San Marino. Csu: 14 licenziamenti “anomali” alla Ala cucine

Per le federazioni industria la scelta non trova valide giustificazioni nella realtà”, dato che “il bilancio aziendale del 2013 si è chiuso con un leggero utile” .

Bilancio in utile, seppur di poco, eppure si licenzia. Accade ad Ala Cucine, fabbrica di arredamenti di Serravalle, che intende tagliare 14 posti di lavoro, adducendo secondo la Centrale sindacale unitaria motivazioni pretestuose. Nello specifico la “chiusura del reparto ‘camerette’ e di quello ‘sviluppo cucine’ per difficoltà di mercato”. Ma i segretari della federazione Industria della Csu (Flai-Csu), Enzo Merlini e Giorgio Felici, non ci stanno. E in una nota mettono nero su bianco le “tante stranezze attorno a questi licenziamenti”.

La “drastica scelta di licenziare 14 dipendenti entro il 31 luglio- attaccano – non trova valide giustificazioni nella realtà”, dato che “il bilancio aziendale del 2013 si è chiuso con un leggero utile, mentre il fatturato delle camerette negli anni è rimasto stabile e continuano gli ordinativi”.

E infatti, proseguono Merlini e Felici, “dopo la scelta di licenziare 14 dipendenti, la direzione ha chiesto ai rimanenti 43 dipendenti di lavorare un’ora in più”. Il sindacato ha così chiesto di “dividere i licenziamenti in due tranche”, una entro il 31 luglio e una a fine anno, per “verificare le evoluzioni del mercato”. Ma l’azienda si è prima nettamente rifiutata e poi ha posticipato “quattro licenziamenti al 31 dicembre. Un tardivo slittamento che, come già successo in passato, probabilmente serviva solo a tentare di raggirare i criteri sui licenzia- menti”. Ma non basta. Infatti “l’impatto dei 14 licenziamenti sugli equilibri interni all’Ala Cucine provocherà una ripartizione del personale piuttosto singolare, ovvero lo stesso numero di impiegati e di operai”.

Secondo la Csu si tratta di “scelte incomprensibili, paradossali: non si è mai vista una realtà produttiva basare l’organizzazione del lavoro su metà impiegati e metà operai, figuria- moci poi per quelle che dicono di essere in difficoltà di mercato e di fatturato”.

E infatti non ha siglato nessun accordo con Ala Cucine, “respingendo come insussistenti. Sarebbe opportuno- termina la nota- che le autorità preposte verificassero nel dettaglio scelte e comportamenti aziendali”.

La Tribuna