Una lettera, inviata a sei banche, attraverso la quale si chiede di prendere provvedimenti (plausibilmente una sospensione) nei confronti dei vertici degli istituto di credito che hanno procedimenti aperti con la giustizia.
La missiva porta la firma di Banca Centrale e indicherebbe tempi strettissimi per l’attuazione: entro la prossima settimana.
Superfluo dire che la richiesta sta preoccupando non poco i manager delle banche ma anche il mondo politico che si trova a dover fronteggiare l’ennesimo problema a un mese e mezzo dalle elezioni.
La lettera arriva poco dopo la partenza del gruppo del Fondo Monetario Internazionale che era ritornato sul Titano per esaminare la situazione del settore bancario, particolarmente in difficoltà dopo la notizia relativa ai circa due milioni di credito il cui recupero sembra essere molto difficile e incerto.
In questo momento presidente e direttore di Banca Centrale, assieme al segretario alle Finanze, Giancarlo Capicchioni, sono a Washington per gli annual meeting del Fondo monetario che si tengono, come ogni anno, a ottobre.
Il rientro della delegazione sammarinese (almeno per quanto riguarda il segretario Capicchioni) è prevista per lunedì sera. Rientro atteso dalla politica che sulla missiva di Banca Centrale ha fatto un congresso straordinario mercoledì scorso. Il primo passo fatto dalla politica è stato quello di inviare una richiesta alla stessa Banca Centrale su quali siano gli obiettivi che intende raggiungere.
Sembra però piuttosto chiaro che il presidente Wafik Grais e la sua squadra vogliano cercare di fare chiarezza soprattutto su quelli che, in gergo tecnico, vengono definiti ‘crediti non performanti’ (i due milioni di cui sopra) e cerchino di capire come si sia arrivati a questo.
«Attendiamo di incontrare quanto prima i vertici di Banca Centrale, quindi immediatamente dopo il loro rientro da Washington – afferma il segretario al Turismo e Territorio, Teodoro Lonfernini interpellato sulla dura richiesta inviata agli istituti di credito –. Le cose vanno approfondite e per questo vogliamo allargare il confronto non solo con Banca Centrale ma con i vertici degli istituti: il ragionamento va ampliato a tutto il sistema bancario. Banca Centrale, pur nella sua autonomia che rispettiamo, è però inserita in un mondo che comprende l’interesse di tutti: il sistema bancario fa parte di questo mondo e deve essere protetto».
Non si fatica a capire che dietro la diplomazia e correttezza delle parole c’è una forte preoccupazione per i riflessi che un evento del genere potrebbe avere per la credibilità del sistema bancario del Titano agli occhi del mondo. Il Resto del Carlino
