San Marino. Domagnano. Protesta dei residenti esclusi dalla viabilità della superstrada: ”E’ come essere in galera”

Protesta FiorinaLa chiusura degli incroci a raso della superstrada, sostituiti dalle più sicure rotatorie, continua ad alimentare malumori nei cittadini. Nella zona di Fiorina da oltre quattro anni il passo di via Ca Vir è stato chiuso e residenti e negozianti lamentano una sorta di isolamento.

Sono state raccolte firme, è stata presentata, nel 2012, un’istanza d’Arengo e il capitano di Castello Maiani, all’epoca, ha scritto una lettera alle istituzioni.

Gli abitanti della zona si lamentano dicendo di “sentirsi in galera”.

E ieri, sulle ringhiere dei balconi di una casa proprio di fronte a dove era posto l’attraversamento a raso di via Ca’ Vir, sono spuntati due lenzuoli con su scritte parole di protesta nei confronti del governo, reo, leggendo le scritte, di non curarsi delle sorti degli abitanti di Fiorina.

Non solo, il disappunto è indirizzato anche ai segretari di Stato, senza specificarne la qualifica. Ma il vero problema resta il fatto che vi sono, tra le due rotatorie di Fiorina e Serravalle, ancora cinque attraversamenti pedonali, utilizzati in prevalenza da anziani e qualcuno fa notare che è “una roulette russa attraversare la superstrada”.

L’arteria principale della Repubblica di San Marino, da quando è stata costruita a oggi, è diventata più pericolosa e macchinosa da utilizzare, ma chiedere di ripristinare un incrocio a raso per svoltare lungo la corsia di sorpasso, forse non è più possibile. Probabilmente anche la costruzione di una rotonda intermedia tra le due già presenti sarebbe un costo troppo elevato per le casse del Titano, serrate dalla spending review.

I residenti, con tutta probabilità, dovranno rassegnarsi a percorrere i quattro chilometri che li separano dalla rotatoria di Serravalle per potere svoltare in direzione monte. La vera protesta dovrebbe riguardare l’assenza di sottopassi pedonali che mettano in sicurezza l’attraversare dei pedoni.

I residenti lungo la superstrada ancora ci sperano. 

Marco Bollini, La Tribuna