Con 32 voti favorevoli e 12 contrari, il Consiglio Grande e Generale ha approvato ieri il progetto di legge che regola le nuove emissioni di titoli di Stato, affidando al Congresso di Stato il compito di definire le caratteristiche specifiche delle operazioni. La maggioranza ha votato compatta, sostenendo la necessità di agire con rapidità sui mercati, mentre le opposizioni hanno duramente contestato il provvedimento, definendolo una “delega in bianco” pericolosa e priva di trasparenza.
Il dibattito in Aula, proseguito ieri con l’analisi articolo per articolo, ha visto le forze di minoranza esprimere una ferma contrarietà. L’accusa principale è quella di aver esautorato il Consiglio dal suo ruolo di controllo su una materia strategica come il debito pubblico. Le opposizioni hanno manifestato preoccupazione per la discrezionalità concessa al Governo, che potrà definire con regolamento aspetti cruciali come prezzo, forma, legge applicabile e foro competente delle emissioni. Dai banchi di Repubblica Futura è stato lanciato l’avvertimento che si arriverà a “rimpiangere i decreti”, mentre da Motus-Libera è partito un appello alla maggioranza a “fermarsi”. Esponenti di Rete hanno sottolineato che l’indebitamento è un atto politico che deve rimanere in capo all’Aula, avvertendo che i futuri regolamenti potranno essere impugnati legalmente.
Di fronte alle critiche, il Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, e gli esponenti di maggioranza hanno difeso l’impianto della legge. È stato ribadito che la rapidità è essenziale per cogliere le condizioni di mercato più favorevoli e che, in ogni caso, non è il Governo a decidere i tassi di interesse, ma il mercato stesso. Il Segretario Gatti ha spiegato che il mercato interno sammarinese non è abbastanza grande e liquido per assorbire il debito, rendendo inevitabile il ricorso ai mercati internazionali. Alla domanda ricorrente dell’opposizione, “Chi controlla?”, Gatti ha replicato ricordando che esistono diversi organismi di controllo e ha risposto seccamente alle preoccupazioni sull’impatto per le generazioni future, affermando che senza l’accesso al mercato internazionale il Paese sarebbe già in default.
La legge introduce anche novità come la costituzione di un fondo di ammortamento presso la Banca Centrale e specifica una serie di beni pubblici, come il patrimonio culturale, che non potranno essere posti a garanzia. Nonostante la battaglia delle opposizioni su ogni articolo, il provvedimento ha superato lo scoglio della seconda lettura. I lavori consiliari, dopo aver ratificato mercoledì anche il decreto per il rinnovo di 50 milioni di titoli del debito interno, proseguiranno oggi con l’avvio del dibattito sull’Assestamento di Bilancio.
Il report integrale dei lavori consigliari di AskaNews: 20251106 – Consiglio Grande e Generale – Report giovedi? 6 novembre 2025 pome












