Vatuttobenemadamalamarchesa! Certo che va tutto bene: il bilancio è ok, perfino gli organismi internazionali e le agenzie di rating ci dicono che siamo bravi; il debito estero non è un problema, anche se non abbiamo i soldi per pagarlo e saremo costretti ad un nuovo rollover con interessi milionari; l’economia va benissimo (speriamo che duri); le strade, le case, la raccolta rifiuti non se parla, quindi va tutto bene; la sanità è universale e gratuita, quindi è perfetta.
Ma la gente non è contenta. È chiaro che se si fanno i raffronti con quanto accade fuori confine, sembra che i sammarinesi si lamentino del brodo grasso. Non è così, perché le banalità e i luoghi comuni con cui si ammantano i comunicati ufficiali, nascondono situazioni gravi, problemi antichi e mai risolti, che ancora riverberano conseguenze sulla vita die cittadini, sulle dinamiche sociali, sulle finanze pubbliche.
Prendiamo ad esempio il famoso “processo Mazzini” e l’altrettanto famosa “galassia CIS”. Si tende sempre a metterle insieme e, possibilmente, spargere la polvere della dimenticanza e della strumentalizzazione. Invece, c’è una bella differenza tra le due cose.
Il processo Mazzini racconta infatti la storia della “San Marino da bere”, quando imperava un sistema corrotto, dove la politica, pur di fare soldi, considerava tutto lecito: la corruzione non era reato, il voto di scambio era pratica ammessa e caldeggiata, il riciclaggio non era contemplato. Si faceva così e basta, e tutti ne beneficiavano. Ma c’è un dato sopra tutti: nessun sammarinese ha mai rimesso un soldo da quelle situazioni. Alzi la mano chi può dimostrare il contrario.
E poi c’è un altro aspetto che non viene mai considerato: il capo del pool inquirente, ora è sotto processo con una serie piuttosto corposa di fascicoli. Anzi, ha già ricevuto qualche condanna. Anche se ormai la storia non si può cambiare, è da qui che è partito il processo Mazzini.
Questo ci fa capire che c’è una differenza abissale con la galassia CIS, perché l’uno è stato indotto da un progetto tanto lucido quanto cinico, comandato da persone che avevano ben chiaro il percorso di occupazione politica e finanziaria della Repubblica. L’altro invece, ci è scoppiato in mano, prima per un buco enorme con soldi sottratti ai correntisti e ai fondi pensione, quindi allo Stato e ai sammarinesi; e poi per le risultanze della commissione di inchiesta, che ha squarciato il velo sull’operato di una serie di personaggi che hanno portato a quella situazione. La famosa “cricca”. Il problema oggi, mentre il tribunale va avanti, è che non è mai stata fatta piena luce sulle connessioni politiche, che hanno appoggiato quel progetto.
La galassia CIS è forse tra le cause più importanti, che hanno portato al debito pubblico, per il quale si è ricorsi al finanziamento estero. Poi ci sono gli NPL, ovvero i crediti delle banche non più esigibili. Miliardi di euro dati in prestito a privati, a società o chissà a chi altri, senza le necessarie coperture. Finché i nodi non sono venuti al pettine e le banche hanno visto affossare i loro bilanci. Lo Stato, tramite precise scelte politiche, ha deciso di aiutare le banche per non fare crollare il sistema, quindi ci ha messo i soldi presi in prestito e ha fatto operazioni di recupero degli NPL, che però non hanno portato niente, o quasi. Ecco perché siamo “poveri” e non ci sono soldi per gli investimenti, per le infrastrutture, per i servizi, per aiutare le persone più bisognose.
Avrebbe dovuto bastare tutto questo come lezione? Macché! Si continua con comportamenti non consoni da parte della politica e dell’apparato amministrativo. Pensiamo ad esempio ai “furbetti” che si permettono di non pagare i contributi per i dipendenti senza che nessuno se ne accorga per anni. Peggio, dopo qualche tempo li vedi tornare sul territorio con un’altra società intestata a un familiare o a un prestanome, per fare probabilmente quello che facevano prima.
Non abbiamo dimenticato lo scandalo delle autovetture vendute in Italia con documenti fiscali sammarinesi contraffatti. San Marino non intascava tasse, e neanche l’Italia, ma solo l’Italia se n’è accorta e vi ha posto rimedio. Ovviamente a danno di San Marino. Come siamo andati a finire? Boh! Solo qualche voce dall’opposizione, opportunamente spenta. Come sulla riedizione del famoso scandalo “Long drink”.
O come gli attacchi alla libertà di stampa, perché se c’è una voce fuori dal coro, viene subito stigmatizzata. Gli articoli pubblicati questi giorni da Giornalesm sono sintomatici di un andazzo che non accenna a cambiare e hanno ricevuto una grande attenzione da parte del pubblico, che chiede di fare chiarezza e di recuperare i soldi che sono di tutti.
Una commissione di inchiesta? Sicuramente è il mezzo più appropriato per fare luce e dare al tribunale lo strumento per agire. Ma le commissioni sono di natura parlamentare, cioè votate dal Consiglio e composte da Consiglieri, in proporzione elettorale. Ce n’è stata una sola che è riuscita a fare una parte di chiarezza, quella sulle banche, non ovviamente sulle responsabilità politiche.
Ma non lasciamoci trascinare dallo sconfortante: tanto sono tutti uguali, anche se la sintesi giornalistica impone a volte un generalismo che non rispecchia fedelmente la realtà. Non tutta la politica è uguale. La “cricca” ha cambiato volto ed bravissima a nascondersi dietro ad alcune facce, non tutte. Ma sta a noi cittadini capire senza fare di ogni erba un fascio, e agire di conseguenza.
Angela Venturini