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  • San Marino. Disastro banche, Pedini Amati (Md): “Se andiamo al governo, la prima azione che facciamo è un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori”

    C’è poco da stare allegri, il Paese è distrutto o semidistrutto. Ne hanno parlato martedì sera in una sala Montelupo gremita di gente (molti sono rimasti in piedi) esponenti della minoranza durante un incontro dal titolo ‘Governo che disastro’. Dai vari interventi che si sono succeduti anche dal pubblico è emersa l’immagine di un Paese sansebastianizzato da oltre due anni. A spiegare nel dettaglio chi ha giocato a freccette con San Marino è stato il consigliere di Md Federico Pedini Amati che come premessa al suo intervento ci ha tenuto a precisare di voler comunque andare cauto per non collezionare altre denunce.
    “Dire che è in atto un’associazione a delinquere è dir poco. E ora maggioranza e governo vorrebbero far passare il messaggio di non avere responsabilità. Tirano il sasso poi tolgono la mano? Il problema è che abbiamo 7 segretari incompetenti, fallimentari e che hanno agito con molto dolo. Sulla questione Asset dall’ordinanza del giudice Morsiani emerge l’ingerenza di Daniele Guidi, ex ad di Cis, ed è una cosa gravissima che un dirigente di una banca interferisca con le azioni su un’altra banca. Vi siete chiesti perché? Asset doveva fondersi a tutti i costi con Cis, siccome, immagino, i suoi dirigenti hanno detto probabilmente ‘no Grandoni non ci interessa’, dovevano morire, se non sbaglio. Le interferenze sono scritte nell’ordinanza del commissario, lo stesso forse che Celli ha definito il magistrato elevato al grado di eroe. Un Segretario che parla di un magistrato in questi termini non si era mai sentito e fa capire molto bene come è stata gestita una certa operazione. La domanda ora è, l’Aqr, è stata fatta in tutte le banche? La centrale rischi come è attiva”? Poi parlando di fondi pensione: “abbiamo 450 milioni di fondi pensione, 105 sono al Cis, e qui è giusto che tutti inizino a prendersi le proprie responsabilità! 24 milioni sono in contanti, chi ce li dà? 61 milioni hanno un sottostante, si tratta di pronti contro termine con scadenza nel 2042. La portata è gravissima. Come si fa a salvare i 105 milioni, non basta la garanzia del governo, lo Stato ha zero, deve ridare a giugno 55 milioni a Bcsm. Lo sbilancio di Carisp è di 37 milioni, che garanzie sta dando lo Stato? I sindacati dal canto loro chiedono garanzie ma può bastare un foglio di carta? Io credo sia venuto il tempo che le banche rispondano come ogni altra società privata, noi dobbiamo pagare altri 105 milioni di euro perché i soci non li vogliono pagare? Se andiamo al governo, la prima azione che facciamo è un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori. Non è possibile che queste persone vadano alle Cayman e che tocchi a noi ripagare i nostri soldi. Queste persone del resto hanno immobili che sebbene valgano molto meno di quanto siano valutati, possono essere sequestrati. Nel 2017 il capitale di Cis era di 43milioni, nel patrimonio c’è un terreno a Rovereta valutato 110milioni che forse non ne vale 30 e poi c’è Icas dove fanno il cemento. Che diventi tutto dello Stato, sequestriamo almeno quella roba. Perché non si può fare? Si può far solo che paghiamo noi? Lo Stato tratti le banche come le altre aziende alle quali non dà soldi perché restino in piedi. Io mi impegno con la cittadinanza a fare queste norme. Io ho dovuto pagare la patrimoniale, la Leiton il 30 giugno doveva pagare a Carisp 13,5 milioni, è un pezzo che si diceva, si poteva intervenire prima? Perché loro non devono pagare e noi sì? Questa storia è ora che finisca, che personaggi squallidi che hanno gestito interessi di qualcuno vadano a casa”.

    Repubblica Sm