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Mi ha appassionato fortemente lo scontro interno all’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale suscitato dal Movimento Rete relativamente alla addotta decadenza di due Segretari di Stato: quello al Territorio e Ambiente, Matteo Ciacci, e quello al Lavoro, Alessandro Bevitori, ambedue di Libera, colpevoli -secondo la minoranza consigliare- di aver violato l’art.9 della Legge Qualificata sul Congresso di Stato n.184 del 15 dicembre 2015.
Ma che cosa dispone lo stesso art.9 nei suoi quattro comma? Riassumendo dispone l’incompatibilità fra il ruolo di Segretario di Stato e, fra l’altro, la detenzione di cariche all’interno di realtà economiche come società, cooperative eccetera, sancendo a chiare lettere nel suo comma IV che “la violazione dei divieti comporta la decadenza immediata dalla qualità di Segretario di Stato.
Quindi, al di là del “casino” fatto in aula, alimentato in un comunicato congiunto dell’intera opposizione e rilanciato fino a ieri sui social dalle pagine di Rete, due segretari di stato di questo esecutivo sono realmente da considerare decaduti? Secondo Rete sì: “Nonostante la legge sia molto chiara in proposito, Bevitori sembra convinto che la cosa non lo riguardi” visto che “è stato amministratore fino al pomeriggio del 16 settembre” della “Ediltech srl”.
Peccato, mi verrebbe da dire se fossi un elettore di Rete (non voto a San Marino, invece), che il Segretario di Stato Bevitori, al pari di Ciacci (leggi qui), abbia di chiarito in precedenza (leggi qui) l’infondatezza dell’accusa.
Ma, per comprendere la pretestuosità dell’azione di un’opposizione compatta -che, come detto, perdurava fino a ieri- ripercorriamo i fatti, così come rammentati dal Segretario di Stato al Lavoro. Tutto ebbe inizio l’11 settembre quando Rete (forse vedendo nel sito internet di Ediltech srl il nome di Bevitori quale amministratore) inviò una segnalazione alla Segreteria Istituzionale denunciando la violazione dell’art.9.
L’Organismo preposto si mosse immediatamente inviando appena 24 ore dopo una richiesta di chiarimenti al Ministro che, nello stesso giorno, comunicò -e documentò concretamente- di aver dato le dimissioni dall’incarico in Ediltech entro i termini previsti, inducendo la Segreteria Istituzionale a chiudere la pratica smentendo l’accusa di Rete, Motus Liberi e Repubblica Futura.
Caso chiuso? Macché… Mi vien da credere, a questo punto -visto che ambedue i Segretari di Stato hanno comunicato di aver rassegnato le loro dimissioni nei termini previsti dall’art.9 della Legge qualificata 184- che nei banchi di minoranza si siano dimenticati di leggere l’articolato di legge nella sua completezza, dimenticando le disposizioni del Comma 3 del medesimo art.9 che impone ai Segretari di Stato che rivestivano cariche dirigenziali o di controllo in società o cooperative di “dimettersi dalle” cariche stesse “entro cinque giorni dalla prestazione del giuramento”, distinguendo non a caso da chi esercita “la libera professione o l’industria, l’artigianato o il commercio”, per i quali viene imposto un limite di 30 giorni entro i quali sospendere concretamente l’attività.
Ma perchè questa distinzione fra le categorie? Semplice, perchè le tempistiche di sostituzione di un -ad esempio- amministratore societario, prevedono un iter burocratico preciso che fa slittare di settimane, talvolta di mesi, la sua sostituzione.
Sta di fatto che la Legge qualificata in questione, nei casi di Bevitori e Ciacci, per la tipologia di incompatibilità e di carica rivestita precedentemente alla nomina nel Governo, prevede una cosa precisa e nulla in più: il rassegnare le dimissioni irrevocabili entro 5 giorni dal giuramento.
Lo hanno fatto? Secondo quanto comunicato dagli stessi e vista l’assenza di provvedimenti da parte della Segreteria Istituzionale non si può che concludere con un sì. E ciò -se non smentito con documentazione o argomentazioni concrete da chi sostiene il contrario- rende la posizione di Rete, Motus Liberi e Repubblica Futura una sorta di battaglia contro i “mulini a vento”. E, l’accusa di “decadenza” di due membri di Governo una mera stupidaggine.
Possibile che nell’intera opposizione, nessuno sappia -o faccia finta di non sapere- che l’art.9 impone solo le dimissioni e non la conclusione dell’iter di sostituzione del dirigente dal ruolo indicato come incompatibile? Eppure, quella che mi appare come una “stupidaggine” viene ancora cavalcata e lanciata all’opinione pubblica come se fosse un “Vangelo”… Il Vangelo secondo Giovanni Maria, verrebbe ironicamente da dire scorrendo ieri le singole bacheche Facebook…
Perché, chiederebbe oggi una qualunque mente pensante ai tre “sopravvissuti” del Gruppo consigliare retino, dopo che la vicenda non ha trovato provvedimenti nella Segreteria Istituzionale, non ci si è arresi all’evidenza costringendo l’intero Consiglio Grande e Generale a dedicare tempo -e non poco- a questa vicenda? Retem RF e Motus hanno elementi concreti che smentiscano le conclusioni della Segreteria Istituzionale e le affermazioni dei due Segretari di Stato? Sì? Che si aspetta a renderle pubbliche?… No? Che si aspetta a comprendere che perpetrare significa prendere in giro i cittadini sammarinesi in un fare che mi ricorda tanto il peggior populismo del decadente grillismo -che mi piace definire “grullismo”, fingendomi per un attimo di origine toscane- italiano?
Che dire, poi, della stessa patetica vicenda che, relativamente al Segretario di Stato all’Ambiente, si è trasformata nientemeno che una divertente barzelletta (leggi qui)?
Enrico Lazzari