San Marino, “decreto bibite””, Rete accusa: “Siamo già di fronte a un nuovo caso Long Drink”

64 milioni di euro nel 2022, 104 nel 2023, addirittura 170 l’anno scorso. Il fatturato dell’export nel settore bevande ha numeri da boom economico. O da truffa.

Da tempo RETE sente e segnala la puzza di bruciato che sale da un settore più volte definito a rischio. Il Governo invece ha deciso di muoversi solo ora che siamo verosimilmente alla vigilia di un nuovo caso “Long Drink”.

Il Decreto bibite discusso mercoledì in Aula arriva colpevolmente tardi, quando il danno ormai è fatto e, quel che è peggio, rischia di punire le imprese sane, che hanno sempre lavorato rispettando le regole.

Il Decreto infatti prevede l’IVA prepagata sopra a certi livelli di fatturato e ad un certo numero di dipendenti. Definiti parametri e scaglioni, aggirarlo è un gioco da ragazzi: basta assumere parenti e amici per arrivare al tetto dei 5 dipendenti e tornare a fatturare milioni in esenzione.

Previsione?
I disonesti si staranno già attrezzando per bypassare il vincolo, mentre chi ha sempre operato con correttezza si troverà a dover prepagare una imposta italiana e a subire la concorrenza sleale dei mascalzoni.

Se poi parliamo di controlli, siamo alle comiche. Il Decreto non li mette in capo a un ufficio pubblico garante ma alla figura di un revisore – privato – che dovrà emettere il “visto di conformità” nei confronti della stessa azienda che lo stipendia!

Si accettano scommesse su quanti saranno i visti negati.

Ci siamo stancati dei giochini di questo Governo: se hanno amici o conoscenti nel settore da “tutelare”, lo dicano chiaramente e ci risparmino le baggianate che portano in Aula.

Comunicato stampa – Movimento Rete