San Marino. Dibattito in Consiglio sull’eutanasia. Gli interventi dei consiglieri

medical doctor comforting senior patient
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Sulla n.5., “Per l’inserimento nella normativa sammarinese di disposizioni di legge sull’eutanasia”, si  apre un lungo dibattito con ben 30 iscritti ad intervenire, l’istanza non è infine accolta con  25 voti contrari contro i 22 voti favorevoli e un astenuto. E’ invece approvato un Odg della maggioranza che impegna il congresso di Stato a presentare entro dicembre 2016 una normativa sul consenso informato e l’utilizzo di terapie antalgiche per malattie in fase terminale”.

Allo stesso modo è  respinta con 28 voti contrari, 3 favorevoli e un astenuto l’Istanza n. 14, “perché vengano realizzate infrastrutture necessarie quali il bacino imbrifero di Gorgascura e una strada soprastante la diga al fine di collegare Gualdicciolo con Fiorentino e Chiesanuova”, ma l’Aula approva un Odg concordato tra maggioranza e Upr  che impegna l’esecutivo a intervenire per favorire maggior autonomia relativamente al fabbisogno idrico di San Marino.

Terminato l’esame dell’istanze d’Arengo, la seduta viene chiusa.
I lavori consiliari riprenderanno lunedì alle 13.

Istanza d’Arengo n.5. Per l’inserimento nella normativa sammarinese di disposizioni di legge sull’eutanasia/ Istanza respinta con 22 voti favorevoli, 25 contrari e un astenuto, Odg della maggioranza approvato
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “
E’ tema complesso, a breve sarà ultimato il Pdl sull’ accertamento della morte clinica, per disciplinare e aggiornare l’accertamento dello stato di morte con tutte le valutazioni legate al momento in cui si può sancirla. E’ una legge che aprirà anche la valutazione su eutanasia e su testamento biologico, temi citati all’istanza. Il congresso di Stato non ha svolto una sintesi chiara su questo tema, per poter esprimere orientamento lasciamo all’Aula le sue valutazioni. Dal mio punto di vista, in sede del Pdl citato, si può aprire un lavoro sereno e aperto a contributi per avere una discussione compiuta. L’orientamento è di respingere l’istanza, con l’impegno di aprire un tavolo di lavoro tra politici e tecnici del Comitato di bioetica che ha lec competenze previste dalla legge per dare corpo al concetto espresso nell’istanza”.
Marco Gatti, Pdcs: “E’ un tema etico molto complesso, i dibattiti si sprecano sul valore della vita e su quanto possiamo decidere noi della nostra vita. C’è chi sostiene che l’eutanasia sia un fatto di civiltà, io mi chiedo come possa esserlo, piuttosto che sostenere chi sta male ed aiutarlo ad affrontare le difficoltà della vita. Certo una regolamentazione, anche per evitare gli accanimenti terapeutici, credo vada pensata, per garantire dignità della vita. Dal mio punto di vista, bisogna riuscire a fare convivere una cultura della vita. Stiamo lavorando a un Odg che vorremmo condividere e su cui vorremmo ragionare per chiedere al comitato di Bioetica un’analisi delle norme che affrontano questo tipo di tematica, per vedere se vanno implementate”.
Mimma Zavoli, C10: “L’intervento del consigliere Gatti ha dato una linea all’inizio del ragionamento che non è adeguata per rispetto alla richiesta degli istanti che ci chiedono semplicemente di iniziare a ragionare su questa delicatissima tematica. Un Odg in questa fase non ha molto senso. Il credo non può interferire nelle scelte laiche di uno Stato”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Il mio intervento sarà a titolo personale. Condivido il discorso della salvaguardia della vita del consigliere Gatti. E’ un argomento difficile, ho ricordi legati a familiari e conoscenti molto pesanti, credo che debba esserci un norma per salvaguardare almeno il diritto di scelta. Non esiste fazione politica o religiosa, bisogna avere il buon senso. Io non so se è salvaguardia della vita o meno, non sono Dio o Budda, vorrei però uno Stato in cui la scelta possa essere prevista. E se il comitato di Bioetica darà parere negativo non facciamo niente? E’ un discorso di diritto anche in quel caso. L’istanza chiede solo si inizi un percorso che deve essere politico, perché è la politica che deve legiferare. Allora si approvi l’istanza”.    

