San Marino. Dalla riprensione alla “maggioranza grippata”; dalla fuga di Buriani alle riforme, al fronte della sinistra, al prossimo governo DC – RF. Intervista a ruota libera a Matteo Zeppa (Rete) … di Angela Venturini

Ecco l’intervista a Matteo Zeppa a firma di Angela Venturini. Buona lettura /ms

In seguito alla recente sentenza sul caso Simoncini, Rete è uscita con un comunicato stampa sulla riprensione. Ovvero, un semplice ammonimento, poco più di una pacca sulle spalle, il che equivale quasi ad avallare le molestie. Perché è così difficile eliminarla dalla norma? 

Il fatto di specie non è commentabile. In Consiglio abbiamo tenuto una posizione piuttosto chiara, non tanto su Simoncini, ma sulla vittima, costretta a rivivere il dramma ogni volta che va in tribunale, che viene interrogata, che legge di sé sui giornali. Il nostro primo dovere è pensare alla vittima. Per tornare alla riprensione, è come un buffetto. Abbiamo provato a toglierla dalla norma, anche sulla scorta di pareri positivi all’interno di alcune fronde della maggioranza. Invece ci siamo trovati l’emendamento bocciato. Lo ripresenteremo.

Ma perché questa reiterazione di conservatorismo maschile? Anche da parte di alcune donne…

Oggi, come ieri, in realtà, siamo in una condizione socioculturale di stampo schifosamente patriarcale, tendente ad annichilire il dibattito su certe aberrazioni, qui o in qualsiasi altro ambiente sociale; o quantomeno nell’affrontare una riflessione che dovrebbe essere svolta senza tanti giri di parole o voli pindarici, cercando di essere scevri da retaggi culturali obsoleti, ma soprattutto senza le sovra strutturazioni sociali che detta società patriarcale ha. Anche perché, ed è questo il punto dolente, alcuni, in primis i presunti protagonisti di certi fatti di cronaca, non si sono posti assolutamente il problema di non farlo.

C’è stato recentemente anche l’episodio di un atto di molestia in fabbrica. A parte le note dei sindacati e dei partiti, alla fine nessuno ha fatto niente. È davvero sconfortante…

È lo specchio della nostra società. Si fa presto a prendere una posizione pubblica, più difficile far seguire le azioni alle parole. Magari togliendo la riprensione dalla norma. Ci sono nell’ambito della legge altre possibilità di perseguire le molestie di genere, sicuramente con maggiore efficacia.  

Anche sulla Palestina, la maggioranza aveva cominciato a rispondere nello stesso modo, con ritrosia e con giustificazioni di natura geopolitica, pur di non fare nulla. Poi, le situazioni sono cambiate.

In effetti, all’inizio, più di uno in Aula aveva storto il naso sulla proposta di riconoscimento della Palestina. Ma era una cosa giusta da portare avanti, e abbiamo proseguito. Poi c’è stato davvero un passo in avanti. Non voglio pensare a motivi di opportunità politica, ma alla necessità vera che non si può tacere su quello che sta succedendo ormai da troppo tempo. Spero che la corsa politica abbia avuto una motivazione superiore, che non sia stato un semplice segnale di fumo che arriva dalla sinistra per un avvicinamento ideologico. C’è un’intervista del Segretario Beccari, il quale dice che il riconoscimento potrebbe avvenire anche prima di dicembre: vediamo… Dal punto di vista geopolitico, temo molto quello che potrà accadere la prossima settimana. 

Visto che parliamo di politica, che giudizio dà al governo, a un anno dal suo insediamento?

