San Marino. Dopo anni di disastrosa gestione politica e sanitaria a rischio chiusura il Centro Nascite e i reparti di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia … di Enrico Lazzari

Pediatria rischia di perdere il suo primario! Infatti, è la dottoressa Laura Viola il medico che, come scritto ieri (leggi qui) avrebbe manifestato -per ora sembra informalmente- l’intenzione di lasciare l’incarico di Primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Stato.

Alla base della decisione -o “minaccia”, visto che sarebbe in corso una sorta di “trattativa” fra la dottoressa e i vertici Iss, mirato a individuare una soluzione- ci sarebbero le pesanti criticità che affliggono il reparto. In primis, la carenza di personale e, quindi, le estreme difficoltà nell’organizzazione dei servizi che, poi, si ripercuotono necessariamente sia sulla qualità ed efficienza del servizio pubbliche che sul prestigio e sull’immagine del relativo primario.

Proprio in questo comparto, pediatria appunto, si starebbe pensando di inserire alcuni sanitari extra-Ue, vista la difficoltà di reperire personale nella vicina Italia, anche a causa del penalizzante sistema previdenziale che rende per i medici italiani svantaggioso salire sul Titano.

Non è semplice, però, l’arruolamento di medici extra-Ue, visto che i titoli di studio conseguiti in tantissimi paesi, ad esempio l’Argentina (dove uno o più medici avrebbero già manifestato la loro disponibilità per “salire” in Repubblica), non sono riconosciuti in San Marino. Per superare questo altissimo ostacolo servirebbe, quindi, una modifica legislativa o, perlomeno, una deroga. E proprio su questo verterebbe la trattativa fra la Dott.ssa Viola e la controparte Iss.

Seppure il primario di Pediatria -un reparto chiave della sanità sammarinese- abbia manifestato l’intenzione di andarsene, la stessa si sarebbe detta disposta a tornare sui suoi passi qualora si creino le condizioni perchè la scarsità, l’insufficienza di personale medico a disposizione si possa superare in tempi brevi. E l’arruolamento di sanitari extra-Ue sembra essere l’unica possibile soluzione in tal senso.

Se Pediatria appare oggi, quindi, un reparto a rischio di “sopravvivenza”, meglio non stanno altri reparti, fra cui Ostetricia e Ginecologia, dove il Dirigente Medico dell’UOC Materno-Fetale, dott.ssa Giovanna De Felice, avrebbe già rassegnato le sue dimissioni; il dott. Piero Serroni sarebbe attualmente in malattia e, fra pochi mesi, si congederà per godersi la meritata pensione; mentre il Dott. Giovanni Grazia si congederà a dicembre.

Anche in questo caso non sarebbero ancora stati individuati sostituti, nonostante già ora -si apprende da indiscrezioni interne all’Ospedale di Stato- sia impossibile per il reparto coprire i turni di reperibilità.

Ma può un reparto evitare il suo smantellamento senza il necessario personale sanitario e parasanitario? No… O si trova una soluzione efficace o, uno per volta, l’Ospedale di Stato perderà costantemente pezzi. Pezzi importanti come Pediatria, Ostetricia o Ginecologia… Ma cosa si aspetta a intervenire, vien da chiedersi -e da chiedere al nuovo Segretario di Stato alla Sanità, Mariella Mularoni (Pdcs)-, per salvare reparti chiave come i citati? Certo, non si fanno miracoli in poche settimane, non si risolvono gli apparenti “disastri” della gestione Ciavatta-Bevere in due giorni, con una bacchetta magica, ne sono consapevole. Ma esiste una emergenza “più emergenza” di questa?

Anche in tal senso, comunque, una ipotesi di soluzione sembrerebbe essere stata individuata, ma non credo che si abbia il coraggio -nell’attuale politica sammarinese- di procedere ad una amputazione di una mano per riportare alla piena funzionalità il braccio.

Se per Pediatria la soluzione urgente sarebbe stata individuata nel reclutamento di medici extra-Ue, per “salvare” Ostetricia e Ginecologia si potrebbe chiudere -o perlomeno sospendere- il Centro Nascite, visto che lo stesso ha oggi numeri di circa il 90% più bassi rispetto a quelli che ha un simile servizio nella vicina Italia. Non sarebbero pochi, poi, le coppie sammarinesi che già oggi fanno nascere il loro “piccolo” in strutture italiane. Certo, apparirebbe strano per un Paese perdere cittadini nati nello stesso Paese… Ma, a mali estremi si possono contrapporre, magari provvisoriamente, rimedi estremi.

La chiusura o sospensione del Centro Nascite, difatti, liberebbe forze mediche da trasferire in Ostetricia e Ginecologia, così da garantire la sopravvivenza sia del reparto che del servizio.

Non vorrei essere, oggi, nei panni del successore di Roberto Ciavatta (Rete) alla guida della Segreteria di Stato alla Sanità… Ma se lo fossi tenterei di tutto -anche provvedimenti impopolari o strumentalizzabili dalle minoranze politiche- prima di levare bandiera bianca! La Sanità sammarinese ha, oggi più che mai, bisogno di decisione, concretezza, competenza e, soprattutto, coraggio!

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari