenendo il vecchio marcio sistema, il porto delle nebbie, lo scudo ai politici proprietari di banche, il modello tangentizio concessorio; accettando 22 clan mafiosi e 15 obbedienze massoniche, oltre a banditi finanziari internazionali, faccendieri targati politicamente, “fenomeni” dell’incapacità strapagati.
Oggi, manca solo la firma dei sammarinesi per allontanarli dal potere, ma prima di mollare sotto la spinta popolare faranno altri danni.
Emilio Della Balda