La difesa di Podeschi ha depositato questa mattina una nuova memoria difensiva che fa seguito al Ricorso di Terza Istanza sull’ordinanza di “riarresto” emessa nei confronti di Podeschi e Baruca lo scorso 9 marzo e con la quale si richiede la scarcerazione o l’attenuazione della misura cautelare. I difensori dei due, Stefano Pagliai, Massimiliano Annetta ed Achille Campagna puntano con questa istanza a chiedere la scarcerazione dei loro assistiti ed a scagionarli dalle accuse attraverso nuovi documenti e nuove testimonianze raccolte dagli stessi avvocati.
A breve su Giornalesm.com i contenuti dell’atto depositato questa mattina.
1. L’accusa di ririclaggio per 740.000 euro dal Montenegro
Sui 740.000 euro provenienti dal Montenegro e bonificati alla R.P. s.r.l. – la ditta di caffè amministrata dalla Baruca e di cui anche Podeschi possiede delle quote – le difese hanno prodotto i contratti e le dichiarazioni giurate degli imprenditori con i quali sono stati intrattenuti i rapporti. In un caso si parla di 500.000 euro ricevuti per un incarico di tre anni per il rifornimento e la manutenzione delle macchine da caffè in diversi centri turistici riferibili alla catena aman resort che come aveva già detto Podeschi è riconducibile al magnate malese Paul Phua. Nel secondo caso si parla di 240.000 euro ricevuti sempre dall’azienda per mettere in produzione e realizzare una macchina da caffè da distribuire e commercializzare sui mercati esteri. (allegate le due dichiarazioni).
2. L’accusa di riciclaggio di 200.000 euro per l’acquisizione della licenza bancaria ECB
In questo caso i Magistrati contestano a Podeschi e Baruca di aver ricevuto 200.000 provenienti da una società austriaca. In base alla ricostruzione delle difese quei soldi sarebbero stati versati per gestire l’acquisizione della licenza bancaria di EuroCommercialBank. I difensori hanno depositato il contratto di mandato all’acquisto stipulato con Silvano Gerani, proprietario della maggioranza delle quote di ECB. E’ stato, inoltre, accertato come Claudio Podeschi si sia recato diverse volte presso Banca Centrale per discutere le modalità dell’operazione. Banca Centrale sapeva quindi della volontà di procedere al subentro nella titolarità della licenza e aveva indicato come procedere: stando a quanto scritto nella memoria degli avvocati i vertici di Banca Centrale avrebbero suggerito a Podeschi di procedere costituendo un fondo in Liechtnestein con il quale San Marino avrebbe stipulato accordi favorevoli.
3. Paul Phua e la “triade”
Sulla vicenda del malese ambasciatore di San Marino in Montenegro la difesa ricorda che nel processo che aveva negli Stati Uniti per accuse di gioco illegale è stato assolto da tutte le accuse. Prodotti anche diversi documenti che comprovano come Paul Phua non sarebbe membro della Triade 14-k. I soldi di Phua gli deriverebbero dalle attività di gioco d’azzardo sparse in giro per il mondo. Non solo: Paul Phua sarebbe proprietario di diversi immobili e alberghi riconducibili alla catena Aman resort. E’ per la realizzazione di un albergo di Aman a San Marino che a Podeschi sarebbero stati versati 2.500.000 euro. Albergo che però non si è mai realizzato.
4. I provvedimenti svizzeri.
I provvedimenti di archiviazione, risalenti allo scorso febbraio, che la difesa ha trovato in Svizzera e che dimostrano, dicono gli avvocati, che i soldi bonificati a Podeschi non sarebbero provento di riciclaggio. E’ stato dimostrato, sostengono, dalla stessa Autorità Giudiziaria svizzera che quei soldi non fossero provento di reato. La Svizzera ha riconosciuto ed attestato che i soldi passati dalla Black Sea Pearl – la società con il conto riferibile a Paul Phua – sono assolutamente puliti e derivano dalle attività di gioco gestite dal malese.
5. Le critiche alle Indagini.
Nella memoria di questa mattina sono precisati ed indicati i termini esatti delle rilievi critici che i difensori di Podeschi e Baruca muovono nei confronti dei magistrati inquirenti. Rilievi che li avevano già portati, nei giorni scorsi, a rivolgersi alla Commissione Affari di Giustizia perchè valutasse la sussistenza di eventuali profili di responsabilità disciplinare. Questione che che la difesa, evidentemente, non pare intenzionata ad abbandonare. Viene, infatti, fatto riferimento ad un provvedimento di archiviazione della magistratura svizzera, rinvenuto dai difensori, che avrebbe, già nel febbraio dell’anno scorso, escluso che i 2 milioni e mezzo di euro arrivati a Podeschi dalla società Black Sea Pearl fossero provento di reato. Provvedimento che gli avvocati di Podeschi e Baruca si chiedono perchè non si trovasse nel fascicolo. Vengono, inoltre, lanciate specifiche critiche ai magistrati che avrebbero omesso di domandare a testimoni qualificati l’esito di quel procedimento svizzero benchè tale circostanza fosse stata indicata dallo stesso Podeschi nel proprio interrogatorio del luglio scorso.
La palla a questo punto passa al Giudice per la Terza Istanza Lamberto Emiliani.