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San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”: Marino Grandoni capo e fondatore del “gruppo criminoso”, Guidi e Confuorti coordinatori, Buriani “braccio militare”. Il resto mera manovalanza tecnica. …Ma resta il “buio” sulla manovalanza politica
Abbiamo visto nei giorni scorsi, scorrendo le 22 pagine del decreto di rinvio a giudizio di Daniele Guidi, Francesco Confuorti, Lorenzo Savorelli, Marino Grandoni, Alberto Buriani e altri otto ex dirigenti e funzionari di Bcsm e Banca Cis, accusati di associazione a delinquere.
Abbiamo dedicato parecchio inchiostro (in questo caso elettronico) per illustrare il ruolo del Commissario della Legge Buriani all’interno del ‘gruppo criminoso’, così come ricostruito negli atti d’accusa redatti dal Giudice Elisa Beccari, titolare di questa complessa e delicata indagine (leggi qui). E – non da oggi – su GiornaleSm lo abbiamo fatto per la delicatezza del ruolo che rivestiva nell’amministrazione della giustizia e per le sue eclatanti inchieste che – pur chiudendosi senza alcuna condanna definitiva eccellente – hanno, di fatto, spazzato via un’intera generazione politica, influenzando in maniera decisiva, compromettendo irrimediabilmente – forse arrivando a ‘stuprare’ il Diritto (come si evince da una sentenza di primo grado già emessa nei suoi confronti) – la democrazia più antica del mondo, quella sammarinese.
In primis, rimanendo fedeli a quanto scritto nell’atto giudiziario della Beccari, analizzato nella sua globalità l’azione generale della ‘Cricca’ e il danno che questa ha inflitto al Paese e, conseguentemente, alle tasche di ogni cittadino, che ancora oggi si trova a pagare l’enorme buco finanziario creatosi nelle casse pubbliche. Nella stessa sede, abbiamo approfondito le responsabilità e le violazioni di legge di cui è accusato Roberto Moretti, ex Presidente dopo Grais (leggi qui); abbiamo poi ricostruito il ruolo e le singole azioni criminali imputate all’ex Presidente di Bcsm Wafik Grais (leggi qui) e all’ex Direttore Generale della stessa istituzione di vigilanza e gestione bancaria e finanziaria, Lorenzo Savorelli (leggi qui); nonché, come già detto, tutto ciò che viene imputato al Commissario Buriani (leggi qui), “eroe” popolare (e di alcuni media) ai tempi degli arresti cautelari dell’inchiesta nota come ‘Titanopoli’ o caso Mazzini, oggi sospeso dalle sue mansioni all’interno del Tribunale.
Continueremo a farlo con ognuno dei 13 rinviati a giudizio, cercando di riservare, al tempo stesso, la dovuta attenzione alle responsabilità politiche di coloro che hanno permesso lo scempio dello scorso decennio. Anche in tal senso, in questo necessario “riassunto delle puntate precedenti”, degno di una serie Netflix avvincente – quanto, in questo caso, drammatica per gli “spettatori” sammarinesi – ricordiamo alcuni eloquenti approfondimenti successivi al citato rinvio a giudizio:
Premesso ciò, torniamo ad addentrarci nelle 22 pagine di accuse mosse nei confronti di quella -per ora presunta- associazione a delinquere che arrivò ad occupare delicatissimi posti chiave dello Stato, influenzando nientemeno che l’amministrazione della giustizia e certi atti del Congresso di Stato, del governo AdessoSm.
Scopriamo così che a costituire il “gruppo criminoso” sarebbe stato Marino Grandoni, noto “costruttore” edile che si sarebbe poi “prestato” alla finanza con l’avventura di Banca Partner prima e Banca Cis poi. “Grandoni – l’accusa è chiara in tal senso – in qualità di fondatore dell’associazione a delinquere, partecipava direttamente al sodalizio criminoso, contribuendo a definirne le linee d’azione, anche in seguito a numerose riunioni e incontri con Daniele Guidi (indicato come coordinatore operativo dello stesso gruppo, ndr) e Alberto Buriani (Commissario della Legge, ndr)”.
