San Marino. Denunciati due ex collaboratori: avrebbero tentato di “scippare” business, idea e know-how ad una innovativa azienda sammarinese … di Enrico Lazzari

Una delle più innovative realtà economiche sammarinesi, sarebbe minacciata -come si evince dalla denuncia depositata venerdì scorso nel Tribunale sammarinese- da una serie di azioni illecite perpetrate da un paio di sui ex collaboratori esterni e finalizzate ad impadronirsi di idea, know-how e business sammarinese.

Era il febbraio 2019 quando la Repubblica di San Marino varò una innovativa regolamentazione delle blockchain e dei cosiddetti “crypto-asset”, un comparto oggi non esente dalla profonda crisi inasprita dal conflitto russo-ucraino, ma che -nonostante ciò- si presenta tuttora come una delle nicchie economiche su cui San Marino può concretamente puntare per creare quelle solide fondamenta su cui ricostruire un nuovo, sostenibile e ampio “sistema San Marino”.
Prese vita, sul Titano, una legislazione innovativa che fin da subito riuscì ad attrarre le prime start-up di settore.

Fra queste, una particolarmente innovativa: la RBB srl che scelse San Marino proprio perchè divenuto uno dei pochi paesi in cui il settore è regolamentato e vigilato, sia a tutela dell’utente che per garantire il rispetto di etica nei servizi di ambito finanziario o pseudo tale.

Appena un mese dopo il varo della Legge, su iniziativa dell’italiano Enrico Rubboli, oggi residente in Repubblica, nacque sul Titano la RBB srl -che fin da subito si concentrò nella concretizzazione di una idea del suo fondatore, vero esperto di informatica, linguaggi e protocolli- creata per concretizzare una idea dello stesso Rubboli: l’innovativo, per certi versi rivoluzionario progetto Mintlayer (www.mintlayer.org), che si prefigge di semplificare, alleggerire e rendere più economiche, ecosostenibili (elaborazioni informatiche più leggere richiedono meno consumo di energia) e sicure le transazioni delle monete elettroniche attraverso la “tokenizzazione” degli asset.

Il Token, ovviamente, non è una cryptovaluta, ma un titolo il cui valore è legato all’utilizzo stabilito. In pratica è -in senso generale- una sorta di titolo con cui acquisire dei servizi o dei beni.
Il settore è alquanto complesso è non è facile spiegarlo a chi non ha competenze in materia, ma, per capire -semplificando all’estremo- immaginiamo che la crypto, ad esempio il Bitcoin, sia la banconota: il token (non a caso definito in gergo “token di utilizzo”), in quello scenario, sarebbe il gettone…

Il protocollo -spiegano i suoi ideatori- fa leva sulle tecnologie più avanzate di scalabilità per ottenere un network sicuro, inclusivo di tutti e sostenibile nel lungo periodo. Nel concreto, come svelava nell’autunno scorso il “Mintlayer Core Developer”, dalle pagine elettroniche di San Marino Innovation, “molti progetti stanno già vedendo il valore dirompente di questa tecnologia e stanno pianificando di passare dalla rete Ethereum a Mintlayer, per evitare alte commissioni, a conferma dell’enorme potenziale dell’idea e del business.”.

Era il maggio 2019 quando Rubboli salì sul Titano, dove oggi peraltro risiede. L’idea, però, divenne business solo un anno dopo, quando si avviò il processo autorizzativo affidato (come previsto dall’attenta normativa vigente) alla San Marino Innovation che, poi, altro non è che l’ente certificatore previsto dalla normativa.
Fin da subito l’interesse che questo progetto imprenditoriale riuscì a suscitare fu enorme, al punto che per finanziare la costosissima fase di start-up venne varata una sorta di prevendita che riscosse, nell’utenza, un enorme successo permettendo all’azienda una forte capitalizzazione che le conferì un importante base su cui costruire il suo business.