Come si dice in gergo motoristico: è una maggioranza un po’ grippata. È come quello che ha una Ferrari e non riesce a farla andare. Con una maggioranza di 44 Consiglieri, il governo dovrebbe andare con un filo di gas e invece, non va. Mi viene il paragone con la passata legislatura, durante il periodo Covid. Eravamo di fronte a qualcosa di terribile e di sconosciuto: lì davvero tutti hanno lavorato a testa bassa per fare qualcosa di buono per i cittadini. In quel caso ho visto la politica fare fronte comune, tranne qualche eccezione come sempre accade. Hanno voluto riproporre una maggioranza di 44, disomogenea, sempre più confusionaria, con manie di protagonismo da parte di qualcuno. L’idea che ho è che qualcuno voglia puntare la bandierina, siamo tornati ai frustoli… Purtroppo, anche nel governo, non si rendono conto che la gente non ce la fa più, che stipendi e pensioni di fascia medio bassa (cioè quella più numerosa) non bastano per arrivare a fine mese. È aumentato tutto e la riforma IGR è un attacco alle persone, soprattutto ai frontalieri. La cosa più bella di questi anni, è stata fatta nella scorsa legislatura con la legge sull’IVG, nonostante alcune posizioni ideologiche fuori da ogni raziocinio. 

Lei ha accennato all’IGR, ma sul tavolo ci sono la Sanità, il debito pubblico, il PRG, la Giustizia: qual è più importante?

Secondo me la Giustizia, perché insiste sulla sfera dei diritti, che appunto devono essere garantiti dalla Giustizia. Non va tutto bene in questo settore, ci sono ancora delle raffiche di vento che girano e promettono buriana.

Scusi per l’assonanza che sto richiamando, ma a proposito di giustizia, tribunali e processi eccellenti, si sente dire che l’ex giudice Alberto Buriani sia scappato da San Marino. Le risulta? 

È una voce che gira con insistenza da più fonti. Pare che non abiti nella sua casa e che abbia portato via tutti i suoi effetti. Ma non ho conferme ufficiali. 

Torniamo alla Giustizia, che riforma ci vorrebbe?

Innanzi tutto, ci vorrebbe la tranquillità. Insomma, quello che è successo nel 2016 e 2017, con un tentativo alberoniano di occupazione della Repubblica nei suoi gangli vitali, dal sistema istituzionale a quello finanziario, non va affrontato elargendo patenti di bontà o non bontà. Chi ci ha rimesso siamo noi, a livello personale, oltre che politico. Adesso capita che ci arrivi perfino qualche riconoscimento, che mi ha lasciato assai perplesso. È cambiato il vento? Non lo so. E comunque si sta ancora cercando di rimediare ai danni fatti quella volta. 

Lei non parla di cricca per quel periodo, forse perché è un termine riduttivo? Forse perché la cricca c’è sempre stata e c’è ancora?

Noi siamo un’enclave dove ci riproduciamo tra noi stessi. È mancata totalmente quell’evoluzione del DNA che fa maturare le comunità sociali e così continuiamo a fare leggi che consentono di fare le gabole. Ma le gabole non le sappiamo fare, vengono scoperte, creano una serie di conseguenze che mettono nei guai tutti quanti. Bisognerebbe andare a scuola dai napoletani, che sono davvero dei geni, a loro non li sgama nessuno. Noi siamo dei pivelli. È un problema sostanziale, di cultura sociale, oltre che politica, che non si risolve da una generazione all’altra, purtroppo. 

Se Rete fosse al governo, adesso, cosa farebbe?

Quei venti milioni che Gatti vuole andare a prendere a lavoratori dipendenti e pensionati, li andrei a prendere da un’altra parte. Farei una patrimoniale, come Felici nel 2014, con cui raccolse dai 18 ai 20 milioni. Anche Gatti: che faccia una patrimoniale sulle seconde, terze, quarte, case. 

Riuscirà Rete a tornare in maggioranza?

Non lo so. Rete nel 2012 è stata un pugno nello stomaco per San Marino, più di altri movimenti, che non hanno lasciato il segno. Certi obiettivi che ci eravamo posti in quegli anni sono andati a sfumarsi un po’ perché le cose comunque cambiano. Oggi ci sono diverse possibilità. Una l’ho anticipata alla festa del 28 luglio di Libera e PSD, esprimendo l’auspicio di cominciare a parlare di un fronte di sinistra. Non per andare contro la DC, con cui tutti siamo stati al governo, ma per staccare questo cordone ombelicale. 

Non è che la Dc stia già subodorando qualcosa e quindi abbia cominciato a lavorare su altri fronti? È possibile che il prossimo governo sia Dc – Rf?

Se la pietra tombale è quella della Giustizia, sì!

Angela Venturini