“Sono stato trattato al limite del razzismo. Mi hanno fatto sentire un disonesto. Nonostante non siamo più in black list da tempo noi sammarinesi siamo ancora visti come delinquenti e truffatori”. A parlare è un cittadino sammarinese che descrive così la propria disavventura vissuta in questi giorni in un negozio di mobili di Rimini, filiale di un grosso gruppo.
“Mi sono recato presso il negozio – racconta l’uomo – per comprare dei mobili e dopo una scelta accurata mi sono avvicinato alla cassa per il pagamento”. Ed è qui che si consuma il fattaccio. Il sammarinese estrae il proprio blocchetto degli assegni emesso da una primaria banca del Titano ma riceve la prima amara sorpresa: “Mi viene riferito che non accettano assegni di San Marino. A questo punto faccio presente che sono titolare anche di un conto corrente personale in una banca italiana e chiedo di poter pagare con un assegno di questa banca. La risposta è positiva ma mi dicono che devo esibire la tessera sanitaria italiana. Io gentilmente – prosegue il sammarinese – faccio presente che sono cittadino e residente a San Marino e di conseguenza non posso essere in possesso di quest’ultima”. L’uomo non si abbatte e presenta il codice fiscale rilasciato dall’Agenzia delle Entrate di Rimini ma anche questo è inutile. “Per loro non era un documento valido” spiega amareggiato.
“La cassiera a questo punto mi dice che se voglio pagare devo usare i contanti, ma non sopra i 3mila euro, la carta di credito oppure un assegno circolare che però deve essere emesso dalla banca”.
L’amarezza per il cliente è tanta. “Tutto questo mi ha dato una sensazione di razzismo come cittadino sammarinese. Mi sono sentito quasi disonesto. Non vi dico quale è stato il mio imbarazzo personale contando che erano presenti attorno a me anche altri clienti. Bella figuraccia facciamo noi sammarinesi nel circondario…” lamenta l’uomo.
“Sono stato trattato a pesci in faccia – insiste – e mi chiedo se un comportamento di questo genere non comporti un atto illecito”.
Ad ogni modo l’uomo ha consegnato la caparra di 250 euro con la carta di credito e quando a marzo saranno consegnati i mobili pagherà con un assegno circolare.
Ma la vicenda potrebbe avere anche uno strascico giudiziario. Il sammarinese annuncia infatti che nei prossimi giorni si confronterà con il proprio legale per capire se esistono i presupposti per una denuncia. La Tribuna Sammarinese
