Martedì sera nella cornice dell’incontro “Governo che disastro” l’imprenditore Thomas Biagi ha preso il microfono per raccontare alla platea la sua storia. “Ho sentito dire in molti interventi della maggioranza che nessun risparmiatore ha mai perso un euro. Sono un ex correntista Asset e attuale correntista Cis, purtroppo avevo le subordinate Asset, non conoscevo questo Paese, sono felicissimo di essere qui, sono un artigiano, sono qui da 5 anni, non conoscevo la realtà delle banche che oggi invece conosco. Avevo obbligazioni subordinate, i miei soldi li devo ancora rivedere. Erano soldi della mia società per lavorare e produrre un utile, pagare le tasse, far andare avanti l’economia. Quando vado in banca a chiedere 10mila euro per la mia attività devo firmare 100 carte, la banca che utilizza i miei soldi quando mi dà delle garanzie vere e non bilanci falsificati con terreni valutati 100 volte il loro valore reale? questa cosa deve cambiare. Cosa succederà nel Cis dopo i trenta giorni del blocco di pagamenti? Sarà una Asset 2? Perché un conto sono i soldi liquidi che si hanno sul conto, un conto è ricevere obbligazioni che scadranno fra 5 anni che non fanno lavorare la mia azienda oggi”. Ha provato a rispondergli il consigliere del Ps Alessandro Mancini: “Hanno fatto decreti su tutto, di sabato di domenica, di notte, l’unico decreto che dovevano fare per dare una risposta certa sulle subordinate Asset non è stato fatto, o meglio è stato fatto un decreto che ha seguito un iter inverso, di solito è la legge che rimanda al decreto, qui è stato fatto un decreto che rimanda a una legge. Il decreto è stato emanato oltre un anno fa, la legge dopo più di una forzatura è stata portata in prima lettura a fine novembre ed è ancora ferma perché abbiamo chiesto la procedura d’urgenza ma si sono messi a ridere, quella legge deve andare in commissione finanze e non sappiamo quando sarà convocata (nonostante per regola ne debba essere convocata una al mese)”. L’intervento ha stimolato anche la risposta del consigliere di Md Federico Pedini Amati che ha detto: “Chi ha parlato non è uno sprovveduto, si tratta del vicecampione europeo di automobilismo, ha investito nel nostro Paese e non è giusto non gli venga data una risposta. Io credo però che una risposta non possa arrivare da questo governo che piuttosto tutelerà la persona cui l’imprenditore fidandosi ha dato i suoi soldi. E’ tempo che a questo stato di cose la popolazione reagisca. Noi abbiamo combattuto contro Confuorti e contro chi ha rubato i nostri soldi. Abbiamo visto a Malta con la bomba sotto l’auto della giornalista cosa succede. Noi da soli non ce la facciamo, non siamo martiri. Il popolo reagisca e combatta assieme a noi”.
Repubblica Sm