Maria Luisa Berti, Ns: “L’istanza chiede esplicitamente di normare anche a San Marino una materia, non mistifichiamo la sua richiesta. Una cosa è prevedere l’introduzione di un confronto, un’altra la richiesta esplicita di normare. L’avvio di un confronto ci può stare ma non è quello che viene chiesto. E’ una tematica che tocca la sensibilità personale di ognuno di noi. Zavoli parla di rispetto,  ma diventa tale nel momento in cui ognuno non impone agli altri di doversi spogliare dei propri valori, quando mi si chiede di affrontare questo argomento senza la mia cultura non la vedo una posizione di rispetto. Vorrei rispetto per la cultura, cattolica, che porto in quest’Aula.
Auspico che tra le motivazioni di chi ha presentato l’istanza non ci sia volontà di introdurre divisioni in maggioranza su questioni etiche. Sarebbe una strumentalizzazione grave. Voglio avere elementi in più di valutazione e non penso sia UN errore dare mandato aL comitato Bioetico di avviare uno studio, stiamo valutando l’Odg, sicuramente lo sosterremo”.
Michele Muratori, Psd: “Occorre pensare alla dignità delle persone qualora il dolore sia insostenibile, malgrado le cure portate avanti. La società civile non può più costringere nessuno alla sofferenza. Tutti i malati meritano cure adeguate, per rendere più lievi i dolori, ma anche perché si soddisfino le necessità emozionali. Se il malato vuole comunque anticipare il momento della propria morte dobbiamo imparare che esistono opzioni diverse per vivere e morire. Dichiaro il mio voto favorevole all’istanza”.
William Giardi, Pdcs: “Il tema è estremamente delicato e nelle considerazioni personali rientrano tanti aspetti legati a educazione, cultura, valori, a volte alle esperienze personali e anche di lavoro. Mi occupo per lavoro di persone che si confrontano con tematiche suicidarie. Ma non mi sento all’altezza e non ci sarà mai il mio contributo a una legge che possa normare la morte di una persona. E’ una posizione mia personale, rispetto chi la pensa diversamente. Si parla di passo avanti nella civiltà e rispetto, ma qual è la civiltà che vogliamo? Alla persona che soffre cosa dovrebbe fornire la civiltà? Con una legge decidiamo l’atteggiamento che vogliamo avere in un momento di estrema sofferenza. Io vorrei che ci siano strutture sanitarie che mi permettano di non soffrire all’infinito, la vicinanza delle persone care, ma soprattutto che non mi venga mai a mancare la speranza. A chi sta per morire non bisogna togliere la speranza. E’ questa la scelta di civiltà e il rispetto. Più del discorso ‘io non riesco a vederti star male allora è meglio che muori’, così proiettiamo nell’altro i nostri desideri. Bisogna sforzarsi nella mia visione a sostenere l’altro e fargli capire che si farà di tutto per lui”.
Ivan Foschi, Su-LabDem: “Va bene argomentare anche con visioni personali ma non dimentichiamo che siamo in un’Aula parlamentare. Il segretario prima ha detto che avrebbe lasciato l’Aula libera di decidere, poi si è corretto, dicendo che è meglio aspettare l’avvio di un tavolo di confronto. E’ un’invasione di campo sui compiti di governo e sulle prerogative del Consiglio. Ho sentito poi bei discorsi, ma parliamo di eutanasia, non di persone depresse cui bisogna stare vicino per superare un problema esistenziale. Parliamo di casistiche in cui non c’è speranza, di malattie per cui non ci sono cure. Se no, si rischia di banalizzare un argomento serio e doloroso. C’è l’impostazione di chi rivendica la possibilità dell’individuo di decidere il suo destino, è un diritto che va riconosciuto, poi c’è quella di chi vuole imporre agli altri le proprie convinzione. Rinviare il discorso al comitato di Bioetica mi sembra un modo per accantonare il problema. Ricordo poi che Su ha presentato un Pdl sul testamento biologico, ma non per questo diciamo che l’istanza vada respinta. Sono complementari.Voler affossare la semplice richiesta dell’istanza significa che non si vuole intervenire per motivi ideologici o elettoralistici, non ci si dica che si aprirà un tavolo”. 
Luca Santolini, C10: “Anche a me Mussoni è sembrato contraddittorio quando ha detto che il tavolo servirà a dare corpo a quanto detto dall’istanza che chiede semplicemente di andare a normare la materia e non capisco perché vada bocciata. Speravo in un dibattito sereno e slegato a dogmi, ma non mi pare che abbiamo iniziato con il piede giusto. Legiferare in un Paese laico significa questo. Egoismo è limitare la scelta in nome di convinzioni personali. Proprio perché si parla di diritto alla vita e non dovere, è giusto richiede di dare la possibilità di lasciare libertà di scelta”.
Enrico Carattoni, Psd: “Pongo all’Aula una breve e personale riflessione. Il ragionamento non riguarda la costrizione verso qualcuno a voler cessare la vita. Se non c’è condivisione, nessuno può costringere una persona ad evitargli le cure, non possiamo al contrario però impedire a una persona in condizioni di vita drammatiche, malati in fase terminale, che sia lo Stato a dire che un’altra persona decida per lui. Non pretendo di portare la verità assoluta, ma un dibattito su questo tema è importante. Non mi interessa quello che hanno fatto gli altri Stati, ma credo che sia il momento di affrontare il tema del ‘fine vita’ a San Marino, la libertà e dignità delle persone è un valore che questa comunità deve tutelare”.
