San Marino. Csdl: non pensate che lo sfruttamento dei lavoratori del settore turistico non avvenga anche sul Titano

Diversi lavoratori tenuti al di fuori delle condizioni contrattuali e legislative. Poiché spesso i sammarinesi non accettano queste condizioni, gli esercizi turistici ingaggiano personale proveniente da fuori territorio. Sulla riviera romagnola nel settore turistico emerge uno spaccato di vero e proprio sfruttamento, su cui indaga addirittura la Procura. — I casi di irregolarità nei trattamenti di diversi lavoratori alle dipendenze di esercizi del settore commercio-turistico ci sono, eccome. La levata di scudi di certe organizzazioni che hanno bollato le nostre denuncie come strumentali e pretestuose, è smentita dai fatti: negli ultimi anni, durante la stagione turistica o alla fine della stessa, sono diversi i lavoratori che si rivolgono al sindacato per mettere in luce condizioni di lavoro e retributive molto penalizzanti. Infatti, i trattamenti prospettati da alcuni esercizi sammarinesi sono al di fuori delle condizioni contrattuali e legislative previste: orari di lavoro molto lunghi e a volte senza pause, o orari indefiniti comunicati ai lavoratori un giorno per l’altro o il giorno stesso; inquadramenti professionali al primo o secondo livello, che non corrispondono alle mansioni richieste, e un conseguente trattamento salariale ai livelli minimi; nessun contributo previdenziale e assicurativo.

è evidente che diversi lavoratori residenti che si vedono proporre delle simili condizioni, comprensibilmente, non accettano il lavoro, anche perché sono ben consapevoli che poi sarebbe difficile recuperare successivamente le spettanze maturate. Per cui l’esercizio si rivolge a personale proveniente da fuori confine, ingaggiando persone che per necessità si rendono più disponibili a sottostare a queste condizioni. Crediamo che chi continua a negare l’evidenza, dovrebbe invece attivarsi maggiormente per sensibilizzare tutti gli esercizi turistici al pieno rispetto delle norme di legge e ai contratti di lavoro.

Riportare il rispetto delle regole in questo settore è importante per superare le distorsioni che si verificano, anche affinché tale comparto possa tornare a fornire risposte occupazionali ai tanti disoccupati e anche ai giovani che – come succedeva un tempo – vorrebbero fare le prime esperienze nel mondo del lavoro. In tal senso, un’altra necessità è quella di organizzare, da parte degli uffici dello Stato ma anche delle associazioni di categoria, dei percorsi formativi mirati per fornire ai disoccupati e ai giovani le competenze necessarie, tra cui la conoscenza delle lingue emergenti (russo, cinese, ecc.).

Tornando al problema dei trattamenti dei lavoratori, che il settore turistico in quanto tale sia potenzialmente “a rischio”, lo testimonia anche, appena fuori dei confini di San Marino, l’inchiesta della Procura di Rimini sul lavoro estivo nella riviera romagnola. Un’inchiesta che, stando ai resoconti di stampa, dipinge una realtà di vero e proprio sfruttamento dei lavoratori, spesso reclutati da intermediari degli albergatori direttamente nei paesi dell’est: turni massacranti di 12-14 ore, niente pausa pranzo, niente giorno libero, ecc. ecc. Se attorno a noi si muove addirittura la Procura della Repubblica per un fenomeno non sporadico, come si può pensare che la situazione a San Marino sia diversa? Non vogliamo che sia questo il modello che si affermi, né nel nostro paese, né in ogni altra parte del mondo.

Alfredo Zonzini

Segretario FULEA/FULSAC-CSdL