O i “sessanta” hanno fame, o la trattativa interna alla maggioranza -fra Rete e i quasi ex alleati- presenta un pur labile spiraglio… Quando l’epilogo di questa crisi scatenata dal famoso ordine del giorno di Rete sembrava giungere all’epilogo, ovvero quando i lavori parlamentari erano arrivati al momento cruciale, alle dichiarazioni di voto, la seduta è stata sospesa e riprenderà alle ore 21.
Erano le 19:32 quando -come un fulmine a ciel sereno- gli Ecc.mi Capitani Reggenti hanno convocato i capigruppo per, pochi minuti dopo, congedarli e comunicare (vista la contrarietà di Repubblica Futura e Libera e continuare rinviando la cena) la sospensione della seduta. Una sospensione non rituale visto che solitamente, avviato l’esame di un comma dell’odg dei lavori, è prassi terminare, votare l’esame dello stesso prima di disporre al sospensione per pranzo o cena.
Il regolamento consigliare, essendo il comma ormai aperto, non permette rinvii. Dalle ore 21 si continuerà con le dichiarazioni di voto (fino ad ora Motus Liberi e Pdcs hanno confermato il loro voto contrario mentre Sandra Giardi e Grazia Zafferani, ex Rete fuoriuscite lo scorso anno e oggi vicine a Demos hanno annunciato l’astensione) e poi con il voto vero e proprio che, a questo punto, salvo eclatanti e improbabili intese dell’ultimo minuto, vedrà la maggioranza dividersi, con tutti tranne una larga parte della stessa Rete votare con decisione “No” al documento che in maggioranza è stato inteso come una chiara “mozione di sfiducia” all’indirizzo dell’azione della Segreteria di Stato alle Finanze e quindi del suo ministro, il democristiano Marco Gatti.
La crisi è quindi solo rinviata… Di qualche ora. Un tempo che non permetterà, però, ad eventuali trattative dell’ultimo minuto, di superare la ormai scontata crisi…
Enrico Lazzari