San Marino. Dal tirocinio in Usl alla laurea, Yuliana Petecariu: “Senza scuola si rimane ai margini della società” (L’intervista di David Oddone)

Non riflettiamo mai abbastanza sull’importanza di avere un lavoro che ci permetta di esprimerci al meglio realizzandoci come persone sia dal punto di vista umano che da quello economico. Purtroppo in molti casi nemmeno impegnarsi a scuola e ottenere determinati titoli di studi offre la garanzia di riuscire a ricoprire i ruoli per i quali tanto ci eravamo impegnati. Senza scuola però si è condannati ai margini della società, checché se ne dica dell’inarrestabile avanzare dell’intelligenza artificiale, c’è un grosso e invalicabile discrimine tra chi è andato a scuola e chi invece non ha potuto accedervi. Ne abbiamo parlato con Yuliana Petecariu che ha di recente concluso un tirocinio presso l’USL e che la settimana scorsa si è laureata in Scienze Giuridiche con indirizzo in Criminologia.

 

Yuliana, lei ha una storia molto dura alle spalle e tra le tante rinunce che le sono state imposte c’è anche lo studio. Se la sente di raccontarsi?

“Grazie anzitutto per questa opportunità, per me è particolarmente importante raccontare la storia del mio vissuto. Sono nata in Romania e purtroppo lì la mia famiglia d’origine mi ha abbandonata e non è andata meglio con quella adottiva. Per me il babbo e la mamma avevano progetti non proprio edificanti per cui avrei dovuto lavorare in casa, nei campi ed essere per così dire, il bastone della loro vecchiaia. In quella famiglia non mi sono mai sentita libera perché mi imponevano di non parlare e soprattutto mi hanno negato lo studio che invece mi incuriosiva e mi appassionava: avrei voluto studiare come tutti gli altri e imparare delle cose che mi garantissero il futuro”.

 

In qualche modo lei è riuscita a conquistare il futuro e realizzarsi nonostante tutto.

“Confermo, ci sono riuscita perché il ruolo di vittima non mi si attaglia e ho sempre intravisto, anche nei momenti bui, una luce in fondo al tunnel. Purtroppo mi hanno anche maltrattata e quando leggo sui giornali di donne violentate o addirittura uccise mi capita di tornare indietro nel tempo, di provare ancora quelle terribili sensazioni. Noi donne dovremmo allenarci a riconoscere i campanellini di allarme e trovare dentro di noi la forza di allontanarci dal dolore. Io me ne sono andata dalla mia casa senza niente una prima volta riuscendo a intraprendere con le mie sole forze una carriera lavorativa nell’ambito della moda dove iniziando dall’essere una semplice sarta, ho ottenuto il ruolo di supervisore generale delle linee di produzione. Anche da lì sono dovuta andarmene senza nulla perché mi sono imbattuta in una persona che si è rivelata potenzialmente pericolosa per me. A San Marino ci sono arrivata senza soldi ma poi ho trovato un lavoro e il riscatto è giunto quasi subito. A quel punto avevo due strade: godermi la mia nuova vita comoda conquistata grazie al lavoro ma grazie anche a chi quel lavoro me lo ha dato pagandomi onestamente e riconoscendo diritti che altrove sono negati, o dividermi tra lavoro e scuola, investendo risorse nel futuro che avevo sempre sognato”.

 

Immagino abbia scelto la seconda.

“Esatto, mi sono iscritta alle scuole serali e non ho pensato ad altro finché non sono riuscita a concludere l’iter. Una volta concluso il percorso non ho perso di vista il mio obiettivo ma mi sono soltanto fermata un po’ per poter realizzare l’altro mio grande progetto, quello di formare una famiglia e mettere al mondo una bimba. Appena mia figlia Arianna è diventata autonoma, è stata lei stessa a supportarmi nella decisione di iscrivermi all’Università, è lei la mia prima supporter. La laurea per me è stata una lunga battaglia, non è mai facile riprendere gli studi alla mia età, oggi ho 45 anni. Sono così riuscita a colmare un vuoto e sono tanto soddisfatta di non avere mollato. So che la teoria non basta e che è solo un primo piccolo passo anche se per me rappresenta qualcosa di più, una soddisfazione immensa, un traguardo sempre sognato”.

 

Perché proprio Giurisprudenza?

“Le sembrerà un discorso già fatto ma per me che l’ho provato sulla mia pelle è tutt’altro che questo. La mia strada è stata lastricata di diritti negati, così per me l’importante è comunicare a fare in modo che di storie come la mia ce ne siano sempre meno. Mi impegnerò in prima persona sia per aiutare chi ad oggi non soltanto in Romania ma purtroppo anche nella nostra realtà, non riesce a completare gli studi per mancanza di risorse. In più darò tutta me stessa perché i diritti non restino sulla carta e le ingiustizie piano piano vengano cancellate. In questi mesi di tirocinio all’USL ho imparato tanto, mi sono sentita presa per mano da tutto lo staff che mi ha aperto un mondo su cose che avevo studiato ma che in fondo ancora non conoscevo. Francesca Busignani, l’SG di USL mi ha accolta come in una famiglia insegnandomi tantissime cose e spronandomi a mettere alla prova i miei studi. Posso dire che è stato un arricchimento reciproco e in futuro auspico di poter rappresentare realmente un valore aggiunto per le tante persone che hanno bisogno di aiuto. Il Sindacato USL è un punto di riferimento, questo l’ho potuto toccare con mano così come ho avuto modo di comprendere come lo staff sia impegnato anche fuori dall’orario di lavoro canonico, a dare risposte puntuali e un sostegno che non avrei mai immaginato da fuori. Per me è stata una lezione, un esempio che intendo seguire. Diciamo che ho realizzato un sogno nella speranza di far finire, grazie ai miei studi e alle cose che ho appreso durante il tirocinio, tanti incubi”.

 

David Oddone

(La Serenissima)