San Marino. Demos: siamo arrivati al bivio decisivo

San Marino, 9 luglio 2025 

Il negoziato per l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, annunciato come la stella polare di questa Legislatura, langue da oltre un anno e mezzo. E nell’immobilismo del Governo si alza forte la voce di chi, come noi di DEMOS insieme al Partito Socialista e, seppur flebile, di Domani Motus Liberi, non ha mai smesso di reclamare l’unico strumento capace di restituire la parola al popolo: il referendum confermativo. 

La coerenza paga. 

Da anni sosteniamo che nessun trattato destinato a ridefinire il rapporto fra San Marino e l’Europa possa essere ratificato senza il vaglio dei cittadini. Questa fermezza, oggi, si rivela l’unico argine alle improvvisazioni di Palazzo Pubblico. Il dietrofront di Alleanza Riformista smaschera il fallimento della DC. 

Quando anche Alleanza Riformista, alleato di ferro della Democrazia Cristiana, apre al referendum, ammettendo che «serve trasparenza e partecipazione per legittimare l’Accordo», diventa evidente ciò che denunciamo da anni: la politica estera democristiana è naufragata. 

Il Governo è nato sull’Accordo; oggi, di quel testo, non abbiamo neppure una bozza condivisa. E i partiti più fedeli alla DC ora spingono perché tutto salti, nel goffo tentativo di mascherare il fallimento. È tempo che Libera e PSD si interroghino sul perché continuino a prestare soccorso a una strategia tanto inconsistente. Ci hanno stupito le analisi del blogger M.S., che elenca rischi e costi di un’adesione mal negoziata e offrono spunti su cui riflettere. Ma il vero nodo è la percezione: la nostra sovranità è oggi molto più fragile di quanto i sammarinesi credano. Lo dimostra il referendum del 2013: il “SÌ” all’integrazione vinse, ma l’assenza di quorum fermò il processo di adesione

La politica di allora scelse di ignorarne l’esito e la motivazione dell’astensione al voto. Ecco perché, senza un nuovo passaggio referendario vincolante, ogni decisione resterebbe sospesa tra paura e retorica. Più comunità, meno proclami. DEMOS ribadisce che far crescere la Repubblica significa alimentare un confronto civile, fornire informazioni corrette, far maturare opinioni consapevoli e decidere insieme, in modo democratico. Solo così la nostra identità potrà evolvere senza snaturarsi. 

Che fare ora? 

-Pubblicare immediatamente lo stato del negoziato – tradotto in italiano nella sua totalità – e un calendario certo dei prossimi passi. 

-Aprire un ciclo di assemblee pubbliche nei Castelli, coinvolgendo categorie economiche, sindacati, università e società civile. 

-Depositare il quesito referendario confermativo contestualmente alla firma dell’Accordo, perché la volontà popolare sia sovrana, non decorativa. 

San Marino non teme il futuro, a patto che sia il suo popolo a scriverlo. Abbiamo la possibilità di trasformare un negoziato opaco in una grande palestra democratica. DEMOS e il Partito Socialista ci sono sempre stati e sempre ci saranno. A chi oggi tenta di disertare il campo perché ha fallito, ricordiamo che le pagine della nostra storia si voltano con la matita del referendum, non con i comunicati di partito. 

È il momento di scegliere: o il coraggio della trasparenza, o la resa al declino. Noi scegliamo, ancora una volta, partecipazione e responsabilità. 

Per informazioni: info@demos.sm

Movimento Politico DEMOS