San Marino. Denatalità e riorganizzazione delle scuole. Il progetto per Montegiardino e Faetano non incontra il favore della gente … di Angela Venturini

Da una decina di anni, nascono sempre meno bimbi. Se non ci sono bimbi, è difficile strutturare le classi. Se non ci sono classi, le scuole chiudono, o devono essere accorpate. Se non c’è più la scuola, muore anche il Castello. La denatalità sta provocando uno shock sul sistema scolastico e, in proiezione, sul sistema lavorativo, sanitario e previdenziale. C’è un fascicolo molto pesante sul tavolo del Congresso di Stato, che ormai da diversi mesi sta studiando incentivi e misure a sostegno della natalità, della genitorialità e della famiglia. Insieme alle proposte per nuovi aiuti, c’è il fascicolo per la riorganizzazione delle scuole che, finora, sono riuscite a garantire un equilibrio accettabile tra didattica e socialità. Ma i numeri sono impietosi.

La Segreteria di Stato alla Pubblica Istruzione, il suo Dipartimento e i dirigenti scolastici stanno promuovendo un ciclo di serate nei Castelli per presentare una serie di proposte per fronteggiare l’emergenza attuale e quella che inevitabilmente arriverà. Dopo essere passati per Chiesanuova e Fiorentino, martedì sera toccava ai Castelli di Montegiardino e Faetano, accumunati dalla prossimità territoriale e da un calo di bimbi molto vistoso: 6 nuovi nati nel 2024 per il primo; 8 nell’altro.

Due le possibili scelte: fare due classi distinte, contro ogni regola pedagogica e didattica; oppure fare una classe unica, con 14 alunni, magari a Faetano dove c’è un plesso nuovo e moderno, molto accogliente e attrezzato, e dove è possibile realizzare una doppia sezione. La scuola dell’infanzia (o asilo, come si chiamava un tempo) verrebbe trasferita a Montegiardino, anche qui per avere un insieme di numeri sufficienti a formare i gruppi. Gli spazi, che in entrambi i casi verrebbero liberati, saranno attrezzati per altre attività extrascolastiche, ludiche, sportive o laboratoriali e aumentare in questo modo l’offerta formativa. Comunque, entrambi i Castelli avranno una scuola.

Il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, il capo dipartimento Emanuele D’Amelio, il dirigente delle scuole dell’infanzia Francesco Giacomini e la dirigente delle scuole elementari Arianna Scarpellini hanno spiegato nel dettaglio, con numeri attuali e proiezioni, come e perché si è arrivati a questa proposta. Che è frutto di una relazione adottata dal governo, poi presentata nelle commissioni consiliari, a seguito di un lungo lavoro di analisi e di confronti con tutti i soggetti a vario titolo competenti in materia: dall’Università, agli uffici pubblici, alle aziende di Stato (per le parti tecniche e per i trasporti), ai sindacati (riguardo al personale docente e ausiliario) e ovviamente alla politica, che deve poi avallare le scelte.

La relazione è pubblica, ma non divulgabile, perché è un documento istituzionale. Quindi è stata trasmessa a tutti i soggetti che vi hanno lavorato, al Congresso di Stato, ai Consiglieri e ai Capitani di Castello. Punti fermi: nessuna decisione è stata ancora presa formalmente, in ogni caso il percorso sarà graduale e perfino reversibile qualora le situazioni dovessero cambiare in meglio. L’obiettivo primario e irrinunciabile è sempre il benessere dei bambini. L’offerta formativa e culturale dovrà essere sempre di eccellenza, con ampliamento dei servizi in considerazione delle mutate esigenze delle famiglie e della società intera. I 38 plessi scolastici esistenti verranno sottoposti ad un attento monitoraggio per colmare le eventuali lacune strutturali o disfunzioni là dove queste siano presenti. Certo è che alcuni stabili sono ormai al limite della fatiscenza, come le scuole dell’infanzia di Dogana e di Chiesanuova. Anche la scuola elementare di Borgo Maggiore (è stato fatto notare dal pubblico) è diventata assolutamente inadeguata. In ogni caso, hanno assicurato i relatori, si è ragionato per aree perché già si sa che nel 2030, tra Mongiardino e Faetano, sarà possibile creare una sola prima elementare.

Dal pubblico, dove erano presenti i due Capitani di Castello e numerosi rappresentanti del “Comitato scuole vive nei Castelli” sono venute molte obiezioni sia sulle probabili chiusure, sia sugli accorpamenti. Genitori e docenti hanno sostenuto che, parlando di scuola, non si può fare solo un discorso di numeri, né una questione di costi. Che sarebbe necessario spostare le lottizzazioni in corso dai Castelli più grandi a quelli più piccoli per favorire l’insediamento di nuove famiglie. Che nessuno ha potuto vedere la relazione da cui partono le proposte e che ci vorrebbe maggiore informazione. Che le giovani coppie e le neomamme andrebbero sostenute con aiuti economici e provvedimenti normativi per favorire la genitorialità. Che ci sono Castelli intoccabili (vedi Borgo Maggiore) mentre altri vengono penalizzati. Che gran parte della vita e della socialità dei Castelli periferici ruota intorno alla scuola, pertanto, se la scuola viene chiusa, muore anche il Castello. Qualcuno ha criticato anche l’ubicazione della scuola di Faetano, che avrebbe potuto essere costruita in posizione più baricentrica.

Dalle risposte dei relatori sono quindi emersi altri argomenti, che comunque vanno a comporre la situazione attuale. La denatalità non è una questione di soldi, almeno a San Marino, dove gli stipendi sono mediamente più alti rispetto ad altrove e dove lo Stato investe tantissimo nella scuola. Questa, infatti, con una spesa annua di 53 milioni, è il secondo centro di costo dopo la sanità e prima della sicurezza. Quindi, nessun risparmio, né adesso, né per il futuro. Nonostante il calo di iscrizioni, già evidente, non è stato allontanato nessun docente. Anzi, ce n’è una continua richiesta, soprattutto nelle forme del sostegno per alunni con diverse e sempre più numerose forme di disagio.

La genitorialità è condizionata da un aspetto culturale molto forte ed esteso a tutti i paesi industrializzati. Infatti, un tempo, l’obiettivo dei giovani era farsi la casa e mettere su famiglia. Oggi, i giovani hanno altri obiettivi e altre esigenze. La nascita di un figlio, spesso, viene dopo la realizzazione di molti altri programmi, oppure non viene neanche contemplata.  È stato citato l’esempio del liceo scientifico di Novafeltria, molto famoso e molto frequentato, il quale ha solo 10 iscritti per il prossimo anno scolastico: rischia di non formare la classe prima. E sarà così anche per gli anni a seguire. Si ipotizza addirittura la chiusura. Anche lì, non hanno trovato la ricetta giusta.

Angela Venturini