San Marino. Don Mangiarotti: “Il patrimonio storico della religione cattolica”

Come sempre, la festa grande del Corpus Domini, che richiama popolo e autorità per la suggestiva Processione (immortalata da una infinità di telefonini e macchine fotografiche) in onore del Corpo e Sangue di Gesù, festa religiosa e insieme civile, è stata l’occasione per il Vescovo di una parola chiara su quanto accade qui in Repubblica. Seguendo il motto caro a s. Giovanni Paolo II «Una fede che non diventa cultura, è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta» il Vescovo ha tra l’altro parlato di quello che sta accadendo a San Marino per quanto riguarda l’insegnamento della Religione cattolica nelle scuole e la cosiddetta «materia alternativa».
Tutto quanto accade ci interessa e diventa occasione di un confronto serio e costruttivo.
Dopo avere ricordato l’Accordo tra Santa Sede e Repubblica, in base al quale la religione cattolica continuerà ad essere impartita in tutte le scuole pubbliche sammarinesi, con uno status e una dignità formativa e culturale pari alle altre discipline curriculari il Vescovo ha ricordato la finalità di tale insegnamento nel contesto di una scuola che si vuole «laica».
Mi hanno colpito queste sue affermazioni, che riporto a braccio, sulle quali varrebbe la pena soffermarsi per un confronto critico e costruttivo.
Ci ha ricordato che sarebbe riduttivo presentare l’accordo tra la Santa Sede e la Repubblica di San Marino semplicemente come l’introduzione della «materia alternativa», perché tutti, indipendentemente dal credo professato, devono essere messi in condizione di apprezzare e di capire la dimensione religiosa dell’uomo, quella dimensione che da noi ha dato origine allo splendore di espressioni artistiche, culturali, giuridiche, sociali (e senza nascondersi le fragilità o le patologie). Lo spirito dell’Accordo non si riduce quindi alla sottolineatura dell’ora alternativa, perché dovrebbe permettere a chiunque, qualunque sia la sua posizione ideale o religiosa, di conoscere il cristianesimo per potere entrare in contatto con le espressioni storiche e culturali che ci caratterizzano. E per questo il Vescovo ha auspicato il superamento di quell’«analfabetismo religioso» che spesso determina la cultura di molti.
Quando ho partecipato al Convegno ecclesiale di Firenze, e ho ascoltato le parole di Papa Francesco, mi ha colpito la sottolineatura che Egli ha fatto a proposito dei cattolici: «la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico: è questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune. I credenti sono cittadini. E lo dico qui a Firenze, dove arte, fede e cittadinanza si sono sempre composte in un equilibrio dinamico tra denuncia e proposta.»
E in questa ottica allora facciamo nostre le altre parole del Vescovo, che ci ha ricordato la difesa della vita e il rifiuto dell’aborto, che non è mai una soluzione, ma rimane sempre un fallimento, sottolineando che la Chiesa non ha mai voluto essere silenziosa di fronte alla difesa di ogni vita. Altre sono – e lo hanno dimostrato le Associazioni laicali del nostro Paese – le risposte e le soluzioni per chi aspetta un bambino nel proprio grembo.
Don Gabriele Mangiarotti su Repubblica Sm