Dopo la tranvata elettorale proponiamo la prima intervista politica in assoluto a uno dei protagonisti che si sono salvati dalla disfatta, riuscendo nonostante tutto a entrare in Consiglio. Si tratta di Dalibor Riccardi, giovane Consigliere alla prima esperienza.
Consigliere, in prima battuta non posso non chiederle un giudizio sulle elezioni. Come è stato possibile perdere oltre mille voti tra il primo e il secondo turno?
“Credo che per giudicare correttamente il risultato elettorale si debbano considerare entrambi i turni. Nel primo turno credo che la nostra coalizione abbia ottenuto un buon risultato come anche il nostro partito considerando la situazione con cui avevamo affrontato le elezioni: senza un segretario e con diverse fuoriuscite all’interno a poche settimane dall’inizio della campagna elettorale. Nel secondo turno invece il risultato non è stato per nulla soddisfacente ed i consensi mancati, come lei rimarcava, sono derivati dal fatto che sicuramente la nostra proposta politica basata sui contenuti, ha avuto un appeal minore nei confronti della popolazione rispetto a chi invece proponeva slogan talvolta azzardati oppure ha condotto una politica denigratoria nei confronti delle persone e nei confronti soprattutto di un partito a noi alleato”.
Col senno di poi pensate di avere fatto bene a non seguire gli altri democratici verso Ssd?
“Credo che pure su questo tema sia giusto fare chiarezza: nessuno ha mai mandato via qualcuno dal nostro partito. In quanto per nostra natura dalla nostra costituzione, noi abbiamo sempre cercato di aggregare, mai di dividere. Per quanto riguarda i nostri compagni fuoriusciti dal Psd, tengo a ribadire che all’interno di una seduta della Direzione vi fu una votazione democratica sulla linea da perseguire in termini di alleanze. La maggioranza del partito decise di dare continuità ad un percorso che era incominciato con la precedente legislatura e questa fu una scelta principalmente dettata dal senso di responsabilità che da sempre appartiene al Psd, cioè quello di non guardare ai colori politici ma quello di prediligere il bene del Paese. Detto questo all’interno del nostro partito sosteniamo che la scelta fatta era la più coscienziosa nei confronti della cittadinanza, quindi al momento non abbiamo alcun rimpianto in merito alla nostra scelta, semmai un po’ di preoccupazione di come su tanti argomenti vi siano grosse diversità all’interno della coalizione Adesso.sm”.
Non crede che il partito necessiti di un rinnovamento? Di che tipo?
“La parola rinnovamento oggi va di moda, molto spesso se ne abusa di questo termine; io credo che un ricambio generazionale all’interno di tutti i partiti ci debba essere come anche nel nostro, dove per fortuna abbiamo diversi giovani che in questa campagna elettorale si sono avvicinati, ragazzi che possono portare qualcosa di importante con il loro bagaglio culturale e con le loro esperienze professionali. Il mio concetto di rinnovamento si discosta da quello che in genere oggi avviene in molti movimenti e/o partiti. Cambiare nome, cambiare sigla, cambiare qualche volto così per farlo non è rinnovamento, per me il ricambio generazionale deve avvenire con le giuste tempistiche, tramite un processo di crescita all’interno dei partiti che porti alla formazione di una nuova classe dirigente cosciente e consapevole degli incarichi e degli oneri che derivano nell’intraprendere un percorso politico”.
C’è chi sostiene che lei assieme ad altri compagni siate già pronti a salire sul carro del vincitore. E’ così?
“Noi abbiamo fatto una proposta politica diversa in termini di alleanze, sicuramente è innegabile che con una parte di Ssd abbiamo condiviso percorsi comuni e quindi su determinati aspetti con coerenza e responsabilità confermeremo questi contenuti. Detto questo però siamo e rimaniamo un partito che al momento si trova all’opposizione ed il nostro compito è quello di vigilare l’operato della maggioranza e di fare le nostre eventuali proposte nel caso lo ritenessimo più opportuno. Inoltre tengo a ribadire che faremo una opposizione costruttiva se ce ne verrà data la possibilità da parte della maggioranza, ma ripeto la nostra proposta politica era differente quindi non siamo assolutamente pronti a salire su nessun carro dei vincitori”.
Quali sono state le emozioni nel sedersi per la prima volta sugli scranni del Consiglio Grande e Generale?
“Le emozioni sono state molteplici, sicuramente i fitti impegni delle prossime settimane mi aiuteranno maggiormente a superare le sensazioni che ho provato e continuerò a provare. Rimane comunque una grande gioia mista all’orgoglio di sapere di rappresentare una parte di popolazione che ha creduto in me, quindi sento decisamente la responsabilità di doverla degnamente rappresentare mettendo tutte le mie capacità al servizio del paese”.
A suo parere il governo in pectore è in grado di portare ad una reale inversione di rotta? Si fida?
“Sinceramente me lo auguro, perché prima di essere un consigliere di opposizione sono un cittadino quindi come tutti sento e vivo il bisogno della Repubblica di uscire da questo periodo di recessione economica, di difficoltà nel trovare contesti lavorativi, di non riuscire a vedere un futuro roseo, un futuro fatto di reali prospettive. Devo ammettere che al momento sono un po’ scettico perché riscontro ed ho riscontrato grosse divergenze nella coalizione di Adesso.sm, sotto diversi punti di vista, sia in termini di sviluppo economico sia in quelli di relazioni internazionali”.
Dobbiamo aspettarci una legislatura di rese dei conti o sarà possibile confrontarsi sulle cose da fare?
“Da parte del Psd non esistono legislature finalizzate a rese dei conti, ma come già ribadito in precedenza, il nostro senso di responsabilità ci impone il dialogo in maniera costruttiva con tutte le forze presenti in Consiglio”.
Negli ultimi anni abbiamo pubblicato le pagelle dei Segretari, che per ovvi motivi quest’anno non proporremo. Chiudiamo l’intervista con un suo giudizio sul vecchio governo e con un auspicio per il nuovo anno.
“Il mio giudizio sul vecchio governo non può che essere una sufficienza piena, dove vi è stato un primo biennio ottimo in termini di proposte e risultati ottenuti ed un secondo biennio molto più altalenante, dovuto a tanti fattori, principalmente ai tanti esponenti che oggi si ritrovano nella nuova maggioranza che hanno sicuramente frenato in maniera consistente l’azione del precedente governo, ma oggi non è più tempo di riservare rancori o rimpianti: è tempo di guardare al nuovo anno cercando sin da subito tutti assieme di lavorare per cercare di ridare prospettive e speranze al nostro paese”. Latribuna.sm