San Marino. Da Panorama un articolo dirompente di Giacomo Amadori che fotografa esattamente la situazione di schifo. Distrutta la credibilità di Buriani, Grandoni e Celli

Riportiamo un pezzo dell’articolo a firma del giornalista Giacomo Amadori, Panorama e La Verità, dove si parla del giudice di Pieve di Cento (BO) Alberto Buriani in forza da quasi venti anni a San Marino:

”Una strana richiesta di incontro

A queste gravi accuse bisogna aggiungere quelle contenute in un altro esposto, presentato a Roma dalla Tomasetti lo scorso 25 febbraio. La donna è partner di uno dei principali studi legali italiani e nella Capitale è già stata presidente dell’Acea, la municipalizzata romana dell’energia e dell’acqua. Nel suo esposto si legge che nel giugno 2019 la presidente aveva ricevuto la richiesta di un incontro da fissarsi «con estrema urgenza» da parte di Simone Celli, ex segretario per le finanze del governo di San Marino. «Lo stesso mi informava» scrive la Tomasetti «di aver parlato con il commissario della legge Buriani e asseriva di aver dato un contributo sostanziale nel senso dell’archiviazione della mia posizione».

A questo punto Celli avrebbe fatto balenare alla presidente la possibilità di «una veloce chiusura del procedimento», ma non lo avrebbe fatto a voce, bensì scrivendo su un foglietto «chiudere tutto bene». Oltre a ciò Celli le avrebbe consigliato di incontrare gli esponenti della società francese STRATOS Sarl, interessati all’acquisizione del Credito industriale, ma anche due politici di Repubblica futura, «il partito sammarinese vicino all’azionista di Banca Cis».
In un successivo colloquio telefonico

Celli avrebbe preannunciato alla Tomasetti che il Commissario della legge Buriani l’avrebbe contattata per «un colloquio informale». Per la presidente «questo incontro (…) venne puntualmente richiesto» e si tenne «presso lo studio dello stesso commissario della legge Buriani in data 25 giugno 2019».

La Tomasetti denuncia il particolare interesse del magistrato per la vicenda Siri: «Buriani affermò durante l’incontro che ci aveva convocati per essere sicuro che noi, in qualità di rappresentanti di Bcsm, avessimo fatto tutte le necessarie verifiche presso Banca agricola commerciale con riferimento al caso Siri. Ci preannunciò l’arrivo di una rogatoria dall’Italia sul caso e ci fece capire che pendevano indagini anche a San Marino sulla vicenda. Ci confermò che non conduceva lui le indagini (…), ma ci disse che comunque lui si manteneva informato sulla vicenda (…). Effettivamente, come anticipato dal commissario della legge Buriani, ci arrivò dal Tribunale di San Marino una richiesta di documentazione in forza di rogatoria dall’Italia».

In un’ulteriore conversazione telefonica, Celli avrebbe preannunciato alla presidente che l’interrogatorio di Gozi «sarebbe stato spontaneamente rinviato dal giudice» a data da destinarsi. Come in effetti accadde. Successivamente Celli si sarebbe fatto ambasciatore di altri presunti messaggi del giudice Buriani, il quale, secondo l’ex segretario per le finanze, voleva «costruire un rapporto» con la Tomasetti e la Bcsm.

In un altro esposto, questa volta inoltrato alle autorità sammarinesi, la presidente precisa che Buriani «richiedeva per ben tre volte incontri» con lei «per discutere di temi diversi dal relativo procedimento», evidenziando come tali proposte fossero avvenute «in un arco temporale piuttosto particolare» e cioè nei giorni in cui la Bcsm «doveva esprimersi su un’offerta di acquisto (quella della Stratos, ndr) relativa alla predetta banca gestita dal dottor Guidi», con cui Buriani avrebbe «un rapporto di amicizia e di famigliarità, come dallo stesso riferito». Dopo la messa in liquidazione della Banca Cis, il «corteggiamento» nei confronti di Gozi non si sarebbe comunque interrotto. (…)

Continua …

Fonte: Panorama, Giacomo Amadori