Oggi il Congresso di Stato accetterà le dimissioni presentate da Antonella Mularoni, Alleanza popolare non fa passi indietro, ma non alza nemmeno le barricate. La fine della coalizione Bene Comune è stata comunque decretata e insieme a lei quella della legislatura. Giornata politicamente movimentata ieri in Repubblica: un lunedì che si è aperto con Ap pronta a ribadire le proprie intenzioni di lasciare il governo e che si è chiusa nel tardo pomeriggio con il vertice di maggioranza per delineare i passi da compiere.
«Ap ha riconfermato la propria linea – spiega il segretario della Dc, Marco Gatti – in un clima sereno. Prendiamo atto della fine di Bene Comune, il governo non ha più il sostegno della maggioranza». Una presa d’atto alla quale segue un confronto sul perché Ap ha aperto la crisi di governo. E su quello che si può ancora tentare di fare. C’è condivisione sulle emergenze che il Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi, questo ormai è noto. Ma sul come farlo resta un punto interrogativo. Qualche certezza c’è. Oggi il Congresso di Stato accetterà le dimissioni del segretario di Stato al Territorio e procederà alla ridistribuzione delle deleghe. Poi si passerà in Consiglio grande e generale che potrebbe essere convocato ma solo negli ultimi giorni di questo mese. Fissate le certezze si torna ai dubbi. Sul piatto ci sono legge di bilancio e questioni bancarie. Se non ci sarà condivisione si andrà verso una legge di bilancio di ordinaria amministrazione che solo dopo le elezioni sarà riaggiustata. Ipotesi in campo che prenderanno forma soltanto tra qualche settimana in Aula. Presumibilmente nel prossimo Consiglio ci potrebbe essere qualcuno che presenterà una mozione di sfiducia e la maggioranza non ha i voti per opporsi senza il supporto di Ap. «Sono diverse in questo momento le ipotesi in campo – dice il segretario di Stato al Turismo, Teodoro Lonfernini – e sulle quali stiamo lavorando. Politicamente l’esperienza di questa maggioranza è conclusa, ma con una condivisione si potrebbe arrivare a sciogliere il Consiglio anche a fine anno. Questa sarebbe soltanto una soluzione di buon senso per il Paese». E che potrebbe traghettare verso l’approvazione della legge di bilancio. Ma, come già detto, attualmente si resta soltanto nel campo delle ipotesi. Il Resto del Carlino
