San Marino. DAGLI ALL’UNTORE!!! …. di Erasmus

Antonio FabbriDAGLI ALL’UNTORE!!!

Dagli all’untore! Come nella peste di Manzoniana memoria, mi è sembrato di respirare lo stesso clima di monatti e plebi inferocite, nel servizio di Ballarò di martedì 29.  Un servizio maleodorante che ha chiamato in causa  il nostro Paese. Prima ancora

che venisse messo in onda, La Voce aveva chiaramente commentato l’articolo

dell’Espresso. Il servizio della televisione di Stato italiana, è l’ulteriore prova del       fallimento della Disclosure, protratta per due mesi per far cassa vista la risposta    molto  limitata dei contribuenti. C’è la necessità di distrarre italiani ed europei dalle cose   più serie, che riguardano la disoccupazione, la decrescita, la povertà che vede sempre di più aumentare il numero delle famiglie e degl’individui che attraversano tale infernale soglia. Allora, cosa c’è di meglio di fare un bel servizio denigratorio,    sulla malconcia e quasi morta Repubblica.

Gl’ingredienti sono i soliti: un po’ di vecchie pratiche o processi od inchieste decotte, condite con un po’  di “si dice, qualche intervista al citofono od al cellulare, aggiungi due battute di Pierino Isoldi e per finire “mantecare” con un intervista al solito giornalista sammarinese, con riprese della Cassa dei Risparmi, dei suoi loghi ed il piatto è imbandito per il solito talk show di moralizzazione a buon mercato. Il giornalista, Fabbri, spiega che dietro ai soldi depositati nelle banche sammarinesi ci sono le mafie, camorre prostituzione, gioco d’azzardo, droga.

Che a San Marino, ma anche in Italia, Svizzera Lussemburgo, Andorra e dintorni, le banche non siano  andate tanto per il sottile, sulla provenienza ed origine di tanti rivoli di denaro non ci piove!

Che però oggi a San Marino sia ancora così non mi pare, considerate le normative antiriciclaggio, la severità di norme e pene, il timor panico che governa il sistema finanziario sammarinese. Bisognerebbe chiedere a Fabbri, per chi lavori oltre che per la Filippini editore. Bisognerebbe chiedergli se è giusto fare il giornalista giustizialista, a spese del Paese dove si lavora.

Bisognerebbe in nome della trasparenza chiedergli di pubblicare la sua denuncia dei redditi. Certo che “carmina non dant panem” ovvero scrivere è un mestiere malpagato….ma così poco Fabbri, non l’avremmo mai creduto.

Forse per far quadrare il magro bilancio, sarà stato costretto ad esibirsi nella comparsata da Ballarò per buttare ancora un po’ di fango sulla Repubblica.

Fa bene perché il sistema glielo consente.

Non una parola, sul fatto che siamo in “white list” ed abbiamo gli stessi paletti dei paesi grigi e di quelli  non collaborativi. 

Con l’Italia,  non abbiamo firmato nemmeno gli auguri di Natale La disclosure riguarda gli italiani, inventori e produttori, delle Onorate società, dei Mose, delle Coop, di Roma Capitale……. E poi le Banche Italiane, in piedi con i soldi  della BCE senza dimenticarci di passare da Montepaschi e Banca Marche, tutte aiutate e soccorse dal Vigilatore, mentre da noi i “villeggianti romani”, chiudevano e commissariavano le nostre banche, sempre con loro uomini, regalando i buoni  clienti ed i bonifici, agli amici degli amici e le passività ai sammarinesi. !

Bisognerebbe che i giornalisti italiani andassero a fare un prelievo di 2000 euro  nelle banche sammarinesi, per vedere le montagne di difficoltà, di carte di fogli, di moduli dovranno compilare, non prima d’aver prenotato una somma che in Italia si ritira dai bancomat. !  Solo una domanda: abbiamo visto Isoldi, guidare la macchina entrare ed invitare l’intervistatore nella villa dove sconta i domiciliari. Strani e    liberali “domiciliari”, quelli italiani ben diversi da quelli super controllati di Baruca e Podeschi che, se non fanno in fretta ad aprir la porta, gliela sfondano. Anche in  questo siamo più  seri del Grande vicino.

ERASMUS

Fonte: La Voce