Questi era “tempestivamente informato dagli altri membri del sodalizio circa le attività dei membri nei vari settori d’intervento” e rassicurato “circa il buon fine delle operazioni”. Ma, soprattutto, “tramite il Direttore Generale di CIS Daniele Guidi, consocio nelle compagnie controllate, e in proprio avvalendosi delle entrature assicurate dalla posizione di assoluto rilievo personale nel contesto economico, professionale ed istituzionale sammarinese (…) contribuiva significativamente all’attività del sodalizio, procurando presso le Istituzioni preposte servizi ed agevolazioni indebite ed agendo al fine di orientare le determinazioni delle Autorità in senso favorevole a banca CIS e, quindi, al proprio interesse patrimoniale quale azionista”. Il tutto “assicurando l’efficienza dell’associazione nella quale rivendicava ruolo apicale e capacità di indirizzo, essendone referente”.
Non mancano neppure fatti, ingerenze specifiche citate nel decreto di rinvio a giudizio: “Personalmente organizzava un un incontro con una persona vicina alla Presidenza di Bcsm (con l’On.Sandro Gozi; ndr) affinché tale soggetto intercedesse con la Tomasetti (Catia, attuale Presidente di Bcsm; ndr), rea a suo avviso di una governance dell’ente di vigilanza ostile a Banca CIS”.
L’incontro, si deduce dalle cronache giudiziarie recenti, segnatamente gli atti del processo “Buriani-Celli” che si chiuse con la condanna in primo grado del Commissario della legge e dell’ex Segretario di Stato alle Finanze (Ssd) del governo AdessoSm per “abuso di autorità” e “tentata concussione” (solo il secondo reato per Celli), non ebbe però il fine sperato. In uno dei momenti più delicati per il futuro di Banca CIS, ovvero i tempi del tentativo di cessione delle quote a Stratos, la Presidente di Banca Centrale, unitamente all’On.Gozi, finirono insieme al centro di una indagine, guardacaso, aperta e condotta dal Commissario Buriani… E proprio questo fascicolo, aperto indebitamente secondo la sentenza e con il fine di fare pressione al vertice di Bcsm, è costato una prima condanna penale, non definitiva, al Giudice.
“Grandoni -conclude la Beccari- al fine di consentire indebitamente a Banca CIS di ottenere linee di credito presso istituti bancari esteri, dichiarava contrariamente al vero che i titoli posti a garanzia di tali finanziamenti fossero di proprietà dell’istituto” pur “trattandosi in realtà di strumenti finanziari della clientela, successivamente escussi dalla banca finanziatrice”.
Infine, Grandoni “manteneva contatti con l’allora Giudice Inquirente Alberto Buriani, affinché costui difendesse gli interessi dell’associazione e di Banca CIS tramite l’esercizio orientato dei propri poteri d’ufficio”.
Un “capitolo” questo dedicato al costruttore sammarinese e redatto dal Commissario inquirente Elisa Beccari, che illumina il Paese anche sulla gerarchia, sulla struttura di questa presunta associazione a delinquere, “costituita” da Grandoni che ne “rivendicava ruolo apicale”.
Sotto di lui, a coordinare le varie “manovalanze”, Daniele Guidi e Francesco Confuorti, diretti referenti dei sodali come Grais, Savorelli, Moretti, Siotto, Sommella, Granata, Mazzeo, Mularoni e Gianatti.
Al fianco di questi il -metaforicamente s’intende- “braccio militare”, la sezione preposta alla “battaglia”, rappresentata da Alberto Buriani.
Ma, in questo “organigramma” -a mio parere- manca ancora da svelare un ramo importante: la “manovalanza” politica -consapevole o inconsapevole che sia stata- senza la cui azione (o “non azione”) il “gruppo criminoso” non sarebbe potuto arrivare ad occupare quei ruoli propri dell’amministrazione di uno Stato che, invece, specie nella seconda metà del decennio scorso, ha occupato determinando sia una pesante e gravissima deriva del Diritto (secondo me anche nella prima metà del decennio), sia una ingentissima crisi del settore bancario e finanziario, con le conseguenze sulle casse pubbliche, sui bilanci dello Stato che tutti i sammarinesi oggi conoscono. …E ancora pagano!
Enrico Lazzari