San Marino di nuovo su il Corriere della Sera: ”senza vincolo di controllo da parte dell’Italia e Germania attira sempre più offerte”

Leggiamo dall’articolo del Corriere della Sera a firma di Federico Fubini : ”San Marino, oggettivamente, ha però una particolarità: fa parte dell’euro e dell’unione doganale europea – senza barriere  di sorta e nessuna transazione con l’Europa – eppure non è soggetto a nessuno dei vincoli di controllo e trasparenza dell’Italia o della Germania. Per qualcuno questa doppia qualità dev’essere molto attraente. Per correttezza verso Ali Turki, che va detto che non è il solo. Di recente la Banca Centrale di San Marino è stata avvicinata da un successione di figure che si dicevano disposte a investire molto denaro nella minuscola repubblica. C’è stata una società di riassicurazioni panamense che, subito dopo l’esplosione dello scandalo fiscale dei Panapa Papers, sosteneva di volersi trasferire proprio nella rocca del Titano. Si è presentato un operatore nigeriano in rappresentanza di una società olandese con sede a Dubai – non la più trasparente di tutte le legislazioni – deciso a scegliere proprio San Marino nel settore degli aeromobili. Inutile chiedersi perché. (…)

Una recente relazione su Carisp a firma di Mirella Sommessa, un’avvocatessa che siede nella vigilanza della banca centrale, si legge come un catalogo degli orrori: sul conto della prima banca del paese il rapporto di vigilanza parla di ”assetto di governance assolutamente inadeguato”; ”dovere istituzionale e morale di intervenire immediatamente per arginare gli effetti devastanti che possono scaturire dalla grave crisi di Carisp”; ”fatti gravi occultati”. E questo è solo uno dei dissesti al cuore di un buco bancario da 900 milioni, pari al Pil del Paese. Il problema del governo del Titano è che non riconosce il problema e non accetta aiuto dalle istituzioni internazionali o da operatori trasparenti di mercato. Così il problema diventa ogni giorno più grave. E San Marino rischia di diventare una breccia nel cuore dell’Italia per l’ingresso di capitali opachi (o peggio) da tutto il mondo, ai quali qualcuno alla fine stenderà tappeti rossi in cambio di una ciambella finanziari di salvataggio.