Il Direttore di Giornalesm.com aveva mosso accuse gravissime, ovvero che il quotidiano L’Informazione avesse personale in nero e Filippini lo aveva querelato a Rimini: “E’ tutto vero, ho presentato le prove. Ecco i paladini della moralità”.
Ora partiranno richieste danni e querele per calunnia e falsa testimonianza.
Piena assoluzione – perché il fatto non costituisce reato – per il Direttore di giornalesm. com, Marco Severini. I fatti risalgono a qualche anno fa.
Ma che cosa ha fatto Severini? In diversi articoli accusava la Carlo Filippini Editore di avere un abuso edilizio presso la sede e un lavoratore in nero.
Dopo testimonianze e documenti alla mano è arrivata l’assoluzione.
Durante l’arringa finale l’avvocato Stefano Pagliai del foro di Firenze ha detto: “L’Informazione è un po’ come il Fatto Quotidiano, un giornale che fonda tutto il suo lavoro sulla piena legalità e sull’intransigenza nel denunciare la ‘questione morale’. Dunque giornalisticamente diventava importante chiarire se avesse commesso abusi e irregolarità”.
Ma il quadro emerso lascia basiti. Scrive lo stesso Marco Severini dalle colonne del suo sito: “Avevo scritto che il quotidiano l’Informazione aveva – ed ha ancora (!) parte della redazione sulla veranda chiusa e cioè in palese abuso edilizio. Tutto vero! Tramite l’avvocato Annetta ho portato addirittura la multa che l’Ufficio Ispezione abusi edilizi fece al Filippini. Avevo anche scritto che Filippini-L’Informazione aveva lavoratori in nero. Tutto vero anche qui! Ed anche in questo momento!
Il contratto di collaborazione come procacciatore d’affari (e non stampatore come ha dichiarato di fronte al giudice il sig. Ivan Pinzari) tra Pinzari e Filippini si è concluso nel 2010. Ben 5 anni fa! Il locale dove stampa Pinzari è un minuscolo garage sotto la redazione dell’Informazione a Borgo Maggiore”.
Lo stesso Severini si chiede come sia possibile che non vi siano stati controlli o sanzioni in tutti questi anni: “Cosa sarebbe avvenuto a San Marino se ancora, dopo tanti anni nessuno osa fare nulla all’Informazione – scrive ancora Severini – che è in abuso edilizio e ha lavoratori in nero?”.
A quanto si apprende dall’avvocato Stefano Pagliai tuttavia, l’assoluzione sarebbe solo l’inizio. Da valutare profili penali rispetto a false testimonianze e calunnia. C’è poi tutta la questione civilistica relativa alla richiesta danni. Senza contare alcune dichiarazioni rese in Italia, dove emergerebbe come il sig. Pinzari abbia lavorato per un determinato momento quale giardiniere per il giornalista Antonio Fabbri. Nello stesso tempo tuttavia era anche impiegato presso il quotidiano l’Informazione…
“Che la querela sia stata proposta in Italia perché non conoscono fatti e persone? Sul Titano nessuno ha mai avuto il coraggio di dire certe cose anche se le sapevano tutti” afferma ancora a questo proposito Severini. Quel che è certo è che il lavoro nero è una piaga sociale enorme, con costi a carico della collettività. Non solo: chi ha lavoratori in nero e non deve pagare i contributi, abbatte i costi e dunque fa una concorrenza sleale a quelle aziende sane che devono sobbarcarsi oneri maggiori. Spesso i sindacati hanno denunciato questo tipo di storture, giusto dunque tenere sempre alta la guardia.
“Dispiace constatare – conclude Severini – come a San Marino capiti sempre più spesso di vedere gente che predica bene, ma razzola male, ecco smascherati i paladini della moralità che vogliono insegnare agli altri a stare al mondo”.
Così l’avvocato Pagliai a Tribuna: “Prendiamo atto con grande soddisfazione della sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Rimini. Attraverso un’istruttoria dibattimentale molto articolata abbiamo dimostrato come le inchieste giornalistiche realizzate da Giornale.sm nel 2010 con riferimento alla denuncia di diverse irregolarità individuate nella gestione del quotidiano L’Informazione fossero assolutamente rispondenti al vero. Come riconosciuto, infatti, sia dal Giudice di Rimini ma, a più riprese, dalla Suprema Corte di Cassazione quando si dimostri la verità dei fatti oggetto della cronaca giornalistica, il diritto alla libera informazione ed alla libera critica prevale sempre, in forza dell’articolo 21 della Costituzione, sul diritto all’onore del soggetto che si ritenga offeso. Mi permetta di aggiungere come questa di oggi rappresenti una vittoria non solo per chi le parla e per Marco Severini ma, più in generale, per la tutela della libertà di stampa a San Marino. Libertà che va salvaguardata sempre e comunque, non a corrente alternata, da ogni tentativo di coartazione”.
LA TRIBUNA