San Marino. Davide Natalini, amministratore Leon Engineering: ”ecco come sono andate le cose”. Indiscrezioni politici e sistema

NataliniEgregio Direttore Severini,
ho letto l’articolo uscito oggi che interessa Leon Engineering e, visto il contenuto, mi sembra

doveroso, quantomeno, avanzare delle precisazioni, considerato anche l’invito a rispondere alle Sue domande pubblicate.

E’ chiaro che da come si svilupparono le critiche sulla LEON ENGINEERING S.p.A. “qualcuno”, o forse e? meglio dire il “sistema” – considerato che il Segretario Belluzzi in un Suo commento apparso all’epoca, l’ha individuato come causa del dissesto – ebbe certamente molto interesse a far chiudere una societa? che, molto probabilmente, iniziava a dare fastidio.

Che se ne dica (mi scusi Direttore ma non ho lasciato nessun buco da milioni di €uro, i numeri parlano chiaro e i bilanci della Societa? sono sempre stati controllati ed approvati da Organi di controllo legali), Leon Engineering S.p.A. e? nata nel 2008 con capitale sociale versato di 77.000 €uro e fino al 2011 poteva essere considerata solamente una start-up. Dal 2012 compreso ha iniziato a crescere e in tre esercizi gli utili conseguiti sono stati totalmente reinvestiti al capitale (senza mai neanche l’assegnazione di un centesimo ai soci) ottenendo l’aumento, dapprima a 350 mila, poi a 700 mila e infine a 900 mila €uro. Tengo inoltre a precisare (e chi si intende di attivita? mi puo? capire) che a fronte del capitale sociale di 900 mila €uro (che a bilancio si iscrive al passivo), all’attivo, tra le varie immobilizzazioni, erano presenti anche 925 mila €uro in denaro liquido, tutto quanto detenuto e investito nelle Banche sammarinesi. Il fatturato e? sempre stato in crescita senza mai un tentennamento con cifre a sei zeri (dove il numero non iniziava con l’1) e che, con l’andamento positivo, presto si sarebbe arrivato a quota sette zeri.
Era normale raggiungere questi traguardi, dato che l’attivita? della Societa? era nel settore energetico dove, per esempio, un impianto fotovoltaico da un Megawatt veniva pagato un milione e mezzo di €uro e grazie alla mia volonta?, ma soprattutto di quella dei bravi ragazzi (tutti sammarinesi) che vi lavoravano all’interno, si era arrivati a creare un contesto lavorativo bello, pulito e, cosa per me fondamentale, con ottimo spirito di gruppo.

Su queste basi e con il lavoro in costante crescita e? chiaro che c’era la necessita? concreta di investire anche sul personale dipendente. Per questo motivo fu fatta la scelta del piano occupazionale con il Segretario Belluzzi, il cui accordo non e? stato oggetto di alcun voto di scambio o favore particolare (almeno da parte mia).

Se pero? devo essere onesto nel citare questo, altrettanto devo esserlo nel dirLe, egregio Direttore, che successivamente a un primo periodo in cui il numero dei dipendenti cresceva in base, squisitamente, alle esigenze dell’Azienda (ero io che chiamavo e selezionavo il personale – tutto sammarinese – cercando nei candidati i requisiti richiesti ) “il sistema”, diciamo cosi?, e? intervenuto poi a condizionare la scelta nominativa di alcuni degli assunti. Una volta raggiunte nove unita? dipendenti a tempo indeterminato (su venti previste dal piano occupazionale che prevedeva un periodo di tempo biennale per raggiungerle), fui invitato apertamente e direttamente dal “sistema” ad assumere i nomi che proponeva il “sistema” stesso, facendomi capire che “cosi? si fanno le cose”.

Dovetti per forza accettare e le ultime due figure entrate in LEON ENGINEERING si presentarono perche?, diciamo cosi?, avevano il cognome giusto (o forse la tessera?) per il “sistema”. Dopo i due raccomandati (perche? e? cosi? che devono essere chiamate le cose) “il sistema”, senza che io ne facessi alcuna richiesta, mi invio? a colloquio anche il sig. Gerardo Giovagnoli (che Lei cita nell’articolo di oggi) con richiesta di assunzione a tempo indeterminato (tanto avevo ancora 9 buchi ancora vuoti da coprire con l’accordo occupazionale) con l’avvertimento, pero?, che questa figura doveva essere ben retribuita sulla base delle Sue qualifiche e competenze, ma con la piena e totale liberta? di venire a lavorare, come no, per il mantenimento a Sua tutela delle assenze giustificate dagli impegni politici. Rifiutai categoricamente affermando in sede di colloquio che in LEON ENGINEERING si sarebbe entrati per meriti e, in ogni caso, le ore e le giornate lavorative sarebbero state uguali per tutti, con la precisazione che stavo cercando ingegneri da assumere per lavorare e non per prendere uno stipendio in barba a chi lavora davvero. Uscito dal colloquio, il candidato non si presento? piu?.

