E’ evidente a tutti il grande discredito che attraversa la politica. Ma la politica non può essere soppressa. La politica è indispensabile per governare il Paese. Deve però essere “buona politica” che gestisce in modo parsimonioso e giusto le risorse della comunità, che cura gli interessi generali, che organizza servizi pubblici di alto livello, che applica lo stato di diritto e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alle leggi, che favorisce la partecipazione popolare alla vita pubblica, che garantisce una informazione libera e rende pubblici tutti i dati di sistema, che opera per la crescita culturale degli individui, che promuove lo sviluppo economico e la piena occupazione dei lavoratori, che si impegna per il prestigio internazionale della Repubblica.
La fonte del discredito è la partitocrazia, una casta che vive sul clientelismo, sul voto di scambio, sul peso delle tessere, sui favoritismi, sulle prevaricazioni. La partitocrazia è diventata portatrice di ambizioni smisurate, di lotte per il potere, di interessi particolari, di intrallazzi, di personalismi. I danni arrecati dalla partitocrazia sono enormi. Ha fatto dilatare la spesa corrente dello Stato e ha spinto l’indebitamento pubblico a livelli insostenibili. Ha promosso dirigenze senza merito e con scarse competenze. Ha preteso finanziamenti illeciti per le campagne elettorali. Non ha svolto il ruolo che compete alle organizzazioni politiche di preparare e selezionare la classe dirigente, producendo solo dilettanti allo sbaraglio e nei casi peggiori approfittatori dai facili, illeciti, enormi arricchimenti. Ha affievolito il confronto e la vita democratica del Paese.
Occorre dunque una profonda riforma dei soggetti partitici che non hanno neppure le carte in regola per ottenere il finanziamento elettorale. E’ quindi indispensabile un completo rinnovamento unito ad un radicale cambiamento.
Emilio Della Balda