San Marino. Disastro all’ISS. Dott. Tiziano Bugli replica alla Direzione ISS: ”Il trasferimento all’Azzurro non serve agli utenti, agli operatori e neppure alle casse dello Stato. Chi si vuole privilegiare, allora?”

foto Tiziano per giornale smSi trasmette la presente per opportuna pubblicazione.

Non per polemizzare ma per dovere di giustizia, di verità e con intento costruttivo, è doverosa qualche precisazione e chiarimento in merito alle affermazioni contenute nel comunicato della Direzione Generale ISS, apparso su Giornalesm.com, SMRtv e Tribuna il 18.02.16, nella piena libertà di esprimere le personali opinioni come si conviene in un paese democratico e senza i vincoli di una discutibile censura attualmente in voga presso l’ISS. 

Ribadisco innanzitutto la mia opinione di assoluta contrarietà al progetto di trasferimento della Direzione Cure Primarie al Centro Azzurro, che di fatto comporta una vera e propria riorganizzazione della Direzione Cure Primarie per i seguenti motivi:

  1. non risulta veritiera la versione secondo la quale i tecnici incaricati non avrebbero trovato in tutto l’ospedale locali adeguati agli ambulatori specialistici. È vero il contrario, i locali erano stati a suo tempo identificati nel numero e negli spazi adeguati allo scopo e le soluzioni proposte rispettavano criteri di economicità, funzionalità e buon senso;
  2. il trasferimento è stato imposto dall’alto, per nulla condiviso e concordato con gli operatori della Direzione Cure Primarie;
  3. La sede decentrata del Centro Azzurro comporterà inevitabili disagi alle migliaia di utenti che usufruiscono dei numerosi servizi offerti dalla Direzione Cure Primarie (patenti, badanti, donatori, medicina dei viaggiatori, certificazioni internazionali ecc.), perché saranno condizionati a trasferirsi in altre sedi per il completamento delle pratiche;
  4. Il trasferimento al Centro Azzurro comporterà notevoli difficoltà operative al Personale Sanitario della Direzione Cure Primarie, perché gran parte di essi dovrà giornalmente fare la spola fra il centro commerciale e l’ospedale.
  5. Nell’ipotesi paventata di destinare ad altri servizi le funzioni e i compiti della Direzione Cure Primarie (vaccinazioni, gestione medica della casa di riposo, donatori del sangue) si renderà addirittura necessario modificare la legislazione sammarinese.
  6. Invece di veder riconosciuta alla Direzione Cure Primarie il ruolo di Unità Organizzativa per la molteplicità e complessità delle prestazioni erogate, risulta del tutto evidente un malcelato progetto di smantellamento della stessa privando così il Paese di una struttura che possa occuparsi a pieno titolo di prevenzione e salute pubblica.

Viene da pensare che, a giudicare dalle forze in campo che spingono per il trasferimento verso il Centro Azzurro, possa sorgere qualche ragionevole dubbio in merito a chi serva veramente questa operazione. Sicuramente non agli utenti, non agli operatori e neppure alle casse dello Stato. E’ auspicabile, opportuno e ragionevole rinunciare al progetto di trasferimento all’Azzurro della Direzione Cure Primarie.

Le forti divergenze sul progetto sperimentale di riorganizzazione della Medicina di Base riguardano nello specifico:

  1. La proposta di un call center esternalizzato all’ISS ed affidato a privati in una sede di Falciano
  2. L’accordo che prevede le sostituzioni dei medici di base solo per malattia (e di conseguenza autorizzate dal Direttore Sanitario col contagocce creando non pochi problemi al servizio)
  3. La penalizzazione economica per i medici
  4. La diversa impostazione del progetto proposto dalla Direzione Cure Primarie in data 21 ottobre 2014, non improntato a “fughe in avanti verso improbabili innovazioni”, ma caratterizzato da elementi innovativi, nel solco della tradizione e della prassi consolidata (aumento delle ore da dedicare alle malattie ad alto impatto sociale e formazione obbligatoria, condizione fondamentale per una medicina di base di eccellenza)..