Andrea Zafferani, C10: “Credo che rspetto queste tematiche quello di Carattoni sia l’approccio giusto per chi è stato eletto dai cittadini, non per imporre le proprie convinzioni nelle leggi del Paese, ma per cercare di creare normative affinché tutti i cittadini possano muoversi nelle proprie convinzioni e non solo nelle nostre. Siamo lontani invece da questo atteggiamento laico. L’istanza chiede una normativa, mi sembra normale che uno Stato civile abbia una normativa su questo, è intollerabile non sia così”. 
Filippo Tamagnini, Pdcs: “Non voglio sentire dire in Aula che quello che dico è in funzione del mio credo religioso. Io voterò contro l’istanza perché mi spaventa che, quando si affrontano questi temi, vi siano scudi incrociati. Sono fermamente convinto che c’è qualcosa che lega la natura di ogni uomo, noi compresi che abbiamo idee diverse. C’è qualcosa che ci unisce e per questo dico che bisogna passare attraverso un processo di consapevolezza della materia. Adesso non siamo in quelle condizioni, per questo voterò contro l’istanza, non mi si dica che lo faccio per motivi religiosi”.
Augusto Michelotti, Su-LabDem: “Sono favorevole all’istanza perché ognuno ha diritto di decidere il proprio destino fino al suo ultimo momento. Sono contrario alla pena di morte. Eutanasia è morte accompagnata di chi ha deciso di morire. Poi c’è l’eutanasia passiva per chi non è cosciente da anni e si decide di staccare la spina. Mi arrogo il diritto di essere cittadino libero che decide nel rispetto del modo di pensare di altre persone. Leggerò una poesia che mi sembra adatta al tema. ‘Ognuno sta solo sul cuor della terra/trafitto da un raggio di sole/ ed è subito sera’”.
Denise Bronzetti, Indipendente: “Un tema difficile che smuove le coscienze di tutti, a maggior ragione chi ha avuto a che fare da vicino con malattia e sofferenza.  Credo valga la pena partire dal testamento biologico per evitare che siano altri a prendere decisioni in momenti estremamente difficili, di fronte alla malattia e consapevolezza di avere i giorni contati è difficile essere lucidi, e difficilissimo prendere decisioni per altri quando non possono più farlo. Ognuno deve essere libero di scegliere per sé stesso, perché ognuno può scegliere in libertà cosa fare per la propria vita. Per concludere, nel merito vedrò gli Odg, ma ragionerei necessariamente si deve partire dal testamento biologico”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Perché oggi si parla di necessità di normare eutanasia? Una volta si moriva in casa, senza medicalizzazioni, lo sviluppo della medicina fa sì che si finisca spesso la propria vita in una stanza dell’ospedale, attaccati a una macchina. Non credo sia un problema di civiltà, ma di modernità. Non c’è dubbio che il tema va affrontato. Sono tanti i sammarinesi che fanno, al di là del valore legale, un testamento biologico. Concordo è un ambito privato e non confessionale, ma concordo anche con Tamagnini, che tutti gli uomini sono legati tra loro. Ci sono cliniche nella vicina Svizzera che acconsentono di accompagnare chi decide di non voler più vivere, si parla di suicidio assistito. Si dovrebbe aprire il dibattito sul diritto di morire e gli interessi economici legati. La sofferenza provoca reazioni diverse, c’è chi reagisce e chi decide di farla finita. Di queste tematiche non si può più non parlarne. Io voterò a favore dell’eutanasia, ma non so, se dovesse capitare a me, se la farei arrivare fino in fondo. Sono questioni che hanno bisogno di sensibilità e di una società che sappia trovare equilibrio al di là delle proprie convinzioni. Credo che possiamo impegnarci per un dibattito approfondito e non delegato a un comitato bioetico”. 
Franco Santi, C10: “Non ho maturato nella mia vita una convinzione su questo tema, gli istanti non ci chiedono di scegliere, ma di avviare un iter per introdurre nel nostro ordinamento regole che possano meglio delineare alcuni percorsi possibili. Stiamo parlando di diritti e di libertà. Di una sfera personale a cui è impossibile per ognuno di noi dare un segno. L’opportunità e la scelta più laica è quella di lasciare al singolo questa libertà. Non riesco neanche a immaginarmi in questa situazione. L’istanza credo vada supportata per aprire questo capitolo indipendentemente dalla convinzioni di ognuno di noi”.
Vladimiro Selva, Psd: “A chi si trova in una condizione così drammatica, si deve permettere di stabilire il proprio destino. Quando una persona ha facoltà di comunicare può decidere di non continuare le cure, ma i problemi emergono quando la comunicazione non può essere data. Avere norma che consenta che il singolo, nella pienezza delle proprie facoltà mentali, possa prendere una decisione sull’autodeterminazione delle cure, su questo – quello che viene chiamato altrove testamento biologico- è assolutamente necessaria per questo Paese”.