Lei puo? ben capire, Direttore Severini, che, comunque, questo clima e tutte queste intrusioni subite dal “sistema”, non potevano certamente fare bene alla squadra dei 9 ragazzi che, precedentemente, entrarono per capacita?, meriti e grande volonta? di lavorare onestamente per mettere a frutto le loro competenze, i loro studi, le loro esperienze e la loro professionalita?.

Nel mentre c’era in ballo anche il grande bluff da me denunciato sia “al sistema” che ai Commissari della Legge, in merito ai raggiri che avevo subi?to a Dubai per il tramite di soggetti correlati con la BAC (di cui Lei, Direttore, ne diede risalto nel Suo Giornale).
Giunti a questo punto, anche uno stolto avrebbe capito che ero un soggetto scomodo, non disposto a scendere a compromessi e senza alcun cartellino del prezzo cucito addosso.

Chiaramente ero ben consapevole che stavo rischiando molto, ma per me c’era solamente la tutela della mia Azienda. Sapendolo bene anche il “sistema”, la cosa che solitamente accade in questi casi quando si vuole fermare un imprenditore e quella di chiudergli i rubinetti bancari. Chiunque amministra un’azienda sa benissimo che senza il credito bancario, non si fa nulla. I miei contratti milionari, senza lo sconto e l’anticipazione (cosi? come potevo avere prima) sarebbero diventati carta straccia. E cosi?, purtroppo, e? avvenuto.
“Il sistema” stesso e? intervenuto per cercare un accomodamento presentandomi un Istituto di Credito sammarinese ove ho avuto modo di incontrare “qualcuno” (un tempo seduto in una Segreteria e oggi al centro della piu? importante inchiesta giudiziaria sammarinese). “Caso strano”, poco dopo anche quella Banca interruppe il rapporto. Da li? in poi, con l’impossibilita? ad operare finanziariamente, si e? verificato il blocco aziendale che ha colpito non solo Leon Engineering ma anche le Sue controllate, come la Leon Corse che aveva iniziato la propria attivita? con l’iscrizione all’intero campionato italiano rally terra. Per chi se lo fosse dimenticato, la scuderia e la stessa bandiera che portava la macchina sul tetto erano tutti di San Marino e …. non certo si puo? dire che avessi puntato troppo in alto verso mete irraggiungibili, dato che il pilota era quel Daniele Ceccoli, anch’egli sammarinese, che nel mese scorso ha portato sul podio, con meritato successo e innegabile talento, i colori biancoazzurri.

Certo che e? strano, Direttore Severini! In un primo momento Leon Engineering era di interesse di molti. Ha idea di quanti sorrisi, strette di mano, inviti e cordialita? simili ho ricevuto dal “sistema”? Lo sa quante persone, che e? facile presumere facessero parte del “sistema”, mi chiedevano – anche con una semplice battuta di spirito – se potevano avere intestato anche solo l’1% della Societa?? E lo sa che ho forti sospetti che a “qualcuno” …. ai piani alti …., tramite, magari, fiduciaria e mandato con prestanome gli sia riuscito?
Se non ricordo male, anche il Movimento Rete si domando?, un annetto fa sulla stampa, una cosa del genere.
Forse l’attuale Segretario alla Sanita? Francesco Mussoni, all’epoca Notaio rogante dell’atto costitutivo della LEON ENGINEERING S.P.A. (come dimostrato dalla fattura delle Sue competenze regolarmente a lui saldata che Le allego) si ricorda come erano composti i mandati fiduciari detenuti da Fincompany S.p.A., uno dei soci seduti al tavolo in sede di atto costitutivo.

Tengo a precisare, contrariamente a quel che lessi all’epoca sui giornali, che non sono scappato da San Marino, ne? ho mai pensato di aver voluto sfruttare i dipendenti per poi abbandonarli. Semplicemente il blocco dell’Azienda non ha fatto altro che rompere una bella e funzionante realta? aziendale, che dava stipendi, produceva redditi, girava il mondo portando con se? giovani tecnici e amministrativi di San Marino, bravi, competenti e ben accettati dai committenti e dalle controparti contrattuali. Al momento della rottura aziendale i loro disegni e i loro progetti si dividevano tra San Marino, Italia, Malta, Romania, Albania e Australia.
Vuole avere una prova di quello che dico, senza andare troppo lontano? Chieda a Luciano Zonzini (concessionaria Opel) se e? contento del suo impianto fotovoltaico. E’ stato interamente progettato dai ragazzi della Leon e se cerca sui Fixing trovera? anche un’uscita interamente dedicata a firma del compianto Loris Pironi.

Distinti saluti,

Davide Natalini

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