San Marino. Diversamente Pasqualino: Ragazzi, che botta!

Il Governo, la maggioranza, l’I.S.S., la C.S.U., sono stati letteralmente strapazzati dagli elettori sammarinesi che con percentuali stratosferiche hanno decretato l’abolizione delle leggi sull’esercizio dell’attività privata del personale medico e del FONDISS.

Lunedì 26 maggio per tutti i sopra citati il risveglio deve essere stato davvero duro. Proviamo ad immaginare l’inizio della giornata. Il Segretario all’I.S.S., giovane, bello e dimagrito sarà entrato in ufficio passando dalla porta di servizio, cercando di non dare nell’occhio, sgranando però, in via precauzionale,  un sorriso a 32 denti, così, se mai lo avesse visto qualcuno avrebbe dimostrato di essere sereno, disteso e contento, perchè tanto ” ha vinto la democrazia” e l’idea di dimettersi neanche lo sfiora

I tre presidenti dei Gruppi Consiliari di maggioranza  avranno deciso di fare una riunione d’urgenza al bar della “Serena visione”, appena fuori il confine di San Marino, che così non li vede nessuno. Fra un caffè e un cornetto, saranno giunti alla conclusione che, forse, non sono riusciti ad intercettare il sentire dei sammarinesi e che, forse, hanno sbagliato a costituirsi in comitato contrario, dal quale si sono dimessi seduta stante.

L’I.S.S., direttore in testa, dopo la pessima figura registrata nella trasmissione TV autogestita in cui sostenevano, molto disinteressatamente, la bontà della legge sulla libera professione, si saranno resi conto di aver confezionato un ottimo “spot” a favore dei Comitati del Si,  cosicchè i “piccoli Talebani” sono cresciuti, molto. Il Direttore, mento al vento, affranto e sconfortato,  avrà deciso di sospendere l’emissione di ricette a tempo indeterminato per protesta.

I sindacalisti della CSU si saranno recati al lavoro, si fa per dire, senza perdere il buon umore perchè tanto il loro dovere lo hanno fatto anche questa volta. Hanno invitato a votare No, dimostrandosi la solita cinghia di trasmissione della D.C: e del P.S.D. Esattamente come al tempo delle manifestazioni di piazza, quando hanno portato in strada migliaia di lavoratori e poi,  in perfetto stile CSU, li hanno lasciati lì, con un palmo di naso,  e hanno salvato il Governo mettendo in atto l’esercizio in cui eccellono: la marcia indietro.

Questa è la foto di gruppo immaginaria, ma non troppo distante dalla realtà, che scaturisce dopo il voto dei due referendum del 25 maggio 2014. Già, ma come farà il Paese a salvarsi se quelli sconfitti sono i nostri governanti, lontani anni luce dalla volontà dei cittadini?

Diversamente Pasqualino