San Marino. Disgelo Usa-Russia-Europa: il Titano può e deve diventare protagonista – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Quanto cambia la politica estera con l’insediamento di Biden? Molto. Soprattutto nei confronti della Russia. Il rapporto fra Trump e Putin avremmo potuto definirlo quasi cordiale, anche perché l’allora Presidente americano si era rifiutato di incolparlo dell’interferenza nelle elezioni del 2006. Ovviamente, visto che le aveva vinte proprio il miliardario di New York. L’impressione è che il nuovo Presidente degli Stati Uniti utilizzerà in maniera alternata bastone e carota. Ad esempio dopo anni Vladimir Putin si è visto recapitare la proposta di prolungare per cinque anni il trattato New Start che nell’aprile del 2010 aveva drasticamente ridotto le testate nucleari e i vettori intercontinentali di Usa e Russia e che scade il 5 febbraio. Qualcuno parla già di distensione e di mano tesa: le cose non stanno proprio così. Innanzitutto Biden dai tempi della vicepresidenza Obama conosce molto bene lo “zar”. Sin troppo. La sensazione è che il dialogo con Mosca certamente ci sarà, ma solo ed esclusivamente su temi strategici per gli Stati Uniti. Non a caso Biden è intervenuto a gamba tesa sul caso Navalny e sul suo arresto, facendo qualche cosa che negli ultimi quattro anni non eravamo più abituati a vedere: aprire un fronte compatto fra la più grande democrazia del mondo e la vecchia Europa. Proprio così: vecchio continente e Usa ricominciano a cooperare e lo fanno peraltro sui diritti umani, non certo questioni di poco conto. La sensazione allora è che sui temi delle libertà civili e della libertà di espressione l’America farà la voce grossa, un atteggiamento al quale Putin dovrà per forza di cose rispondere per le rime, al fine di non mostrarsi debole in patria. Questo, nonostante abbia tutta l’intenzione e l’interesse a cercare un disgelo in particolar modo per quanto riguarda le sanzioni economiche. Biden non è Trump, sta giocando di fioretto e ha già messo in qualche modo il leader russo con le spalle al muro. E in questa partita a scacchi potrebbe essere proprio l’Europa a giocare un ruolo di primo piano e da mediatore. Un ruolo nel quale potrebbe inserirsi la piccola San Marino, che gode di un rapporto privilegiato con Mosca e di una forte e salda amicizia con gli Stati Uniti. Fossi nel governo sammarinese comincerei ad esempio a bussare per avere il vaccino “Sputnik” e magari approfittare del recente accordo fra Confindustria Russia e Anis per promuovere un proficuo dialogo. E’ il momento giusto per diventare protagonisti.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”