San Marino. Da Rete un odg che porterebbe il Titano al fallimento! Marco Gatti “sventola” il secondo “cartellino giallo”. Al “Var” di Via delle Scalette la conferma “dell’espulsione”.

Non sono mai stato generoso con questo governo e con questa maggioranza, ai quali imputo l’incapacità di mettere in campo una politica a 360 gradi finalizzata allo sviluppo e al consolidamento del risanamento. Certo, prima di costruire una casa vanno create solide fondamenta… E, almeno su questo fronte, all’Esecutivo attuale va riconosciuto il merito di averle posate, riequilibrando i conti pubblici e ricreando la necessaria liquidità delle casse statali, devastate dalle note vicende, oggi in taluni casi oggetto di accertamenti giudiziari che, si spera, faranno piena luce sulle responsabilità penali. Ma non possono mancare, in questa devastazione dei conti pubblici -in un contesto dove parte della politica sembrava perseguire gli interessi della “governance” CIS anche a discapito dell’interesse economico del Titano e quindi del benessere della sua collettività-… Ma non possono mancare -dicevo- responsabilità politiche che andrebbero oggi accertate da una autorevole Commissione di inchiesta parlamentare che, però e purtroppo, nessuno sembra oggi volere.

“A inizio legislatura -spiegava Elena Tonnini, Segretario di Stato agli Interni in quota Rete, sabato nel corso della sessione straordinaria del Consiglio Grande e Generale in cui si è approvato il cosiddetto rollover del debito- ci si è trovati con un bilancio disastroso, eredità lasciata dalla precedente legislatura. Il paese era stato infiltrato da interessi esterni con azioni che hanno avuto conseguenze a livello economico nei gangli principali del paese che hanno creato danni consistenti al nostro bilancio. Proprio a causa di personaggi posizionati dallo scorso governo e maggioranza nei gangli economici principali del nostro Paese, si è arrivati alle vicende di Banca Cis, all’operazione titoli, al bilancio Carisp in perdita di 530 mln…”

“Questa è l’eredità raccolta da questo governo”, ha concluso il Ministro di Rete.

Sta di fatto che Rete, più o meno palesemente, abbia bocciato l’azione della Segreteria di Stato alle Finanze, la quale, però, ha il compito di trovare i fondi per finanziare spese di altre segreterie. E le segreterie di Stato che assorbono circa i due terzi della spesa pubblica -lo ha spiegato lo stesso Gatti da Rtv- sono quella agli Interni, che ha la responsabilità della Pubblica Amministrazione, e quella alla Sanità. Due ministeri a guida Rete dei quali sarebbe interessante conoscere il trend consolidato della spesa nei bilanci precedenti e quello previsto nei futuri. Anche se almeno sul fronte sanitario l’apparenza è di un non trascurabile aumento della spesa. Ma questa è un’altra storia, alla quale spero che i Segretari di Stato Elena Tonnini e Roberto Ciavatta possano illuminare la cittadinanza nei prossimi giorni.

Sì, perchè uno dei metodi più efficaci per risanare i conti pubblici è la riduzione della spesa, o, meglio, il miglioramento del rapporto spesa-entrate, mentre il modo migliore per devastarli è procedere in senso opposto. E, potrebbe dare lezioni una forza politica che, nel momento di crisi, anziché diminuire la spesa delle Segreterie che guida, la dovesse aumentare? Ma torniamo alla concretezza dei fatti attuali…

Avevo preannunciato sabato scorso, su queste stesse pagine, che in Aula sarebbero riecheggiate anche strumentali stupidaggini (ovviamente in materia di finanza). Ma non pensavo che queste potessero esser messe nero su bianco in un ordine del giorno. Eppure, è successo anche questo! …Addirittura dai banchi di maggioranza, “grazie” a Rete. Come un fulmine a ciel sereno, il Movimento “simil-grillino”, tramite il suo capogruppo, ha depositato un ordine del giorno che suona come una bocciatura implicita dell’azione del Segretario di Stato Marco Gatti (Pdcs) e relativo commissariamento della Segreteria alle Finanze. E non lo sostengo solo io! Lo stesso Gatti, senza mezzi termini, dai microfoni della Tv di Stato, non ha utilizzato giri di parole o diplomazia per accusare Rete di avere finalità occulte dietro la sua azione. “…Forse -ha detto testualmente- le finalità dell’ordine del giorno di Rete sono altre”.

Già, ma quali? L’unico obiettivo che i contenuti di quell’odg possono centrare è evidenziare la grande incompetenza, in materia finanziaria ed economica, di Rete. Ma non credo che le “altre finalità” del movimento fossero quelle di evidenziare, almeno in chi ha un minimo di cultura finanziaria, l’assoluta inadeguatezza di Rete a governare un Paese. In ogni caso, quell’obiettivo appare oggi pienamente centrato!

E vi spiego, in maniera più semplice e comprensibile possibile, perchè. La chiave sta tutta nei punti 1 e 2 del’odg dove, rispettivamente, si vorrebbe prima imporre di “depositare entro il 31 luglio” la riforma “delle imposte dirette” (tasse) “idonee -recita testualmente il documento di Rete- a ridurre il deficit di bilancio…”; poi, “una graduale riduzione” del debito, ricercando “fonti interne di finanziamento dello stesso”.

