A volte non è necessario fare le rivoluzioni. Per cambiare il mondo è spesso sufficiente l’impegno quotidiano fatto con passione, costanza, competenza e tanta fatica. Quello che spesso non si vede e che meriterebbe di essere riconosciuto. È il lavoro di molte donne, poche delle quali diventano famose, eppure finalmente si riesce a capire che senza di loro il mondo sarebbe molto meno vivibile.
Non è un caso, dunque, che l’Associazione Emma Rossi abbia ideato e organizzato un Premio dedicato alle donne, in memoria di una donna sammarinese che ha saputo eccellere in tutte le forme del suo impegno. In conferenza stampa la presentazione della quarta edizione, che rimane inalterata rispetto alle precedenti riguardo al titolo: “Donne che cambiano il mondo”, con qualche modifica del regolamento, che viene aggiornato rispetto alle necessarie evoluzioni.
“In occasione del prossimo 70esimo anniversario dell’ISS – ha esordito la presidente Patrizia Busignani – abbiamo deciso di circoscrivere il perimetro nell’ambito sanitario per individuare le candidature, dai ruoli più importanti, ricercatrici comprese, a quelli considerati meno importanti, ma che in effetti non lo sono. Donne che abbiano dimostrato coraggio, forza, resilienza, capacità e leadership, anche affrontando rischi e sacrifici personali”.
Il pensiero e gli obiettivi del Premio vogliono porre l’attenzione sulle donne che non hanno accesso alle cure sanitarie a causa della povertà, della guerra, dell’immigrazione; a quelle che subiscono mutilazioni sessuali, alle spose bambine, alle ragazze che non riescono ad accedere agli studi, a quelle che hanno subito traumi invalidanti, alle donne che soffrono condizioni di abbandono. Purtroppo, le cronache giornaliere offrono un ventaglio di sofferenze, di soprusi, di disagi e di violenze che un Premio non può sicuramente sanare, ma ha il potere di offrire un grandissimo valore simbolico e un inalienabile messaggio culturale proprio per cambiare la condizione delle donne. La speranza che può cambiare il mondo.
Nella fattispecie di questa edizione, gli organizzatori hanno voluto porre l’attenzione al valore civile delle professioni sanitarie anche per affermare quel diritto alla salute che non è tale in molte parti del mondo. “Per questo – ha precisato Busignani – abbiamo voluto estendere l’ambito dell’iniziativa alla dimensione internazionale, per comprendere tutte le quelle professioni che le donne svolgono con passione, competenza e innovazione”.
Anche la giuria ha una caratura internazionale. A presiederla sarà Antonella Polimeni, rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, una vera autorità in campo medico e 600 pubblicazioni al suo attivo; Anna Castellucci, psicologa e psicoterapeuta, docente universitaria; Bianca Caruso, già direttore generale ISS, laureata in medicina e chirurgia; Maria Luana Stacchini, sammarinese, psicologa ISS, da sempre impegnata per i diritti delle donne; Patrizia Busignani come membro di diritto dell’Associazione.
Le candidature possono essere presentate direttamente all’Associazione Emma Rossi già da adesso, fino all’8 marzo prossimo. Possono farlo tutti i cittadini sammarinesi, singolarmente o in gruppo, i cittadini esteri tramite le rispettive associazioni, le Giunte di Castello, le associazioni femminili nazionali e internazionali, la Consulta delle associazioni, le ONG e ONLUS, la Consulta dei giornalisti della Repubblica di San Marino; l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, le Rappresentanze diplomatiche e consolari sammarinesi, la Scuola Secondaria Superiore, l’Università.
Tutte le candidature verranno esaminate dalla giuria, la quale assegnerà a suo insindacabile giudizio il premio consistente in 5mila euro. “Per noi è un impegno grosso – ha puntualizzato Patrizia Busignani – non solo dal punto di vista economico, ma anche organizzativo. Sono gradite collaborazioni, anche perché vorremmo che questo Premio diventasse una cosa importante per San Marino, un momento di prestigio per tutta la Repubblica, un patrimonio per tutta la comunità”.
Concetti preziosi anche per Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato alla Cultura, che insieme alla Segreteria Sanità ha concesso il patrocinio. “È un piacere istituzionale e un obbligo morale affiancarsi ad una iniziativa così prestigiosa, che nasce in omaggio ad una personalità sammarinese di altissimo valore, qual è stata Emma Rossi” ha detto in chiusura della conferenza stampa, sottolineando come la promozione della cultura, della sammarinesità e del senso di appartenenza passi anche illuminando la dimensione femminile dell’assistenza sanitaria. “Tantissime donne muovono le dinamiche del mondo – ha concluso – spesso nel silenzio e null’umiltà. Ma ciascuna di esse potrebbe essere un esempio, una vera eroina della quotidianità”.