Mi è capitato di leggere un bellissimo, e drammaticamente vero, libro di Giulio Meotti (La tomba di Dio, Cantagalli) e di trovare questo fulminante giudizio: «L’Europa è una civiltà giudeo-cristiana nata con Costantino all’inizio del IV secolo» ha detto il filosofo francese Michel Onfray. «Questa civiltà ha 1500 anni: chi può credere che sia immortale? Questo sarebbe l’unico caso dall’inizio dell’umanità! Ma non vogliamo vedere che questa civiltà, poiché è la nostra, è mortale e che sta morendo. Una civiltà è viva finché produce e costruisce. Una volta abbazie e cattedrali, guarda la mappa delle abbazie cistercensi costruite nel XII secolo. Ora, cosa produce la nostra civiltà, cosa costruisce? Cinema senza immagini, pittura senza pittura, romanzi senza personaggi, poesia senza parole, filosofia senza significato, politica senza storia, musica senza suono, mostre senza oggetti. Costruiamo supermercati nei quali le famiglie vanno in processione il sabato, ma non più di una cattedrale. La Sagrada Familia di Barcellona non finisce mai».
Non credete che questo valga non solo per l’Europa nel suo complesso, ma anche per la nostra Repubblica di San Marino?
Non solo per le scelte nella linea dell’aborto e del riconoscimento, come famiglia, di coppie dello stesso sesso, ma per tanti episodi che sembrano dare voce e spazio a questo triste abbandono, che porterà a perdere, come cittadini sammarinesi, proprio il bene della nostra stessa patria.
Alcuni esempi
• Una Istanza d’Arengo di qualche tempo fa prevedeva l’introduzione dei preservativi nella scuola superiore e tale richiesta è stata approvata. Ecco la notizia: «l’Aula ha detto Sì, con 23 voti a favore, 15 contrari e un astenuto, all’istanza d’arengo probabilmente anche quella più particolare, “Per l’installazione su tutto il territorio – ed in particolare nelle sedi delle Scuole Secondarie Superiori – di distributori automatici di profilattici”. Con questo voto gli studenti delle superiori potranno acquistare, e addirittura direttamente nel loro istituto, i preservativi. (…) Sarà questo il volto dell’amore proposto ai nostri giovani?
• In Repubblica, in seguito al riconoscimento del valore dell’insegnamento della Religione cattolica nelle scuole, a motivo della dichiarata importanza della conoscenza delle proprie radici, è stata istituita la materia alternativa alla religione cattolica, passando così da una concezione dello stato etico (che ci insegna i valori morali da affermare e sostenere) alla dimenticanza delle proprie radici, ragione per la quale proprio la religione cattolica era stata istituita nelle scuole pubbliche.
• Con un referendum (senza quorum, notiamo, cioè senza maggioranza certificata) si è voluto evitare quello che ora sta purtroppo accadendo, cioè che sia una minoranza a determinare il cambiamento sostanziale della nostra storia e tradizione. Sperando che le nuove regole non vengano troppo tardi, quando oramai si è codificata la fine della tradizione.
• Last but not least, come apprendiamo dalle ultime notizie di cronaca della Televisione di San Marino: «E non manca la Scuola Elementare di San Marino. In rete è possibile trovare un documento dal quale risulta che, nel 2005, personale della “Hansel e Gretel” avrebbe tenuto due corsi in Repubblica: uno sulla “educazione degli allievi alla sessualità ed all’affettività”; l’altro sulla “Relazione educativa e sofferenza minorile. L’intelligenza emotiva e la prevenzione del disagio e del maltrattamento nella scuola”. L’anno successivo, proprio la scuola elementare, organizzò un incontro rivolto ad insegnanti e genitori, cui partecipò una psicologa dell’equipe della onlus». Come dire che Bibbiano ha radici antiche nella nostra «antica» terra.
Sono solo alcuni accenni, ma credo che indichino la necessità di un cammino comune e condiviso, che superi steccati e ostracismi ideologici. Ne va della nostra libertà o, per citare una bella affermazione fatta da Meotti del Diario di Kierkegaard :«La nave è in mano al cuoco di bordo. E ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani.»