Tradotto in parole “povere” il significato di questi due punti -non essendoci alcun richiamo a politiche di sviluppo finalizzate ad aumentare il Pil e consumi (anzi c’è nei fatti lo stop al Des, che piaccia o non piaccia era l’unico progetto di sviluppo portato in Aula da questo esecutivo)- è chiaro: ridurre il debito con l’aumento delle tasse (implicitamente su imprese, lavoratori e famiglie, perchè non c’è altro gettito possibile in assenza di sviluppo) e sostituire il debito estero con debito interno, una soluzione demagogica che, però, nel secondo punto, esercita non poco fascino sulla cittadinanza.

Ma, come la storia finanziaria insegna, quale sarebbe l’effetto di un aumento della pressione fiscale unito al “congelamento” di risorse finanziarie interne, quindi sottratte all’economia reale? Non serve un laureato alla Bocconi per rispondere: perdita di concorrenzialità sui mercati per le attività economiche sammarinesi con conseguente contrazione del fatturato; perdita di potere di spesa per le famiglie e quindi riduzione dei consumi. In una parola calo del gettito fiscale per le casse statali!

Consiglio, ai politici di Rete, di approfondire la cosiddetta “debt-deflation theory” elaborata già nel 1933 da Irving Fisher (sono riuscito a comprenderla io con una formazione “artistica”, può comprenderla chiunque abbia un QI superiore a quello di un primate). Secondo questa, la perdita di potere di acquisto di una comunità genera inderogabilmente deflazione, ovvero innesca un circolo vizioso devastante per ogni economia, grande o piccola che sia.

Ma cosa è la deflazione? In maniera semplicistica -molto semplicistica, ma così si capisce il circolo vizioso che genererebbe la politica finanziaria suggerita nell’odg di Rete-, si verifica quando, ad esempio, i cittadini perdono potere di acquisto; i consumi crollano; il gettito fiscale si riduce; si alza la pressione fiscale per far fronte alle esigenze economiche dello stato (garanzia di servizi essenziali, stato sociale ecc…). L’aumento delle tasse genera un ulteriore perdita di potere di acquisto, che a sua volta genera un ulteriore contrazione dei consumi… E così via, in eterno, fino all’inevitabile crack di una sorta di schema Ponzi stupidamente generato o alimentato.

Per far piombare il Titano in deflazione -peraltro in un momento in cui le famiglie sono già in difficoltà per il caro energia e l’inflazione altissima, non compensata dagli aumenti salariali- basterebbe già il solo punto 1 dell’odg. Ma non contenti, in Rete, hanno aggiunto un secondo pesante cappio all’economia sammarinese nel punto 2: trasformare il debito estero in debito finanziato, almeno in parte, dall’economia sammarinese. Una misura che toglierebbe altre risorse dai consumi, visto che milioni e milioni che le banche potrebbero destinare a prestiti, le imprese a sviluppo o le famiglie a spese,verrebbero bloccati in bond statali.

Questa volta, quindi, Rete -dopo aver costretto gli alleati a ritirare l’unico progetto di sviluppo portato avanti dalla sua maggioranza (il Des appunto)-, ne ha combinata un’altra! Mandando su tutte le furie sia il Segretario di Stato alle Finanze, durissimo e “velenoso” nientemeno che dai microfoni della Tv di Stato… Rimediando -se fosse una partita di calcio- il secondo cartellino giallo, dopo il primo incassato sul Des.

Ma che succede quando “l’arbitro” sventola per due volte il cartellino giallo durante un match? E’ cartellino rosso! Espulsione. Cacciata dal campo. E, come detto, il secondo “giallo” è stato palesemente sventolato, in faccia a Rete, dal Segretario di Stato alle Finanze, il democristiano Marco Gatti. Non resta, ora, che attendere l’esame della “sala VAR” di Via delle Scalette per ufficializzare la pressochè scontata espulsione dal campo della maggioranza.

Del resto, già dall’autunno scorso, a più riprese, anticipavo che la primavera sarebbe stato scenario della crisi di governo. Uno scenario che oggi si è palesemente confermato. Certo, qualcuno cercherà di riattaccare i “cocci”, ma ogni tentativo sarà vano. Nei prossimi giorni si riuniranno gli organismi democristiani e -possiamo giurarci- Gatti spingerà con decisione per la crisi trovando terreno fertile in quasi tutto il partito. E così faranno le forze socialiste. Ma, anche in tal caso, non si potrà votare prima dell’autunno, quando regole e regolamenti permetteranno il voto nonostante le impellenze del bilancio.

Fino ad allora potrebbero essere sostituiti i segretari di Stato di Rete che diverrebbe a tutti gli effetti un movimento di opposizione ad una maggioranza estremamente risicata ma con numeri in grado di governare per l’estate. Vedremo nei prossimi giorni…

Infine, va evidenziato -almeno in questo caso- il grande senso di responsabilità dell’Aula che ha responsabilmente licenziato il “rollover”. Soprattutto di Repubblica Futura che, vista l’uscita di Libera, si presume nel timore che i consiglieri di Rete potessero non partecipare al voto facendo così venire meno il numero legale, ha determinato l’inefficacia di ogni eventuale azione che il movimento “simil-grillino” sammarinese avrebbe potuto mettere in campo -come sembra avesse minacciato in precedenza- per far naufragare l’indispensabile provvedimento.

Enrico Lazzari