Ieri il Consiglio Grande e Generale dopo il comma sulla ratifica dei decreti è ripartito dal comma comunicazioni e si è tornati a parlare di Tribunale e del suo dirigente. Duro l’intervento del consigliere di Rete Giovanni Zonzini che ha tuonato in Aula: “Il Tribunale non funziona, c’è chi commette crimini ma non viene perseguito mentre altri vengono perseguiti magari perché si sono opposti a chi da lunghissimo tempo gode di una impunità senza riserve. Se il Santo fondatore morisse oggi non direbbe più “vi lascio liberi dall’uno e dall’altro uomo” ma direbbe “vi lascio liberi dall’uno e dell’altro giudice”, vorrei che facessimo nostro il motto rinnovato del Santo Marino”. “Il dirigente Guzzetta – ha proseguito il consigliere Zonzini – ha inoltrato una nota rivolta al Congresso di Stato che però abbiamo ricevuto anche tutti noi consiglieri e ha affermato che le sue parole erano le dichiarazioni tecniche di un giurista facendo notare che anche altri suoi colleghi hanno fatto lo stesso. Egli per chi non ne è a conoscenza, ha definito il Parlamento italiano come una specie di canile con tanti barboncini a cui Conte tira l’osso. Non entro nel merito delle dichiarazioni ma mi piacerebbe sapere se gli altri illustri giuristi da lui citati ricoprono una carica come quella di Guzzetta. Lui è anzitutto una persona che rappresenta uno potere del nostro stato. Lui non parla semplicemente come giurista”. Di qui la presentazione di un ordine del giorno della maggioranza con il quale il Consiglio Grande e Generale raccomanda ed invita fortemente i dirigenti e/o funzionari e diplomatici della Repubblica ad ogni livello e specialmente nel rispetto delle proprie funzioni, oltre che nell’ottica del mantenimento del più alto equilibrio istituzionale – a tenere in debito conto, nello svolgimento della propria attività, dell’importanza del ruolo ricoperto, che dovrebbe essere sempre improntato al perseguimento dell’esclusivo interesse della Repubblica di San Marino”. Il consigliere di opposizione Giuseppe Morganti ha dal canto suo parlato di forzature nell’ambito della giustizia e non soltanto in quella sfera arrivando ad affermare che ‘autarchia mai fa rima con democrazia’. Ragionamenti i suoi più che condivisibili specie quando ha richiamato l’attenzione dell’aula sull’intollerabile art.4 del nuovo decreto. Ma che il richiamo sulle forzature in ambito di giustizia giunga da una determinata parte politica il segretario della Dc Gian Carlo Venturini lo ha trovato fuori luogo. “Ora si devono fare i conti con alcune scelte errate – ha detto Venturini – È dalle decisioni non più prese all’unanimità che è cominciato tutto nella scorsa legislatura. Morganti faccia mente locale, le forzature ci sono state allora. Ora va riconsegnata al Paese una magistratura autonoma e indipendente, non serve a niente la demagogia. A mio avviso è incomprensibile il tono delle considerazioni di Guzzetta che sono state rese pubbliche in risposta a una lettera che il segretario Ugolini aveva mandato in forma privata. Non credo che il dirigente di un Tribunale possa criticare le più alte cariche dello Stato tanto più che la legge 141 sugli agenti pubblici, all’ art. 2 dice che i dirigenti pubblici, gli agenti pubblici in senso lato devono attenersi a determinati principi. Perché chi deve far applicare la legge, non rispetta la legge”?
Repubblica Sm