Detto e fatto. Dietrofront sia. I tagli alle indennità di malattia varati un anno fa in Finanziaria verranno meno grazie a un emendamento aggiuntivo, approvato in Consiglio grande e generale, che va a cancellare la misura. La scelta, che va a incidere su quello viene indicato come ‘l’articolo 48’, non rappresenta però un passaggio facile per il parlamento del Titano, nonostante il testo dell’emendamento sia stato sottoscritto da tutte le sigle politiche che siedono in Aula. Il dibattito che precede il voto si trasforma infatti, per quello che riguarda l’opposizione, in un processo al segretario di Stato alla Sanità, Francesco Mussoni, che proprio nei giorni scorsi aveva promosso il ‘ritorno al passato’. Mentre nella maggioranza c’è chi continua a difendere i tagli. Ad aprire le danze è Franco Santi, che dalla trincea di Civico 10 ricorda quanto la misura abbia «dimostrato nella sua applicazione pratica grandi limiti». La sua abrogazione, comunque, «non risolve i problemi» a causa di una serie di distorsioni descritte da William Giardi del Pdcs: «Si sono ridotti i periodi di 2 o 3 giorni di malattia», cioe’ quelli colpiti dall’articolo 48, ma «sono aumentati a dismisura quelli superiori ai 6 giorni». I ‘furbetti’, insomma, hanno reagito e hanno colpito. Con una responsabilità che, secondo il democristiano, non può ricadere sui camici bianchi. Dalla maggioranza le critiche si estendono poi all’Iss, dal quale i ‘tecnici’ avrebbero distorto le intenzioni della misura approvata in parlamento 12 mesi fa: «Per una delibera del Comitato Esecutivo – spiega Maria Luisa Berti di Noi sammarinesi – c’è stato uno stravolgimento della ratio del disposto normativo». Sull’identità di chi sgarra interviene anche Rossano Fabbri del Partito socialista: «Può bastare spingere un pulsante per vedere chi sta male sempre il lunedì o quando ci sono i ponti di festa». Guarda al futuro il democristiano Luigi Mazza, che pensa alle mosse del 2016: “Si è eliminato un provvedimento ma il problema rimane, i dati segnalano anomalie, chiedo al governo di iniziare di nuovo il confronto con il sindacato». L’emendamento è stato approvato con 42 voti a favore, 10 contrari e due astenuti.
