San Marino. Dimissioni Bruschi: di grottesco ci sono solo le opposizioni … di Alberto Forcellini

Che Alessandra Bruschi desse fastidio, lo si era intuito da un pezzo. Malesseri e malumori sono cresciuti quando il rinnovamento dell’ISS ha cominciato ad entrare nel vivo, in qualche modo smantellando quelle frange clientelari che si erano incrostate nel tempo, alimentando inefficienze, sprechi, disparità, disservizi.

Quando si va scartabellare negli armadi e si trovano le prove di inefficienze, dimenticanze, menefreghismo, cioè comportamenti che, negli anni, sono costati all’ISS milioni e milioni di euro, è ovvio che a qualcuno sia cominciata a salire la paura.

Quando si cerca di capire chi abbia comprato per anni prodotti medicali lasciati poi marcire in qualche corridoio, è ovvio che a qualcuno siano cominciati a tremare i polsi.

Quando si mette un freno a chi ogni giorno fa il giro delle sette chiese perché deve sistemare il parente, l’amico, il conoscente, è ovvio che si fomenta il risentimento.

Quando si mette mano al bilancio dell’ISS e lo si rimette quasi a pareggio nonostante le spese enormi ed imprevedibili della pandemia, qualcuno comincia a tremare perché si vede la differenza con il fiume di soldi che è scivolato via in passato, senza portare alcun risultato. Oltre 20 milioni di euro di costi in più tra il 2016 e il 2019, non dimentichiamolo.

Un ospedale piccolo come quello sammarinese avrebbe dovuto essere un modello di qualità assistenziale e di economicità, cosa invece ben diversa dallo stato reale delle cose. E quando il chirurgo esperto va ad aprire la ferita, il dolore è tanto. L’anestetico allora, diventa la maldicenza. Che a forza di essere propalata, diventa una mezza verità.

In questo, San Marino può contare molti esperti, ogni giorno ben amplificati da alcuni giornali. Che invece di contribuire a fare crescere culturalmente il Paese, si fanno un vanto di parlarne male e su questo puntano ad aumentare le loro vendite. Ma il culmine arriva quando l’opposizione, invece di analizzare i problemi del sistema sanitario per individuare la migliore soluzione, alza il massimo del polverone e chiede se sia vero che Alessandra Bruschi abbia partecipato ad un bando di concorso, prima di presentare le dimissioni.

È come quelli che si scandalizzano perché un Capitano di Castello presenta la sua candidatura alle elezioni politiche senza dimettersi. Ridicolo. La candidatura è legittima, le dimissioni dovranno avvenire solo nel caso di elezione in Consiglio, altrimenti rimane a fare il Capitano di Castello. Così è per qualsiasi altro incarico pubblico o privato, che sia incompatibile con il ruolo di Consigliere, o con altri ruoli pubblici.

Il Segretario di Stato alla Sanità sapeva della partecipazione della Bruschi al bando di concorso esterno? Altra domanda puramente retorica, espressa solo per cercare di intorbidire le acque e suggerire giochini sotterranei in cui qualcuno è molto esperto.

Nel caso di specie, è assolutamente ininfluente che il Segretario di Stato lo sapesse o meno, perché la Bruschi è una manager ed è una libera cittadina perfettamente in grado di fare le sue scelte, svincolata da ogni condizionamento, quindi assolutamente libera di decidere se un incarico sia confacente o meno alle sue possibilità e ai suoi obiettivi.

Quando afferma nell’unica nota pubblica a sua firma, diffusa da tutti i media, che “non sussistevano più le condizioni professionali per portare avanti l’incarico affidatomi”, Alessandra Bruschi denuncia (con molta classe e fair play) tutto il marciume che l’ha portata a quel passo. Come biasimarla?

Ma è una grande professionista, quindi non sbatte la porta e non minaccia vendette. Anzi, per non creare difficoltà, ha assicurato la sua collaborazione fino al 30 settembre, per effettuare il cambio di consegne al suo sostituto, che la politica nel frattempo sta cercando di arruolare. Non solo, ma prima di andarsene, presenterà alla politica e alle istituzioni un report dettagliato su cosa è stato fatto e su cosa rimane da fare, soprattutto sulle ferite del sistema sanitario che hanno bisogno urgente di una cura appropriata.

Ora, sanno tutti che la ferita non ben curata da un chirurgo esperto, va in suppurazione. Che potrebbe comportare il rischio di cancrena. Il che vuol dire tornare peggio di prima, se la politica e tutti gli altri organismi di vertice si limitassero ancora una volta ad un cambiamento di facciata e a non capire dove hanno sbagliato.

a/f