San Marino. Donare gli organi sul Titano non è permesso. Una legge entro l’autunno.

DONAZIONE1La donazione di organi sul Titano non è permessa. Chi intende fare questo grande gesto di solidarietà, in caso di decesso, deve lasciarlo detto o scritto ai familiari (oppure saranno loro a deciderlo) ma solo fuori dai confini. E’ già successo che sammarinesi che intendevano donare i loro organi fossero portati negli ospedali del circondario per effettuare il prelievo.
Questo, fondamentalmente, perché l’accertamento e la certificazione di morte sono disciplinati dal regolamento di Polizia mortuaria del 15 marzo 1910: un’epoca che non rispecchia nemmeno lontanamente l’evoluzione non solo scientifica ma anche morale delle persone.
Ma un importante passo verso la civiltà è stato fatto: durante l’ultima sessione del Consiglio grande e generale è passato per la prima lettura il progetto di legge sulle ‘Norme per l’accertamento e la certificazione di morte’.
«Tre gli obiettivi principali – come spiega il segretario alla Sanità, Francesco Mussoni che lo ha eleborato assieme al gruppo tecnico coordinato dall’Authority –: aggiornare la definizione di morte utilissando standard neurologici definiti (e riconosciuti in tutto il mondo) dalla Commissione di Harvard; istituzione di un collegio medico per l’accertamento, un organismo del tutto per San Marino; porre le base per la donazione di organi umani nel nostro Paese».
La proposta del progetto di legge è previsto dal piano sanitario e socio-sanitario 2015-2017 approvato dal parlamento lo scorso maggio.
Scopo di questo progetto, come sottolinea il segretario, è arrivare in parlamento nel mese di luglio con la legge sull’accertamento di morte, in modo da approvare quella sulla donazione degli organi in autunno.
«Nel prossimo triennio sarà quindi necessario modificare la legge sull’accertamento della morte che risponda alle esigenze attuali per favorire la donazione di organi, ma occorre anche siglare accordi operativi con le autorità italiane competenti in materia. Fondamentale poi strutturare un percoso interno al nostro territorio – prosegue il segretario Mussoni – che consente il prelievo di organi definendo le procedure di trapianto per i sammarinesi condivise con le strutture esterne di riferimento».
Alla domanda su come mai San Marino sia rimasta così indietro su di un tema etico così importante, il segretario ammette, con sincerità, di non sapersi dare una spiegazione «ma sono assolutamente convinto che sia arrivato il tempo di fare questo grande salto di civiltà, verso un gesto, quella della donazione degli organi, in grado di salvare moltissime vite umane». Il Resto del Carlino