Ma non tutto va sempre come previsto… Così, a ridosso dello start vero e proprio dell’attività, si evidenziò un serio problema tecnico che costrinse al rinvio e ad una nuova certificazione del sistema. A dire il vero le soluzioni possibili furono molteplici e, nell’ottica di una estrema trasparenza gestionale e dopo un confronto con i principali acquirenti -ovvero con coloro che avevano “opzionato” il token in prevendita- la società optò per la soluzione più solida, sicura e lungimirante che, però, determinò un allungamento dei tempi definiti nella “roadmap” originaria e sarebbe stato sfruttato dai due ex collaboratori, nel frattempo allontanati dai vertici societari, per minare la fiducia verso la società sammarinese.
“Inizialmente – si legge nell’atto di denuncia- il rapporto di collaborazione” con i due “procedeva regolarmente, ma, con il passare del tempo, emergevano criticità via via insanabili che determinavano l’allontanamento dei due”.

E proprio il loro allontanamento dal progetto potrebbe aver indotto i due denunciati a porre in essere un preciso piano in due fasi: la prima mirata a delegittimare l’immagine della Rbb presso i “puchasers” e il secondo finalizzato ad una sorta di “scippo” dell’idea “Mintlayer”, del know-how e del business vero e proprio.

Alquanto gravi, infatti, le ipotesi di reato addotte nell’esposto a carico di A.D.L. (blogger italiano noto nel settore) e di A.K., su cui la Magistratura sammarinese dovrà fare chiarezza: tentata estorsione (solo per il secondo), diffamazione, concorrenza sleale e furto di know how.

Infatti, sempre secondo quanto denunciato dall’azienda, i due ex collaboratori avrebbero colto al balzo il problema tecnico e il conseguente rinvio dello start del business, per indurre coloro che -acquistando in prevendita il token- hanno finanziato lo start-up, a richiedere il rimborso del pagato e, nello stesso momento, o poco dopo, i due avrebbero addirittura predisposto una loro offerta agli stessi “finanziatori”, tanto che avrebbero registrato in Liechtenstein il dominio Mintlayer, pur con una estensione diversa dall’originale .org della Rbb. Un fatto, questo, quanto mai eloquente e che apparirebbe quanto mai circostanziato e documentato negli atti.

Alla base del presunto piano di sottrazione del know-how alla azienda sammarinese, dunque, ci sarebbe stata una vera e propria diffamazione perpetrata presso coloro che acquistarono in prevendita il token, inscenata dopo una richiesta di -si deduce sempre dall’atto giudiziario- ben due milioni di euro avanzata verso i vertici della Rbb, non si capisce a che titolo, da uno dei due ex collaboratori. Richiesta poi rigettata. Da qui l’accusa di tentata estorsione per A.K..

Questa “tempesta” arriva dopo tre anni di studi, progetti e ingenti investimenti che rischiano di venire vanificati proprio quando la fase di start-up appare terminata e l’offerta Mintlayer si appresta a sbarcare sul mercato.
E ciò nonostante la stessa fase di start-up sia stata gestita all’insegna della trasparenza, tengono a precisare i responsabili di Rbb. E’ realmente difficile dargli torto, visto che in questi esercizi economici la società ha sempre depositato bilanci completi nonostante la normativa gli permettesse di presentare bilanci semplificati.

Ma può una -per ora presunta- campagna diffamatoria finalizzata a sottrarre il prezioso know-how ad una innovativa società sammarinese, destinata a inscriversi fra le imprese leader nel mondo in questo settore, compromettere sul nascere -oltre che l’iniziativa economica privata- una delle poche nicchie economiche che la Repubblica di San Marino è stata capace di ritagliarsi nel nuovo contesto globalizzato e in un momento di profonda crisi sia delle sue casse pubbliche che, e soprattutto, della sua immagine internazionale?
No. Non può permetterlo. E non può permetterselo perchè dal successo delle nuove nicchie di mercato dipende il futuro, il benessere dei sammarinesi di oggi e di domani.

Enrico Lazzari