San Marino. Domenico Gasperoni: ”A Rocca Pietore …”

 Percorsa la valle Agordina, dopo un fugace sguardo al cristallo scintillante del lago di Alleghe, ti appare un campanile aguzzo come la lama di un tagliacarte. Sei a Rocca Pietore. Ma non ti fermi. Sali ancora 200 metri, finché una bandiera bianco azzurra ti accoglie. Sventola su un povero pennone, tenuto fermo da un fil di ferro, arrugginito. Oggi è stracciata dal vento.

 Un verde intenso. Mai morente nella tonalità giallognola. Stelle alpine. Rododendri. Fiordalisi. Marmotte. Rugiada dai mille riflessi. E’ stato il mondo di colori e sapori che per decine di anni ha inebriato i ragazzi sammarinesi (si stimano in 10-12 mila), nelle esperienze estive della Colonia San Marino, di Rocca Pietore, nel bellunese. Canti montanari. Faticose passeggiate. Sono state la colonna sonora di una inattesa spiritualità. Oggi ci resta la nostalgia. Si è chiuso anche il nostro vecchio e caro vocabolario di parole famigliari: Bosco verde, Malga Ciapèla, Serrai di Sottoguda, Marmolada, Pian dei Fiacconi, Coldai. Il Sasso Bianco, tappeto di stelle alpine. Mete memorabili di fatiche, paure ed emozioni di lunghe file di ragazzi. Ora restano spente mete per qualche isolato turista sammarinese, in cerca di ricordi e di nostalgie. E di racconti per i nipotini. Ringrazio Marco Severini che in questi giorni ha condiviso un amaro video dell’edificio. Irriconoscibile. Sembra che tenda le mani. Inascoltato. 

           Ci resta tanta rabbia per la chiusura (inevitabile) della struttura fatiscente. E specialmente per il silenzio che ha interrotto progetti e programmi di nuove strutture, sbandierati e poi abbandonati dalla Curia Vescovile.

  Su Facebook ho visto tantissime reazioni di persone che hanno vivo il ricordo di Rocca. Il cuore che piange per la chiusura. E un interrogativo: come stanno le cose? Nel novembre del 2009 avevo già pubblicato su Tribuna Sammarinese un articolo intitolato: ROCCA PIETORE: DECIMO CASTELLO DELLA REPUBBLICA, ADDIO!

Io con la famiglia, sono stato uno degli ultimi utenti. Nel 1998. Quando il buon don Erminio Gatti organizzava vacanze autogestite per famiglie. Semplici e pulite vacanze alternative, che i nostri figli ancora ricordano.

          Metto ora in comune qualche informazione sulla Colonia. Notizie che purtroppo si fermano al 2011.  Il primo edificio fu donato negli anni ‘50 dalla POA, un istituto Pontificio di Assistenza dell’immediato dopoguerra.  Poi negli anni seguenti, la sede venne ampliata progressivamente con il contributo dello Stato, di Banche e cittadini. Fu poi creata una fondazione sammarinese che ne aveva la proprietà e la gestione.  (OCSA: Opera cattolica sammarinese assistenza). La fondazione era presieduta dal Vescovo del Montefeltro.  Aveva un consiglio Direttivo, formato da Parroci e alcuni laici. Era previsto anche un rappresentante del Congresso di Stato. Nell’ultimo periodo ne ho fatto parte anch’io. Purtroppo nel 2009, con il solo mio voto contrario, la Fondazione fu messa in liquidazione. E i beni incamerati dalla Diocesi. La motivazione era: non essendo possibile restaurare il vecchio edificio, si prende l’impegno di continuare l’iniziativa in una dimensione non più solo sammarinese ma diocesana, in altra zona delle Dolomiti (ipotesi che poteva essere anche condivisa). 

          Torno indietro. Nel 1995 si pensò di costruire una nuova sede al Bosco Verde. L’OCSA acquistò un lotto dal Comune. Era una bella sfida, ma del tutto velleitaria. Nessuno metteva i soldi. Per la precisione, lo Stato li ha messi. Considerate le finalità culturali ed educative della iniziativa, diede un contributo di L. 180.200.000 per acquisto lotto e pagamento interessi passivi per mutuo. Fu fatta anche una sottoscrizione di cittadini (slogan: “50 mila LIRE PER UN MATTONE”). La somma, a detta degli amministratori, una cinquantina di milioni di lire, fu utilizzata per la Colonia, per tasse e spese gestionali. Sembra che negli anni successivi sia stato ricontattato il Comune di Rocca per rivendere il lotto ed eventuale cessione del vecchio stabile. Credo senza alcun risultato.

         Nel 2011, dal Congresso di Stato di allora, viene adottata una delibera: la n. 41 dell’11 gennaio. Si autorizza  “l’utilizzo del contributo stanziato con le delibere citate nel preambolo, in  favore  dell’O.C.S.A.  (Opera  Cattolica  Sammarinese  Assistenza)  per  la realizzazione  di  una  nuova  Colonia  al  servizio  dell’intera  Diocesi  San  Marino  –Montefeltro;  apposito  Accordo  dovrà  definire  le  modalità  della  fruizione  della struttura  a  Enti  e  Associazioni  sammarinesi,  dando  continuità  all’opera  iniziata  dal predetto Ente”. A parte l’errore storico ( l’ OCSA da due anni era stata messa in liquidazione), la somma è lasciata in disposizione della Diocesi, che aveva incamerato tutti i beni della fondazione. Sottolineo che il contributo non è stato concesso a fondo perduto. La stessa delibera precisa: “il contributo già liquidato ma  condizionato  alla  realizzazione  della struttura”. Per 7 anni tutto è rimasto in silenzio. Forse la “pendenza” era sconosciuta ai più. Ora le autorità lo sanno.

       Invito quindi il Governo, in particolare il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, anche a nome dei numerosi cittadini “amici di Rocca Pietore”, a riprendere in mano la questione. Credo che l’dea di una nuova Colonia sia stata abbandonata definitivamente. Anche perché i tempi sono cambiati. Se così fosse… QUEI SOLDI LIQUIDATI ALLA DIOCESI DEVONO RITORNARE ALLO STATO. 

Domenico Gasperoni