• Screenshot
  • San Marino. Di Maio: qual è il senso

    Immaginate il Ministro degli Esteri italiano espulso dal suo partito, che è di maggioranza relativa in Parlamento e al Governo.
    Questo durante una guerra che sta sconvolgendo il mondo.
    Immaginate.
    Guardate le cose da questo angolo visuale.
    E molte cose saranno più chiare.
    Immaginate un Premier, Draghi, che deve andare a chiedere il permesso a Conte, prima di ogni suo viaggio, prima di ogni suo incontro internazionale.
    Immaginate.
    Noi, noi Italia, noi Europa, stavamo correndo questo rischio: capovolgere la dinamica della storia. Di questa brutta storia.
    L’Italia che si frantuma, un Governo sotto osservazione, debole, banderuola europea, sotto ricatto da parte di una banda di sconsiderati irresponsabili che per raccattare qualche voto, per essere invitati nei Talk show, per il bacio in bocca dei pacifisti che vogliono le democrazie arrendersi ai dittatori, vanno all’assalto del numero uno e del numero due della politica estera italiana: Draghi e Di Maio.
    Stop!
    Stop!
    Adesso riavvolgete il nastro.
    Tutto questo non è successo.
    È un bene o è un male?
    È un bene. Accipicchia se è un bene.
    Questo al di là del destino di Di Maio e dei 60 che lo hanno seguito.
    Questo al di là delle simpatie o delle antipatie, per Di Maio. Delle sue contraddizioni, dei suoi limiti, delle sue omissioni, della sua storia.
    Al di là di tutto io gli dico grazie!
    Grazie.
    Io non lo giudico dal buco della serratura.
    Due mandati? Tre mandati?
    Ha detto il contrario di quello che aveva sempre detto? Ha buttato nel cestino il gilet giallo?
    Solo gli stolti, gli ipocriti, gli affetti di giganteschi problemi di miopia, oggi, giudicano quel che è successo da questa visuale così meschina e miserabile.
    A me non importa del destino di Di Maio e dei suoi.
    A me importa del destino dell’Italia.
    E Di Maio, con questa scelta, in questo contesto, ha determinato un fatto:
    Il Governo ha i numeri per stare in piedi anche senza Conte e la Taverna e Travaglio e company, l’Italia non diventa lo zimbello d’Europa e del mondo, l’Italia manda affan l’ambasciatore russo, Lavrov, Putin e tutti coloro che si preparavano ad un caldo e affettuoso abbraccio a Conte e ai suoi.
    Al momento almeno.
    Vedremo quando si voterà.
    Con chi andrà Di Maio? Non mi importa.
    Ma so, per esperienza diretta, che sarà dura per lui. Io ricordo quando andai a consegnare la lista del nuovo Gruppo di Alfano al Presidente della Camera, in un altro momento di grave crisi.
    Hai tutti contro.
    Sei un traditore per gli ex amici e compagni, sei da prendere con le pinze e con la puzza sotto il naso da parte degli altri.
    Sei carne da macello per le macellerie dei Talk.
    Sei maledetto per quelli che ti stanno più distanti, sei un ospite indesiderato per chi pensa che gli entri nel suo giardino, avrai freddo ovunque.
    Lèggerai tutti i giorni articoli meschini, scritti da giornalisti meschini.
    E va bene però , insomma, nel caso di Di Maio, non glielo ha mica ordinato il dottore di fare il Ministro degli Esteri.
    Può capitarti di peggio nella vita.
    Intanto grazie.
    Sergio Pizzolante