San Marino. Da RepubblicaSM: ”Questione di punti di vista”

Scriviamo queste righe come autotutela perché non sappiamo in questo clima cosa potrebbe accadere domani a chi non è allineato

I fatti in alcuni casi sono oggettivi.

Dire che l’acqua è bagnata non è questione di discussione. Altre volte invece le cose prendono una piega diversa a seconda di come le si vuole raccontare. Così va il mondo, ma non a San Marino. Dove vige il metodo di eliminare ciò che viene percepito come un problema. La Repubblica sta prendendo una brutta piega e lo si comprende anche dal gergo che viene utiliz- dato: “Il silenzio è d’oro”, oppure “infami”.

Terminologia questa che ritroviamo in ben altre realtà e ad esempio in Italia sulla bocca di particolari personaggi. Nell’Antica Terra della Libertà capita ad esempio che lo stimato Dirigente del tribunale sollevi fatti di una gravità enorme. Si badi bene: tali accuse sono mosse dal primo magistrato, non da un collaboratore di giustizia o da un delinquente patentato.

Ebbene in qualsiasi Paese democratico si andrebbe a verificare se tali fatti corrispondano al vero. Qui no. Si elimina il problema. Accade ancora che il Consigliere di Rete, Roberto Ciavatta sia solo l’ultimo in ordine di tempo a sollevare gravi accuse e criticità, ripetendo peraltro pedissequamente quanto contenuto nella indagine sul caso titoli, dove vengono raccontati episodi da fare accapponare la pelle.

A San Marino non solo non succede nulla. Anzi, piuttosto che indignarsi per quanto emerso circa l’operato di Banca Centrale – che ha sempre avuto l’incondizionato avallo del governo – ce la si prende col giornalista che avrebbe divulgato documenti coperti da segreto. E ancora si minaccia il Consigliere Ciavatta per le sua parole.

A proposito di segreto istruttorio e minacce, chiudiamo con il direttore di giornalesm.com, Marco Severini. Salvatore della patria quando durante il ballottaggio attaccava ferocemente la Dc, nemico n.1 di San Marino oggi che pubblica l’indagine sul caso titoli, attacca l’attuale maggioranza e ipotizza il coinvolgimento della stessa politica.

C’è chi lo insulta e gli augura persino la morte!

Qualche tempo fa dall’opposizione si è gridato al colpo di Stato. Dal canto nostro non possiamo che essere preoccupati e temre anche noi per il nostro lavoro e la nostre persone: già un giornale è stato fatto chiudere e giornalisti sono finiti inquisiti e condannati per avere denunciato questi fatti in tempi non sospetti. Scriviamo queste righe come autotutela perché non sappiamo in questo clima cosa potrebbe accadere domani a chi non è allineato.

La RepubblicaSM