Francesca Michelotti, Su-LabDem: “E’ un tema che chiama in causa l’etica di tutti quanti, la religione, la cultura. Lo scontro etico e giuridico è tra chi ritiene la fine della vita umana un evento disponibile, e chi ritiene che la vita è un valore inviolabile. Oggi abbiamo modalità che esigono l’alleanza di un medico in quella che è l’alleanza medico – paziente – famiglia. Giardi ha una qualità: è capace di toccare il cuore dei problemi. Non sono d’accordo su tutte le cose che ha detto. Ha usato un termine travolgente: speranza. C’è un’altra cosa che mi ha colpito dell’intervento di Giardi. La pedagogia del dolore. Il parente che sta morendo nel dolore, che è stoico, non si lamenta, insegna ai suoi figli. E’ giusto che si possa pensare che valga per qualcuno, ma non per tutti. Credo nel diritto all’autodeterminazione”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “E’ una tematica complessa. L’istante, che pone una questione importante, nel momento in cui presenta l’istanza, lo fa in maniera semplificata. Tipo: l’eutanasia c’è da tutte le parti, la dobbiamo fare anche noi. Il problema è complesso. Il diritto di autodeterminarsi: fino a quanto l’autodeterminazione di un soggetto sulla propria vita è vincolante? Un certo tipo di eutanasia prevede il coinvolgimento di una persona che toglie la vita a un’altra persona. Quindi l’eutanasia coinvolge la vita di un’altra persona. Nella deontologia del medico è espresso che deve curare e salvare la vita della persona. Non toglierla. Qui c’è un problema notevole. Non è sensato l’utilizzo di macchine quando la vita in sé non è capace di autosostenersi. Darò lettura a un ordine del giorno che impegna il governo alla stesura di una normativa in questo senso. Ma l’istanza va bocciata”.
Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “Bisogna essere consapevoli della complessità del tema dal punto di vista normativa e anche etico”.
William Giardi, Pdcs: “Ho notato un tentativo banale di legare la discussione a un dualismo cattolico – non cattolico, cristiano – laico. L’individuo viene considerato un bene per la comunità. Se tu pensi di suicidarti, io te lo impedisco per legge. Questo succede a San Marino. Un medico fa una richiesta al giudice per autorizzare il trattamento sanitario obbligatorio”.
Mimma Zavoli, Civico 10: “Non va bene pensare che le contrapposizioni debbano essere i termini su cui uno Stato laico deve affrontare, in un modo o nell’altro, un tema difficile come questo. Siamo aperti al confronto. Cercheremo di portare il nostro contributo senza “io” e senza “voi”, saremo coerenti con le scelte che questo Consiglio, sulle basi di un confronto serio e non strumentali, vorrà intraprendere”.
Maria Luisa Berti, Noi Sammarinesi: “Colgo con favore la disponibilità di Mimma Zavoli. Avevo invece dubbi sul rispetto delle posizioni degli altri. Zavoli aveva firmato personalmente questa istanza d’Arengo”.
Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “E’ in elaborazione un accertamento dello stato di morte, legato alla donazione degli organi. Il mio impegno è di avviare un confronto con serietà, coinvolgendo gli interessati, che sono comunque coinvolti dalle commissioni consiliari preposte. Ci sono i tempi e le modalità per entrare nel tema con maggiore consapevolezza”.

Ordine del giorno presentato dalla maggioranza

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Leggo l’ordine del giorno. Il Consiglio Grande e Generale impegna al Congresso di Stato a presentare entro dicembre 2016 una normativa sul consenso informato e l’utilizzo di terapie antalgiche per malattie in fase terminale”.

Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “Ritengo che il governo non debba entrare in questioni che sono discusse nell’ambito dell’Aula. L’Odg esprime una tendenza prudente, consapevole delle complessità”.

L’ordine del giorno è approvato a maggioranza.