Sta destando clamore, nei cittadini sammarinesi, la delibera n.21 che, “sentiti i riferimenti del Segretario di Stato al Territorio” e del “Segretario di Stato alla Sanità”, ha espresso “parere favorevole” alla “collaborazione con lo Studio Pagnoni Vita Ingegneri e Associati di Roma per l’avvio delle procedure per il completamento dell’analisi strutturale e per la redazione della relazione sulla vulnerabilità sismica dell’Ospedale di Stato”, precisando che il costo della collaborazione per le casse pubbliche sarà di 183mila euro, ai quali si aggiungeranno fino ad un massimo di 120mila euro per le indagini e le prove specifiche sulle strutture (carotaggi, indagini geologiche, ecc…).
Dunque, il Congresso di Stato, dopo aver ascoltato il riferimento di Ciavatta e Canti, ha dato parere favorevole alla spesa di circa 300 mila euro, senza ricorrere ad un bando pubblico di gara e scegliendo uno studio romano, nonostante figurino 60 professionisti abilitati in Repubblica e nonostante la prima fase di questo studio fosse stata fatta, nel 2015, dagli ingegneri sammarinesi Marco Gattei ed Enrico Biordi e fosse costata “solo” una trentina di mila euro.
Ciò non significa, ovviamente, che i 183mila euro della collaborazione, vista la complessità delle verifiche, sia una cifra spropositata, anzi, sarebbe allineata ai prezzi di mercato.
Nè significa che si sia ripetuto uno studio già effettuato. Infatti, nel 2015 i due ingegneri sammarinesi, nelle loro 110 pagine di relazione, propinavano la necessità di continuare, con la -chiamiamola- fase 2, 3 e 4, i delicati accertamenti finalizzati a quantificare in termini percentuali la sicurezza, la vulnerabilità sismica della struttura pubblica.
Ma perchè non è stato incaricato uno studio sammarinese?
O, perchè non si è fatta una gara pubblica?
Sembrerebbe per i tempi ristretti richiesti per il completamento dello studio, fissati nel 15 novembre prossimo. Termine, comunque, che leggendo bene la delibera n.21 non appaiono perentori, essendo -testualmente- “presumibilmente stimati”.
Inoltre, perchè tanta fretta, oggi, quando queste ulteriori fasi di indagine strutturale erano previste fin dal 2015 e sono state ignorate fino ad ora?
Impossibile saperlo.
Ma un indizio potrebbe essere rappresentato da una vecchia delibera del 2020, che impone una verifica di questo tipo qualora si intenda aprire un nuovo reparto o attività interna all’Ospedale di Stato… E un altro indizio è il progetto di istituire un reparto di radioterapia, dal costo di almeno venti milioni di euro e nonostante 16 centri simili siano attivi in Emilia Romagna e 4 nelle Marche. Qualcuno ha tanta fretta, forse, di investire un paio di decine di milioni?
Oppure, l’analisi commissionata agli ingegneri romani è finalizzata ad imprimere una forte accelerazione alla nascita del nuovo ospedale che richiede un investimento di un centinaio di milioni di euro?
Oppure, l’unico fine è la sicurezza degli utenti e degli operatori sanitari e parasanitari?
Del resto, alcune criticità, in particolare sulle opere di raccordo e collegamento dei tre blocchi, sono già state evidenziate nella “fase 1”…

L’accelerazione, in ogni caso, sarebbe stata imposta dal Direttore Generale Francesco Bevere, come risulterebbe da una missiva indirizzata, dallo stesso, al Segretario di Stato alla Sanità Roberto Ciavatta.
Bevere, nella stessa, non si sarebbe limitato a richiedere al Ministro Ciavatta il completamento delle verifiche di vulnerabilità sismica avviate nel 2015, così come suscitate da una nota del 29 giugno scorso sottoscritta dal responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione dell’Iss, ma si sarebbe spinto ben oltre arrivando a “suggerire”, nero su bianco nella stessa comunicazione, lo “studio Pagnoni Vita Ingegneri Associati” per l’esecuzione dell’incarico.
Studio Pagnoni Vita e Associati che poi, alla fine, ha ricevuto il parere positivo del Governo per l’incarico da 183mila euro più massimo 120mila euro per le spese degli accertamenti tecnici.
Ma a che titolo, vien da chiedersi, un Direttore Generale dell’ISS -se l’indiscrezione fosse confermata, come tutto oggi lascia intendere- indica al Segretario di Stato a quale azienda privata conferire un incarico simile?
Il Segretario alla Sanità potrebbe , dovrebbe spiegare ai cittadini anche questo aspetto… E, se non fossero già al corrente di ciò, forse dovrebbe spiegarlo anche ai suoi colleghi di Governo…
Nella stessa comunicazione sottoscritta dal DG italiano e inviata al Segretario alla Sanità Ciavatta, si potrebbe anche individuare la risposta ad alcuni dei quesiti che mi sono posto poco sopra… Alla base della richiesta di Bevere, infatti, ci sarebbe “la necessità di riorganizzare i servizi dell’Ospedale di Stato a seguito dei cambiamenti derivanti dall’aumento della complessità dei bisogni di salute della popolazione”.
Riorganizzare… Potenziare verrebbe da aggiungere. E ciò ci riporta al ragionamento sulla delibera del 2020 che impone queste verifiche prima di poter aprire un nuovo reparto o una nuovo ambulatorio interno all’ospedale.
Ma l’attualità è la spesa che potrebbe superare i 300 mila euro pubblici. Il prezzo della collaborazione appare congruo, non superiore ai costi di mercato.
Ma, alla luce della relazione del 2015, della cosiddetta “fase 1”, era possibile contenerli concentrando questa analisi su una sola parte dell’Ospedale anziché sull’intera enorme struttura. Infatti, da questa approfondita analisi su un campione, si sarebbe avuta una idea attendibile sullo stato dell’intero stabile contenendo i costi, nonché il numero di indagini e sondaggi che in questo modo verranno distribuiti a tappeto sull’intero complesso ospedaliero, creando presumibilmente anche non pochi disagi.
Un altro fronte su cui si sarebbe potuto risparmiare sarebbe la gestione diretta, tramite gara o, visti i tempi stretti, tramite trattativa diretta, degli interventi e prove specifiche, per i quali sono stati destinati un massimo di 120mila euro e la cui gestione è stata lasciata in toto allo Studio romano.
Il timore è che questi costi possano levitare anche in maniera sensibile rispetto al previsto…
Enrico Lazzari