La  messa in atto del progetto è da me definito disfunzionale perché:

la scelta di convogliare tutte le telefonate in arrivo sul personale di segreteria, senza il supporto ed il coinvolgimento del personale infermieristico, ha da subito evidenziato i limiti nella gestione delle migliaia di accessi telefonici e non ai Centri della Salute; Personale Infermieristico che a sua volta, per una cervellotica quanto impropria interpretazione del concetto di responsabilità, è stato esonerato dal compito di collaborare con il medico nella gestione delle pratiche “burocratiche” (ricette, certificazioni, ecc.) trasferendo così sulla figura dello stesso medico un carico di lavoro tale da compromettere seriamente e ridurre il tempo da dedicare alla clinica ed alle attività di medicina proattiva. Le criticità riguardanti il front office, il problema dei telefoni, l’organizzazione del lavoro infermieristico ed altri aspetti della riorganizzazione sono stati puntualmente da me evidenziati e corredati di proposte migliorative in un documento che porta la data del 29 giugno 2015, a distanza di appena un mese dall’inizio del progetto, proposte puntualmente ignorate dalla Direzione Sanitaria e Generale e liquidate come cose di poco conto. I vari problemi potevano quindi essere risolti esattamente oltre 7 mesi fa.

A questo punto ci possiamo domandare come mai una Direzione ISS non si  curi di ascoltare un Direttore di UOC che vanta 36 anni di servizio in medicina di base ed ha una profonda conoscenza dello stesso.

Qualcosa però sembra stia cambiando, perché a seguito delle mie dimissioni il Direttore Generale appare più disponibile alla collaborazione ed al dialogo con il nuovo Direttore e i Medici di Base, dopo aver a ragion veduta deciso di non avvalersi dei consigli di alcuni stretti collaboratori che hanno inopportunamente e negativamente interferito nel progetto di riorganizzazione della Medicina di Base, riconsiderando la possibilità di tornare indietro sugli aspetti critici ripetutamente evidenziati dal Direttore Cure Primarie e dai Medici (accettazione, ricette, sostituzioni dei medici ecc).

Nessuna divergenza invece sulle finalità della riorganizzazione delle cure primarie. Va sottolineato che Il modello di gestione della malattia cronica ed il passaggio dalla medicina d’attesa alla medicina d’iniziativa non è un’invenzione della Direzione Generale bensì una proposta ed una esigenza dei Medici di Base chiaramente espressa e confermata nel Documento di consenso della Direzione UOC Cure Primarie e dei Medici di Medicina Generale dell’ISS sulle strategie e sulle proposte per la riorganizzazione della medicina generale e delle cure primarie, documento condiviso e firmato dal Direttore UOC e da 18 Medici di Base (9 giugno 2014 prot. N. 626/2014) e che si invita caldamente a rileggere. Tale documento è antecedente l’arrivo in Repubblica del direttore Generale Caruso e pertanto già patrimonio dei Medici delle Cure Primarie. Gli incontri di formazione su questi temi tenuti dai proff Macciocco e Fantini hanno per questo motivo incontrato pieno apprezzamento da parte della Direzione Cure Primarie e dei Medici. Il problema di fondo è quello di passare dalla teoria ai fatti ed è compito del Direttore Generale portare avanti tale progetto dando ai professionisti dell’ISS risorse, fiducia e tempo da dedicare a questo innovativo modo di fare medicina, Identificando le risorse umane interne al sistema che credono nella bontà di tale modello e si adoperano attivamente perché questo trovi piena applicazione.

Nessuna divergenza neppure sui contenuti del Piano Socio Sanitario ritenuto di grande qualità. Le indicazioni ivi contenute devono solamente trovare applicazione pratica e per questo ho fatto alla Direzione Generale alcune proposte operative da realizzare nella nostra realtà sanitaria con interventi attuabili a costo zero nel setting delle cure primarie con l’obiettivo di promuovere, mantenere e sviluppare lo stato di salute della popolazione in linea con le raccomandazioni del Piano Sanitario stesso, con le finalità e la missione istituzionale dell’ISS. Il documento è datato 27 gennaio 2016 ed invito caldamente gli interessati a leggerlo con attenzione.

Nella prospettiva di un prossimo dibattito sui temi della sanità sammarinese si ritiene che la politica non possa non mettere in discussione l’assetto apicale dell’ISS visti i rischi che si sono manifestati anche in passate gestioni caratterizzati da una conduzione verticistica, discrezionale, non democratica e incontrollata.

Ringrazio la dott.ssa Caruso per avermi definito medico appassionato; aggiungerei appassionato all’ISS e fervente sostenitore di una sanità pubblica, e non può essere diversamente dal momento che la Legge fondativa dell’Istituto per la Sicurezza Sociale del 1955 porta anche la firma di mio padre, Primo Bugli.

Saluti

Dott. Tiziano Bugli

Ex Direttore UOC Cure Primarie e Salute Territoriale

San Marino 21 febbraio 2016