San Marino, 15 luglio 2025
La distanza fra le roboanti promesse elettorali e la realtà quotidiana non è mai stata così palpabile. A un anno dalle ultime politiche, il Governo a trazione Democristiana continua a galleggiare fra rinvii, bozze riscritte e slogan, mentre i dossier strategici restano inchiodati al tavolo delle buone intenzioni.
L’Accordo di Associazione con l’Unione europea: presentato come la chiave d’accesso al mercato unico, doveva essere già in fase di ratifica. Invece si è perso in un labirinto di tavoli tecnici, ci si era dimenticati di passare attraverso un confronto con Banca D’Italia e nel frattempo le categorie economiche sono state lasciate senza un quadro chiaro dei tempi e degli impatti.
Per superare la diffidenza nella politica europea e locale, è fondamentale rafforzare ilsenso di comunità tra i cittadini. A tal fine, un referendum confermativo sul testo dell’Accordo – possibile se il Consiglio lo inserisce nell’atto normativo di ratifica – rappresenterebbe uno strumento di fiducia diretta nei cittadini e nella loro capacità di comprensione, elemento oggi profondamente mancante e piuttosto deprimente per chi crede nella democrazia partecipativa.
Oggi forze interne alla maggioranza chiedono proprio il referendum confermativo sul testo, segno evidente che nonostante la compattezza in Consiglio ci sono molte crepe in maggioranza che stanno per esplodere. Non va meglio sul fronte turistico-culturale: il recupero del Teatro Turismo era stato salutato in campagna elettorale come la “scintilla di un nuovo Rinascimento” del settore, ma a cantiere avviato mancano ancora i finanziamenti strutturali e un vero piano di realizzazione che accompagni l’iniziativa, e intanto i costi sono raddoppiati e di roboante vi è solo il cartello dei lavori mai iniziati, e le scintille non se ne vedono proprio.
La riforma dell’IGR, definita “urgente” fin dal 2022, è il simbolo più lampante di questo immobilismo tattico: testi continuamente rimaneggiati, oggi viene portata in prima lettura senza un vero confronto preventivo, mentre lavoratori e imprese continuano a fare i conti con un sistema fiscale antiquato e iniquo che di certo non sarà migliorato e dove comunque si vanno a prendere 12 milioni dalle tasche cittadini e 8 dai frontalieri.
Non stupisce, dunque, che il Segretario di Stato Pedini Amati abbia lanciato in aula un allarme durissimo: «Giriamo a vuoto da anni, così il Paese non può essere gestito». Parole che pesano come pietre e rendono evidente ciò che i cittadini percepiscono ogni giorno: la maggioranza spende le proprie energie in equilibrismi interni, anziché nella soluzione dei problemi concreti.
Eppure, un barlume di buona politica esiste. L’approvazione dell’Ordine del Giorno a sostegno di Francesca Albanese dimostra che, quando prevalgono visione strategica e valori condivisi, San Marino sa ritrovarsi unito e fare scelte coraggiose. È questo lo spiraglio da cui far entrare aria nuova.
Demos crede che quel metodo – chiarezza di obiettivi, tempi certi, trasparenza – debba diventare la norma e non l’eccezione.
Per questo l’impegno rimane quello di svincolare i grandi dossier dalle logiche di potere, restituire centralità al merito e riportare concretezza nell’azione legislativa. Il Paese non può più permettersi altri giri a vuoto: nel contesto internazionale di oggi, chi resta fermo resta indietro.
Il tempo delle scuse è finito; è il momento di passare dalle parole ai fatti. Demos continuerà a vigilare, a proporre soluzioni e a lavorare perché San Marino torni finalmente a correre, diventando il Paese moderno e invidiato che ha tutte le carte per essere.
Per informazioni: info@demos.sm
Movimento Politico DEMOS