San Marino. Dipendedanoi: Un’azione comune e consapevole per costruire il cambiamento

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Dopo il primo appello, ne facciamo un altro, con la stessa convinzione, per ribadire che, senza una rappresentanza unitaria, qualsiasi tentativo di pressione e di superamento del sistema si scontra con barriere, burocrazia e, soprattutto, indifferenza. Il rischio è quello di rimanere inascoltati in eterno, di vedere ignorate le nostre istanze e di essere semplicemente destinatari di interventi poco efficaci, aleatori o decisi da altri. A 17 anni dalla ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, non possiamo limitarci ad aspettare e sperare in un cambiamento. Al tempo stesso, non possiamo nemmeno ignorare l’esistenza di organismi ufficiali incaricati di promuoverne l’attuazione. Tuttavia, sebbene le associazioni siano rappresentate al loro interno – e senza voler minimamente criticare ciascuna delle persone che ne fanno o che ne hanno fatto parte – queste realtà risultano inevitabilmente influenzate da logiche governative, più che da una reale e autonoma difesa dei diritti delle persone con disabilità. È naturale che, in commissioni così composte, si creino equilibri e dinamiche che tendono a privilegiare gli interessi istituzionali. Ecco perché riteniamo fondamentale creare a monte, e che oggi manca, uno spazio autonomo, libero da interferenze, in cui la voce della disabilità possa emergere senza filtri né mediazioni. È proprio su questo tema che riteniamo necessario aprire un confronto e favorire il dialogo tra i diretti interessati. Il cambiamento a cui alludiamo, non è altro che un passaggio culturale fondamentale: il superamento del modello che considera le persone con disabilità come soggetti da curare o tutelare, in favore del modello sociale, che ne riconosce i diritti e ne promuove la piena partecipazione nella società. Non solo: ci riferiamo anche alla necessità di difendere questi diritti e di contrastare ogni forma di discriminazione. In altre parole, chiediamo che la disabilità sia trattata come una questione di giustizia e pari opportunità, e non semplicemente come un tema sanitario, assistenziale o abilista. L’orizzonte è e rimarrà sempre la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, punto di riferimento che deve guidare ogni azione, prassi e politica. Non possiamo accettare compromessi che tradiscano i principi di autodeterminazione, partecipazione e uguaglianza che essa sancisce.

A San Marino, lo ribadiamo, la disabilità purtroppo non è ancora riconosciuta come una responsabilità condivisa. Manca un’azione collettiva, una rappresentanza unitaria e una reale consapevolezza del fatto che riguarda l’intera società. È necessario interrompere questo meccanismo di isolamento, e crediamo che il modo per farlo sia attraverso un sano empowerment, ossia una maggiore consapevolezza, da parte delle persone con disabilità, delle famiglie e delle associazioni, riguardo ai propri diritti e alle possibilità di incidere realmente sul cambiamento. Ad oggi, oltre a coloro che hanno scritto a titolo personale, hanno aderito l’associazione Batticinque e la cooperativa InVolo. Non deve meravigliarci né scoraggiarci il fatto di ritrovarci in pochi, perché sappiamo bene quanto sia difficile affermare una visione diversa della disabilità, che vada oltre un modello assistenzialista ancora così radicato. Per questo ribadiamo il nostro invito a partecipare all’iniziativa “Il Tavolo delle Idee”, un momento di confronto libero e senza pregiudizi, per raccogliere proposte, condividere esperienze e, eventualmente, creare una strategia comune. Nessuno è escluso, perché nessuno può essere lasciato indietro. Chiunque creda che sia arrivato il momento di agire – associazioni, famiglie e persone con o senza disabilità – deve scrivere all’indirizzo iltavolodelleidee@gmail.com. Nel mese di aprile proporremo una data per un primo incontro.

Dipende da noi.